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L’appello della Conferenza Episcopale Calabra: La Calabria non sia lasciata sola

La Calabria non può essere lasciata sola. È l’appello lanciato dalla Conferenza Episcopale Calabra che si è riunita per la sessione invernale al Seminario Arcivescovile di Catanzaro e, per la prima volta, presieduta da mons. Fortunato Morrone, eletto presidente lo scorso 4 ottobre.

Gli arcivescovi e i vescovi della Calabria hanno accolto fraternamente monsignor Claudio Maniago, neo arcivescovo di Catanzaro-Squillace che per la prima volta partecipa ai lavori della Cec. I vescovi hanno inoltre condiviso il sollievo di monsignor Bonanno, vescovo di San Marco Argentano – Scalea, assolto dopo 11 anni dall’accusa di violazione del segreto investigativo, che ha ottenuto nel terzo grado di giudizio l’assoluzione con formula piena dopo aver anche rinunciato alla prescrizione.

In continuità con lo spirito sinodale che la Chiesa universale e le Chiesa in Calabria in particolare stanno vivendo, spronati da papa Francesco ad intraprendere il cammino in uscita per abbracciare le istanze del territorio, i vescovi hanno voluto aprire un dialogo con il mondo istituzionale, invitando ad un incontro il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Nel ringraziarlo per aver accolto l’invito, in un clima di fiducia reciproca, di ascolto e di scambio, i presuli hanno fatto presente al Presidente le istanze, raccolte quotidianamente dalla nostra gente.

Per questo l’attenzione si è concentrata principalmente su tre emergenze della Calabria cioè, la Sanità, le infrastrutture e i giovani, e sull’ambito dei Beni culturali ecclesiali, il cui patrimonio, opportunamente valorizzato in collaborazione sinergica, può avere notevoli positive ricadute. Il desiderio di proseguire nella linea di collaborazione è stato condiviso per cercare di servire al meglio tutte le persone della nostra terra. In questa linea si è concertato di proseguire in futuro con incontri periodici più ravvicinati di confronto e di verifica.

Sulla dolorosa vicenda legata alla piccola Ginevra, i vescovi della Calabria hanno espresso il proprio rammarico e cordoglio e manifestato cristiana vicinanza e sostegno spirituale alla famiglia.

I vescovi si sono anche soffermati sulla disperazione che stanno vivendo coloro che hanno perso il lavoro e soffrendo a causa delle crisi scaturite in seguito alla pandemia, mentre gli episodi di Rende e di Mesoraca vanno considerati come campanelli di allarme che devono destare l’attenzione delle Istituzioni di governo perché la Calabria non può essere lasciata sola.

Anche per questo i vescovi, riconoscendo le difficoltà che sta attraversando il paese a causa della pandemia, chiedono a tutti di sottoporsi responsabilmente al vaccino custodendo così la propria vita, quella dei propri cari e del prossimo.

Ampio confronto è stato dedicato al cammino sinodale delle diocesi e a questioni inerenti la vita ecclesiale regionale. In particolare sono stati ascoltati i responsabili dei Seminari, dell’Istituto teologico calabro, del Teic, del Teica e del nuovo percorso propedeutico dei candidati al presbiterato avviato a livello regionale nel Seminario di Rende (Cs), un’iniziativa, quest’ultima, particolarmente sentita poiché maturata in un tempo di crisi vocazionale. (rcz)

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