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LA RIVOLUZIONE DELLA SANITÀ CALABRESE
INIZI DAGLI OSPEDALI IN BIOARCHITETTURA

LA RIVOLUZIONE DELLA SANITÀ CALABRESE INIZI DAGLI OSPEDALI IN BIOACHITETTURA

di GIOVANNI LAMANNA – Da qualche decennio, balza regolarmente, agli onori della cronaca il tema dell’edilizia ospedaliera calabrese e la “costruzione dei cinque grandi ospedali”.

Volendo riassumere brevemente la vicenda iniziamo dalla presidenza regionale  di Agazio Loiero, il quale ottenne un finanziamento, dall’allora governo Prodi per una cifra straordinaria di 500 milioni di euro destinati alla costruzione di cinque grandi ospedali. L’ambizione di quella amministrazione era la realizzazione di alcune grandi opere, tra le quali, il palazzo della regione, i cinque grandi ospedali e finire la diga del Melito (la diga più grande d’Europa che dal 1982 è al 16% dei lavori previsti). 

Da allora si sono succedute varie amministrazioni, il presidenza di Giuseppe Scopelliti,  la presidenza di Mario Oliverio, la cui giunta fu decapitata immediatamente dalla magistratura e il Presidente non riuscì neppure a farsi nominare Commissario della sanità calabrese.

Durante quella amministrazione, fu indetta una “consulta sulla sanità” (alla quale partecipai come tanti Medici, tecnici ed operatori sanitari) e nella quale si diedero indicazioni e possibili soluzioni ai problemi individuati, fra queste, la costruzione dei nuovi ospedali con criteri tecnologici avanzati e prendendo in considerazione la bioarchitettura. Da allora sono passati anni, con la scomparsa della compianta presidente Jole Santelli e l’attuale amministrazione regionale guidata dal presidente Roberto Occhiuto.

In tutto questo tempo i calabresi non sono rimasti di certo fermi, anzi, sono andati a curarsi in altre regioni aggravando il deficit di bilancio della sanità regionale. L’emigrazione nel solo nel 2022 ha causato la riduzione della popolazione, quasi del 6%  ma soprattutto se ne vanno i giovani a cercare lavoro al nord o all’estero. Per tutti gli altri dati negativi vi rimando all’Istat ed è poco utile stilare elenchi.

L’attuale giunta regionale ha pubblicato recentemente un piano programmatico, che prevede una serie di investimenti, al fine di creare una rete ospedaliera efficiente ed intervenire sull’edilizia ospedaliera calabrese, utilizzando i fondi del Pnrr.

Per quanto possibile, cerchiamo di guardare alle cose con un minimo di ottimismo e cogliere le opportunità che si possono concretizzare grazie alla spinta verso la “transizione ecologica” e “l’economia sostenibile e circolare”, verso la riduzione dell’inquinamento ed il risparmio energetico. Enormi investimenti  dell’Europa, ma non solo, spingono con forza in questa direzione.

Paradossalmente, l’enorme gap tecnologico e di sviluppo della nostra regione, potrebbe essere un vantaggio,  considerando che è spesso più facile e meno costoso costruire dal nulla, piuttosto che trasformare ed adeguare quello che già costituisce una strutturazione consolidata ed efficiente.

La proposta

La proposta di Italia del Meridione vuole essere ambiziosa, come è giusto che sia ciò che nasce in una regione con storia di culturale importante e millenaria.

Si propone di puntare sulla  costruzione di ospedali in bioarchitettura che siano autosufficienti dal punto di vista energetico e quindi in grado. di auto-produrre tutta l’energia necessaria. Ogni processo organizzativo dei servizi o produttivo sarà rivalutato rispetto a principi ed indicatori di qualità precisi ed ineludibili.

Rivedere le procedure organizzative, l’esternalizzazione dei servizi, la gestione dei rso ed rsu, la produzione autonoma di energia, la gestione dei risparmio energetico, la prevenzione della diffusione dei super batteri e delle infezioni crociate, l’integrazione col territorio ed il miglioramento del rapporto con i cittadini/utenti, con l’obiettivo finale di migliorare la salute e ridurre la migrazione sanitaria.

Temi complessi, all’interno di un sistema complesso, che si caleranno in un contesto economico e sociale drammatico. Sarà necessario uno studio accurato per non commettere errori.

l’istituzione di un “distretto tecnologico/sanitario” che avvii la progettazione dei grandi ospedali o riveda le progettazioni già avviate, secondo i più avanzati standard architettonici, organizzativi, energetici.

La ratio di tale organismo è consentire la collaborazione delle università della Calabria, in particolare la facoltà di architettura di Reggio Calabria, l’università di Cosenza per le tecnologie, l’informatica, l’intelligenza artificiale, l’università di Catanzaro per l’organizzazione sanitaria e  le istituzioni, ed ogni altra risorsa che si ritenga utile e necessaria  all’obiettivo di costruire un modello di ospedale innovativo, che costituisca un nuovo standard di riferimento, non solo per la nostra regione ma per l’intera l’Europa.

Una visione ambiziosa che non ci si aspetta provenga da una regione, sulla quale pesa il muro dei pregiudizi negativi.  Realizzare questa idea/progetto ci aiuterà cambiarne l’immagine della Calabria  in senso positivo e renderci fortemente attrattivi, non solo in campo sanitario ma anche turistico, sociale, ambientale, economico.

Buon ambiente e buona Calabria. (gl)

[Giovanni Lamanna è responsabile Ambiente – Direzione Regionale Calabria “Italia Del Meridione”]

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