di CARMELO NUCERA – Carissimo dottore, debbo dirvi che molti di noi Calabrogreci, ed io tra questi, abbiamo avuto sempre invidia dei Bronzi di Riace.
Scoperti 50 anni addietro, li hanno tirato fuori dal mare, li hanno restaurate più volte; addirittura l’ultima volta in un salone del Consiglio Regionale, per la cura, hanno creato una vera clinica Archeologica. Noi “Bronzi di carne” che viviamo in paesi pericolanti sulle falde dell’Aspromonte, senza case, senza lavoro, senza strade, senza scuole senza sanità, neanche la Guardia medica, senza diritti ecc., anche noi siamo stati scoperti da un tedesco Karl Witte, un giovane prodigio, nel 1820 visitò Bova, raccolse dei Canti che pubblicò nel 1821 e da quella data tutto il Mondo apprese che la Grecità nella Calabria meridionale aveva continuato a vivere da Omero nonostante l’Impero Romano.
Karl Witte per questa scoperta non prese alcun premio in denaro, e ne ha sottratto ad altri la scoperta. Noi “Bronzi di carne” siamo ancora qua, spedando che parlando la lingua de “Bronzi” che qualche Istituzione voglia salvare noi, la nostra lingua le nostre tradizioni. Da buoni italiani abbiamo nonostante tutto sostenuto la nostra Patria Italia, siamo sempre stati carne da macello.
Noi “Bronzi di carne” abbiamo il nostro contributo nel Risorgimento Italiano. Ma le Istituzioni fanno finta di non capire lasciano i nostri paesi, la nostra lingua, la nostra cultura nel più completo abbandono. Attenzione Governo, noi presidiamo i nostri territori ma vogliamo i nostri diritti. Vogliamo che i nostri paesi vivano. (gn)
[Carmelo Nucera è presidente Circolo Culturale Apodiafazzi]