La Giunta regionale ha messo a disposizione del Commissario ad acta alla Sanità, Guido Longo, il Dipartimento Tutela della Salute, incluse circa 130 unità di personale, di cui 27 dirigenti, sia interni che in utilizzo.
Il provvedimento, approvato all’unanimità su proposta del presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì e dell’assessore regionale alle Politiche del personale, Francesco Talarico, prende le mosse dal cosiddetto Decreto Calabria 2 (dl 150 del 2020) e affianca al commissario un contingente di personale «largamente superiore al minimo previsto di 25 unità» e che soddisfa pienamente la richiesta dello stesso Longo, espressa con una nota del 29 dicembre scorso.
La Giunta, è scritto nella delibera, mette a disposizione del commissario il dipartimento Tutela della salute «ivi comprese le risorse strumentali e le risorse umane dirigenziali e non dirigenziali ad esso afferenti», con la sola esclusione delle strutture relative alle attività dei servizi sociali e socio assistenziali, «del tutto estranei al commissariamento».
Con la delibera, la Giunta demanda, poi, al dirigente generale del dipartimento «l’adozione di ogni provvedimento per assicurare un’organizzazione complessiva degli uffici volta a garantire il rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa».
L’esecutivo regionale, «nello spirito di una più leale e costruttiva collaborazione», si riserva inoltre «di valutare ulteriori eventuali esigenze che dovessero essere espresse dal commissario ad acta, per il puntuale svolgimento delle attività di sua competenza».
«Questa decisione dimostra, ancora una volta – ha commentato il presidente Spirlì – che questa Giunta regionale vuole continuare nel migliore dei modi il dialogo e la collaborazione con il commissario Longo. Fin dal suo insediamento, abbiamo dato vita a un confronto costante che, ne siamo certi, proseguirà anche in futuro, con l’obiettivo di lavorare insieme per risolvere i drammatici problemi della sanità calabrese. Mettere un intero dipartimento a disposizione del commissario ad acta significa agevolare il suo lavoro, contribuire ad accelerare la normalizzazione del settore e favorire il ritorno, dopo circa 10 anni, di un assessore alla Sanità nel pieno delle sue funzioni». (rcz)