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La società Sa.Te. Ca Spa, che ha gestito le Terme Luigiane, ha annunciato la chiusura definitiva delle attività termali

Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – Questo a seguito di una serie di provvedimenti adottati dalle Amministrazioni Comunali di Guardia Piemontese ed Acquappesa.

«È il giorno più triste e nero nella storia delle Terme Luigiane», questo il titolo dato al comunicato. Secondo l’azienda,  tale decisione è stata assunta a seguito  di quei  provvedimenti che impediscono la prosecuzione dell’attività. In particolare è il caso del “Regolamento per i contratti di utilizzo delle acque termali”, approvato dai due consigli comunali nei giorni scorsi, che destina una percentuale irrisoria di acqua alle strutture attualmente operative, e soprattutto l’aver stabilito, in maniera illegittima e unilaterale, la fine del rapporto concessorio al 31/12/2020 e la conseguente richiesta di restituzione di tutti i beni in concessione.

«La S.a.Te.Ca. – si precisa nel comunicato – ha effettuato negli ultimi anni enormi sforzi per continuare la gestione nonostante le scarse certezze per il futuro. Ma il mancato rispetto da parte dei Comuni degli accordi presi con l’azienda presso la Prefettura di Cosenza, alla presenza della Regione Calabria, di Federterme e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, costringe a prendere questa gravissima decisione». 

«Questo e altre problematiche – continua la nota –  sorte negli ultimi anni a causa del mancato rinnovo della sub-concessione per l’uso delle acque e dell’immobilismo dei due Comuni nell’individuare il nuovo sub-concessionario, impediscono di fatto di portare avanti la gestione operativa e quella strategica di lungo termine. Ciò determinerà l’impossibilità di soddisfare la richiesta dei quasi 20.000 curanti e l’erogazione di 500.000 prestazioni sanitarie annue; ma soprattutto  la disoccupazione per più di 250 persone direttamente occupate, più il personale che opera nell’indotto. Indotto che risulterà gravemente danneggiato in tutto il comprensorio turistico-termale. Senza alcun dubbio saranno tante le imprese locali messe in crisi e costrette a chiudere e il tessuto economico regionale subirà un danno incalcolabile».

«Questa non è una crisi aziendale – conclude il comunicato della S.a.Te.Ca. –  ma è una crisi del sistema Calabria. Muore così di burocrazia una fra le imprese più antiche, prestigiose e solide della nostra regione, che continua a vedere impoverirsi pesantemente il proprio panorama imprenditoriale».

Intanto, sulla vicenda sono intervenuti i lavoratori delle Terme che hanno pensato di redigere un manifesto listato a lutto nel quale comunicano alla cittadinanza calabrese il loro profondo dolore e accusano le due amministrazioni comunali di avere ucciso le Terme Luigiane.

«Riposino in pace – è scritto nel manifesto – tutte quelle realtà imprenditoriali che le promesse e la superficialità della politica non hanno salvato (vedi Faini, Foderauto, Bruzia, Marlane, ecc.). Ne danno il triste annuncio i 250 dipendenti – si è sottolineato nel manifesto – che per anni hanno lavorato con orgoglio e serenità partecipando allo sviluppo del turismo termale, sostenuti da un’azienda sana e rigorosa, fuori dalle logiche malate che infettano il nostro territorio». 

Tutta la materia è oggetto di discussione in un incontro che gli stessi lavoratori hanno deciso di svolgere in piena sicurezza e distanziamento con il segretario provinciale della Cisl, Gerardo Calabria, che dovrebbe portare alla stesura di un documento con l’indicazione delle iniziative che si intende intraprendere a tutela del loro posto di lavoro, chiedendo in primo luogo un intervento del Prefetto di Cosenza e dell’assessore regionale competente Orsomarso, pur se in regime di transizione per effetto della indizione delle elezioni per eleggere il nuovo Consiglio regionale ed il Presidente della Giunta. (rmm)

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