La pandemia colpisce anche il settore della pesca, ed è per questo che l’assessore regionale all’Agricoltura e Risorse Agroalimentari, Gianluca Gallo, ha inviato una lettera alla Direzione generale della Pesca e dell’Agricoltura del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
«Quella della pesca – ha dichiarato l’assessore Gallo – è forse la filiera produttiva che sta pagando il prezzo più alto in questa congiuntura, poiché la chiusura dei mercati ittici ha provocato un crollo delle vendite del pescato. La Regione ha quindi fatto sue le richieste delle marinerie calabresi, ed in particolare di quella di Rossano – Corigliano, già avanzate dal ‘Tavolo azzurro’ regionale, invitando il Mipaaft a concedere lo spostamento del fermo biologico temporaneo per risarcire i pescatori calabresi dei mancati guadagni e, al tempo stesso, per tutelare la riproduzione degli stock ittici presenti nelle due aree sub-geografiche in cui ricadono le coste calabresi».
La richiesta scaturisce dal fatto che il mese di fermo biologico temporaneo obbligatorio, riportato nel decreto ministeriale, non coincide con il periodo riproduttivo delle specie ittiche presenti nei mari calabresi, considerato che il periodo della riproduzione cade nei mesi di marzo-aprile.
È per questo che l’Assessore Gallo ha formalmente richiesto al ministro Teresa Bellanova la variazione del periodo di effettuazione del fermo biologico, insieme ad altre misure a sostegno della pesca.
«Il comparto ittico calabrese – ha proseguito l’assessore Gallo – necessita di provvedimenti urgenti, quali il raddoppio della soglia del ‘deminimis’ dagli attuali 30.000 euro a 60.000 euro ad imbarcazione, l’estensione dell’applicazione della cassa integrazione in deroga per tutto il settore della pesca, ed in modo particolare per la piccola pesca costiera, insieme ad una moratoria di almeno dodici mesi dei contributi previdenziali ed assistenziali, di tasse e imposte, delle rate dei mutui e dei prestiti e delle esposizioni bancarie. Confidiamo in una pronta e positiva risposta del Governo».
Nel frattempo, prosegue il confronto sulle sorti del comparto agroalimentare, segnato dall’emergenza Coronavirus. In sede di confronto tra Stato e Regioni, svoltosi in videoconferenza con la partecipazione del ministro Bellanova, l’assessore Gallo ha presentato alcune proposte specifiche, evidenziando la necessità del blocco dei versamenti per le medie e grandi aziende agroalimentari, con fatturato superiore a due milioni di euro.
L’assessore regionale calabrese ha anche sollecitato il blocco immediato ed automatico dei mutui, nonché l’anticipazione immediata dei premi Pac, suggerendo a tal riguardo di ampliare il fondo per la cassa integrazione ai privati, come ad esempio i Consorzi di bonifica, che ad oggi conta meno di quattro milioni di euro e che è assolutamente insufficiente.
In sintonia con le altre Regioni, Gallo ha quindi insistito sull’opportunità di semplificare le procedure per i pagamenti, soprattutto per quanto riguarda le misure a superficie. Tra le richieste dell’Assessore calabrese, altresì, l’adozione di strumenti per risolvere le difficoltà nel reperimento della manodopera stagionale ed adeguate iniziative in riferimento allo stoccaggio del gasolio agricolo.
Il consigliere regionale Francesco Pitaro di Io Resto in Calabria, invece, ribadisce la necessità che il «Dipartimento Agricoltura della Regione e l’Arcea garantiscano la necessaria funzionalità, pur comprendendo i disagi provocati dal Covid-19 per non acuire le difficoltà – per un settore come l’agricoltura di per sé fortemente già penalizzato – in cui si trovano molte aziende agricole che, al fine di migliorare ed implementare le proprie attività, avevano partecipato ai bandi delle varie misure del Psr-Calabria 2013-2020 con conclusione delle opere nel 2020».
«È pur vero che, ad oggi – ha proseguito il consigliere Pitaro – sono stati dilazionati dalla Regione i termini per la conclusione dei lavori con una serie di provvedimenti di proroga, rimane però una grande fetta di aziende agricole beneficiare delle misure 4, 6 e 8 del Psr Calabria 2013-2020 che si trovano in una situazione di estrema difficoltà, in quanto, nei mesi precedenti l’emergenza coronavirus, avevano presentato domande per ottenere il saldo delle spese sostenute per la conclusione dei lavori o per la realizzazione degli stati di avanzamento lavori, ma a tutt’oggi sono in attesa del perfezionamento delle procedure».
«Per l’ottenimento di tali somme – ha proseguito il consigliere Pitaro – (decine di migliaia di euro per azienda) che rappresentano in genere il 40% o il 50% della spesa sostenuta dall’azienda, gli uffici del Dipartimento Agricoltura e dell’Arcea, per l’esame della documentazione fiscale e tecnica prodotta per la giustificazione della spesa e per effettuare i relativi collaudi, impiegavano un tempo di circa 2-3 mesi, per poi alla fine effettuare il pagamento».
«Ad oggi, però – ha proseguito il consigliere Pitaro – sono decine le aziende che vedono questo iter completamente fermo, mentre non si sono bloccati i pagamenti delle rate di mutuo e/o finanziamento fatto dalle aziende per pagare i lavori eseguiti e per i cui importi le stesse aspettano il reintegro da parte della Regione in forza del Psr Calabria 2013/2020 di parte della spesa sostenuta».
«Va da sé – ha concluso il consigliere Pitaro – che, per questo blocco dell’iter burocratico e di conseguenza dei pagamenti dei saldi finali o parziali, le aziende agricole che hanno partecipato al Psr Calabria 2013/2020 rischiano di finire fortemente indebitate ed in stato di fallimento, in quanto ad oggi le banche stanno pretendendo il pagamento dei ratei fatti per finanziare le opere. Pur sapendo che la pandemia esige il più rigoroso ossequio delle prescritte precauzioni sanitarie anche da parte dei dipendenti regionali, è tuttavia necessario non dimenticare che, parallelamente, il Covid-19 sta minando alle fondamenta l’equilibrio economico generale del sistema – Calabria e soprattutto quello del comparto agricolo che rappresenta il settore trainante dell’economia regionale». (rcz)