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LAMEZIA – Al via i Laboratori Stem gratuiti di Attivamente 2.0

Al via i Laboratori Stem gratuiti di Attivamente 2.0

Sono partiti, a Lamezia Terme,  AttivaMente 2.0 Laboratori Stem per una Cultura Creativa, dedicato a bambini e ragazzi interessati a esplorare il mondo delle Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), della creatività e della cultura e promossa da Arci Lamezia Terme Vibo Valentia Aps in collaborazione con Inrete Cooperativa Sociale, Aleph Arte Aps, l’Associazione Terra di Sol e l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica “Antonio Saffioti” del Comune di Lamezia Opis.

L’iniziativa,  finanziata dalla Regione Calabria ai sensi degli articoli 72 e 73 del D.lgs n. 117/2017, codice del terzo settore in attuazione degli atti di indirizzi a firma del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS), è stata presentata in conferenza stampa questa mattina presso la Biblioteca Comunale di Lamezia Terme che ospiterà tutte le attività. Il progetto è aperto a bambini dai 7 ai 14 anni che saranno suddivisi in due gruppi: “Kids” dai 7 ai 10 anni e “Teens” dagli 11 ai 14 anni. Ci si può iscrivere fino al 7 aprile compilando il modulo seguente: https://forms.gle/LC2f2Yu4kTZMH3G36 sul sito arcilamezia.it.

«L’impegno di Arci sul territorio assume forme nuove – ha annunciato il presidente di Arci Lamezia Terme Vibo Valentia Aps, Antonio Scaramuzzino, vicepresidente di InRete Cooperativa Sociale, docente di Tecnologia e Animatore Digitale – stiamo provando a costruire una comunità educante in grado di sviluppare le “life skills” richieste per garantire il benessere personale e affrontare le sfide che riserva la vita quotidiana».

«Lo faremo attraverso i linguaggi laboratoriali – ha aggiunto – i partecipanti saranno i protagonisti e verranno adottate strategie di engagement con le quali i ragazzi giocando imparano a sviluppare le proprie abilità. Proveremo a rendere i ragazzi consapevoli di quello che il territorio ha da offrire e di come può essere valorizzato, per arricchire le competenze tecnologiche e riscoprire la propria identità».

La piena cittadinanza digitale richiede infatti non solo competenze tecniche, ma anche una comprensione critica e responsabile del mondo digitale e delle sue implicazioni sociali, culturali ed etiche. Attraverso un’educazione che integra le discipline Stem, la creatività e la cultura digitale, è possibile preparare i ragazzi a essere cittadini informati, consapevoli e attivi nella società del futuro.

«L’iniziativa prevede una serie di laboratori innovativi – hanno spiegato Pasqualino Scaramuzzino e Giuseppe Volpe, formatori del progetto – che spazieranno dalla robotica alla composizione musicale, dalla progettazione e stampa 3D alle attività di gamification legate ai musei e biblioteche. I partecipanti avranno l’opportunità di esplorare e sviluppare i propri talenti utilizzando strumenti digitali come Minecraft e piattaforme di coding per la creazione di videogiochi, oltre a utilizzare app per la modellazione 3D e kit di robotica educativa».

«Ma non solo – hanno aggiunto – saranno anche incoraggiati ad esprimere la propria creatività attraverso strumenti “analogici”, sia nell’ambito musicale che nell’espressione verbale e grafica. Il sistema educativo che sarà adottato integrerà diverse metodologie, dalla Peer education al Cooperative learning, dalla Gamification al making. Inoltre, saranno utilizzati prodotti digitali innovativi per arricchire l’apprendimento e favorire la partecipazione attiva».

«L’emergenza educativa non può essere delegata solo alle scuole o demandata ad associazioni che lavorano a compartimenti stagni. La questione coinvolge tutta la comunità e l’obiettivo è trasmettere ai giovani l’idea che ci facciamo carico delle esigenze delle nuove generazioni. La domanda è tanta. E c’è necessità di dare risposte concrete – ha osservato il presidente dell’Opis, Alfredo Saladini, già dirigente scolastico, esperto in didattica e psicopedagogia dell’apprendimento – la collaborazione avviata con questo progetto permette all’Osservatorio di non limitarsi alla sfera cognitiva ma abbracciare l’approccio laboratoriale per puntare a motivare e accrescere l’autostima dei ragazzi in maniera più incisiva. Questa nuova sinergia ci consentirà di intervenire sulla persona a livello globale. Perché la questione non è solo essere ma sapere essere e saper fare». (rcz)

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