Ritrovamenti archeologici a Riace, la Soprintendenza è cauta

I reperti rinvenuti a Riace Marina, che qualcuno già attribuisce al contesto di provenienza dei Bronzi di Riace, sono finiti nel mirino delle autorità competenti.

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia «è molto attiva nel campo della tutela archeologica subacquea e monitora costantemente i fondali di relativa competenza grazie al lavoro del proprio funzionario archeologo subacqueo. Soprattutto durante i mesi estivi, raccoglie numerose segnalazioni di appassionati e di professionisti che si immergono nei mari calabresi e notano la presenza di reperti o individuano strane anomalie», fa sapere in una lunga nota in cui vengono ricostruiti i fatti degli ultimi giorni e in cui vengono annunciate le prossime mosse da compiere per le altre verifiche.

È compito della Soprintendenza, in costante collaborazione con i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza e del Nucleo subacquei di Messina, riscontrare ognuna delle segnalazioni pervenute e agire di conseguenza con le attività di tutela e conservazione più idonee per la salvaguardia di contesti e reperti di interesse archeologico.

La Soprintendenza inizia a raccontare i fatti: «Una di queste segnalazioni è pervenuta al Soprintendente Fabrizio Sudano in data 2 agosto 2023, tramite denuncia di rinvenimento fortuito di reperti archeologici avvenuto sui fondali antistanti la frazione marina di Riace (Rc). La mattina del 3 agosto 2023, un funzionario archeologo della soprintendenza, supportato dai carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza, ha provveduto a recuperare i reperti dall’abitazione dello scopritore, per un totale di 9 manufatti di interesse archeologico, trasferendoli presso i depositi del Museo archeologico di Medma-Rosarno dove, successivamente, sono stati periziati dal funzionario archeologo responsabile per il settore subacqueo».

«La Soprintendenza Abap di Rc-Vv – è scritto ancora nella nota – prende atto della conferenza stampa svoltasi sabato 21 ottobre 2023 a Riace e informa che sta procedendo alle verifiche tecniche, agli approfondimenti del caso e al sopralluogo necessari a rispondere alle domande e ai dubbi sulla provenienza e sul contesto di rinvenimento dei reperti in questione. Infatti, in totale accordo con i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza e del Nucleo subacquei di Messina, sono stati presi contatti diretti con un laboratorio universitario di primissimo livello specializzato per le analisi chimico-fisiche delle componenti materiche dei reperti ed eventuali alterazioni ed è stato programmato il sopralluogo istituzionale sui fondali di Riace».

Continua la ricostruzione dei fatti: «A quest’ultimo è stato invitato a partecipare lo scopritore anche al fine di indicare il punto esatto del rinvenimento, in considerazione del fatto che, nel verbale di consegna dei reperti, redatto il 3 agosto, lo stesso ha dichiarato di aver trovato il primo reperto a una distanza di circa 120-150 metri dalla battigia e gli altri manufatti alla distanza di circa 6-7 m dal primo rinvenimento, senza ulteriori indicazioni di orientamento. A seguito della mancata disponibilità a partecipare al sopralluogo da parte dello scopritore, lo stesso ha fornito, in data 10 ottobre 2023, le coordinate del luogo di rinvenimento, che ha dichiarato di aver acquisito qualche giorno dopo, nonché la batimetria».

Di conseguenza – continua il documento diffuso dalla Soprintendenza – «nei prossimi giorni avrà luogo, sulle coordinate fornite dallo scopritore, il sopralluogo istituzionale condotto dal funzionario archeologo subacqueo della Soprintendenza Abap di Rc-Vv con il supporto tecnico operativo del Nucleo carabinieri subacquei di Messina e il presenziamento dei Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza».

«Questa attività – conclude la nota – è volta alla verifica dei fondali con prelievo di campioni dei sedimenti marini ai fini delle successive analisi comparative per cercare di chiarire, nel più breve tempo possibile, tutti gli interrogativi legati a questo rinvenimento. In attesa dell’esito del sopralluogo, dopo il quale sarà diramato un nuovo comunicato stampa, si ritiene improprio e prematuro attribuire uno o più dei reperti rinvenuti l’1 agosto al contesto di provenienza dei Bronzi di Riace. Si coglie l’occasione per sottolineare l’importanza, in caso di rinvenimento fortuito, come disposto dal Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art. 90 del d.lgs 42/2004), di lasciare le cose mobili e immobili nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute dandone denuncia entro le 24 ore. In caso di cose mobili delle quali non si possa altrimenti assicurare la custodia, lo scopritore ha facoltà di rimuoverle per meglio garantirne la sicurezza e la conservazione sino alla visita dell’autorità competente. Per quanto attiene i beni culturali provenienti da ambiente marino, si esorta a dare immediata comunicazione del rinvenimento ai fini di una pronta presa in custodia degli stessi per una corretta conservazione». (rrc)

L’OPINIONE / Giuseppe Nucera: Il 50esimo dei Bronzi occasione sprecata

di GIUSEPPE NUCERAReputo fuori luogo e senza senso organizzare un concerto per rappresentare l’ideale chiusura delle celebrazioni relative ai 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. Non si capisce quale sia il nesso tra le due cose, si intuisce invece l’improvvisazione degli amministratori che hanno optato per questo tipo di soluzione.

Questa importante ricorrenza andava promossa e veicolata a livello nazionale e internazionale, l’immagine dei Bronzi di Riace avrebbe dovuto fare il giro del mondo. L’obiettivo principale sarebbe dovuto essere favorire l’approdo di turisti a Reggio Calabria così da poter visitare il Museo Archeologico e al contempo la città, con un’operazione di marketing globale capace di rilanciare l’immagine del nostro territorio.

Non mi sembra che tutto questo si sia verificato, ed è rimasta soltanto una gigantesca occasione sprecata, al pari delle somme scialacquate per eventi che di sicuro non hanno promosso o veicolato i Bronzi di Riace al di fuori dei confini regionali.

Agli amministratori che hanno pensato di organizzare questi eventi per esaltare l’immagine dei due guerrieri, vorrei evidenziare che si è palesata soltanto la pochezza di idee a un’assoluta mancanza di visione progettuale. Le immense potenzialità di sviluppo e promozione del nostro territorio, non possono essere ridotte a poco più di una sagra di paese, rispetto la quale sono mancati soltanto i fuochi pirotecnici per essere davvero tale. (gn)

[Giuseppe Nucera è leader del movimento La Calabria che vogliamo]

Il documentario sui Bronzi “Semidei” sbarca al lido di Venezia

Prevista per mercoledì 6 settembre la proiezione del documentario “Semidei”, di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta.

Il documentario “Semidei”, prodotto da Carlo Degli Esposti e Nicola Serra per Palomar Mediawan, realizzato con il sostegno della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione, formazione e pari opportunità e Fondazione Calabria film commission, in occasione delle celebrazioni dedicate al 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, per la regia di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta sarà presentato in anteprima mondiale alla 20a edizione delle Giornate degli Autori nella sezione “Notti Veneziane”.

“Semidei”, documentario di Fabio Mollo (Il sud è niente, Il padre d’Italia, Anni da cane) e Alessandra Cataleta (La vita che mi diedi. Storia e gesta di Anna Cuticchio, Pupara) scritto da Armando Maria Trotta, Giuseppe Smorto, Massimo Razzi e Fabio Mollo, ripercorre mezzo secolo di Storia raccontando la vicenda dei due misteriosi guerrieri che riemersero dal mare di Riace nel 1972, dopo duemila anni passati sott’acqua. Attraverso interviste, documenti inediti, testimonianze dirette e il racconto di un presente in tumulto, i due cineasti accompagnano lo spettatore in un viaggio nel nostro passato e futuro. Perché i Bronzi di Riace incarnano i desideri di futuro, di pace e di bellezza che animano da sempre il genere umano. (rcz)

Perché l’incontro tra le due eccellenze mondiali di Reggio Calabria?

di PASQUALE AMATOHo preso spunto da una felice riflessione di Salvatore Settis (“Noi ci portiamo la Grecia in testa, soprattutto perché siamo figli di questa civiltà”)  per focalizzare le tante “buone ragioni” per cui vi è un’eccezionale sintonia tra il contesto storico-culturale-artistico che ha generato i Bronzi e il Museo e la Città che li custodiscono: I due capolavori sono stati ideati e realizzati nel V secolo a.C, età d’oro di quella civiltà ellenica che ha dato vita alla civiltà europea e occidentale. Civiltà che ebbe tra i suoi cuori pulsanti le città-stato della Magna Grecia e della Sicilia. Civiltà in cui brillò la polis Reghion (la prima della Calabria e una delle più antiche d’Italia, fondata nel 730 aC). Civiltà che si estese da Tanais alla foce del Don sul Mar Nero a Mainake (odierna Màlaga) con una miriade di pòleis (Città-Stato) con 156 Costituzioni indipendenti diverse, unite dal filo rosso di una comune cultura e da una lingua comune sebbene suddivisa in quattro idiomi differenti.  Civiltà che pertanto non diede mai vita ad uno Stato greco, nato soltanto nel 1831 al termine della Guerra di Indipendenza dall’Impero Ottomano iniziata nel 1821.

A Reghion operò nello stesso V sec. aC la Bottega di Scultura in Bronzo di Clearco, la più prestigiosa nell’Occidente ellenico, allo stesso livello di quella ateniese. Massimo esponente di quella Bottega fu il grande scultore Pitagora di Reggio, la cui arte eccelsa gli valse l’inserimento fra i cinque massimi scultori “greci” (assieme a Fidia, Policleto, Mirone e Lisippo) da parte del critico d’arte e scrittore Senòcrate di Atene.

Proprio a Pitagora di Reggio diversi studiosi (tra cui il prof. Daniele Eligio Castrizio) hanno attribuito la realizzazione dei due Bronzi di Riace sulla base delle testimonianze unanimi di autori greci (Diogene Laerzio) e latini (Plinio il Vecchio). Significativa è la descrizione di quest’ultimo. Pitagora Reggino fu “capace di rendere come nessun altro i riccioli di barba e capelli, e di fare “respirare” le statue, cioè rendere perfetta l’anatomia dei vasi sanguigni”. Elementi che ammaliano tutti coloro che visitano nel Museo reggino i Due Guerrieri.

I Bronzi di Riace sono certamente “greci”, come ha affermato il professor Settis. Ma in che senso? “Essere greci”, non essendo la Grecia mai esistita come Stato sino al 1831, significa per Settis (come per tutti gli studiosi dell’antichità) fare parte di quella eccezionale civiltà che si sviluppò in una miriade di città-stato indipendenti dal Mar Nero al Mediterraneo e raggiunse il suo massimo splendore nel V Sec. a. C.

I due capolavori sono pertanto figli di quella straordinaria fioritura culturale e artistica e il Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria è la loro legittima casa naturale. È stato un destino benigno (e non una disgrazia, come qualcuno afferma a sproposito da molti anni) quello che li ha fatti naufragare vicino alla costa jonica della Calabria, nel cuore di quella parte dell’Italia dove ancora si respira la cultura greca. Vi sono a Sud di Reggio comuni dove si parla ancora il Greco. E non è un caso che l’altra comunità di lingua greca in Italia si trovi nel Salento. La punta e il tacco dello stivale sono tuttora aree di lingua e cultura greca, appartenenti alla stessa civiltà che ha generato i due Guerrieri.

I Bronzi di Riace hanno pertanto il pieno diritto di essere, e lo sono, i Beni Identitari e Inamovibili del Museo Archeologico della Magna Grecia di Reggio con il suo concentrato di Primati: pensato da Paolo Orsi, ottenuto da Orsi e da Umberto Zanotti Bianco, progettato (per la prima volta al mondo come edificio museale) dall’architetto Marcello Piacentini, ristrutturato da Paolo Desideri, prezioso per i tanti tesori che lo hanno reso uno dei più importanti e prestigiosi del mondo assieme a quelli di Atene e di Berlino.

Oltre ai due capolavori identitari, annovera i due Bronzi di Porticello (il Filosofo – primo ritratto in bronzo nel mondo di una persona vissuta, anch’esso attribuito a Pitagora Reggino da Daniele Castrizio come ritratto di Pitagora di Crotone – e la Testa di Basilea), il Kouros di Reggio (pregevole statua in marmo del VI sec. aC), i Dioscuri e i Pinakes di Locri, la Testa in marmo dell’Apollo di Cirò Marina.

I Bronzi e il Museo sono un binomio inscindibile: insieme costituiscono il bene culturale principale della Calabria, il simbolo della storia plurimillenaria di essa e dell’intero Sud, un orgoglio per la cultura ellenica madre della Civiltà europea e occidentale, il centro di attrazione primario per chi ama la cultura e l’arte”.

In sostanza sussistono “validissime ragioni storiche e culturali” per sgombrare il terreno da false verità e impedire la “deportazione dei Bronzi” prospettata da strani connubi tra aspiranti predatori (in particolare uno) e ascari* locali, complici o succubi 

Passando all’altra eccellenza mondiale,  ho trattato l’infondatezza di  luoghi comuni e  comportamenti errati che non hanno consentito al Bergamotto di Reggio Calabria la popolarità che avrebbe meritato e merita. E ho ribadito i cardini della campagna del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria. Una  campagna lunga ma giusta, condotta con idee chiare, argomenti solidi, perseveranza e determinazione:

La storica sottovalutazione della sua unicità. Per secoli la commercializzazione è avvenuta senza mai chiamarlo per nome e cognome, privandolo in pratica della sua identità. Il contrario di quanto è avvenuto per l’Aceto Balsamico di Modena, dal 1600 commercializzato nel mondo con un unico Brand che ha procurato fama, prestigio e ricchezza a Modena e alla sua provincia.

La Regione lo ha declassato a “prodotto tipico”, tentando di appropriarsene e, comunque, privandolo della sua identità reggina.Il tentativo più serio fu quello del 1998-99 (DOP Bergamotto di Calabria). Tentativo che venne sventato grazie alla crociata condotta da Pasquale Amato e pochi altri. Quella crociata sfociò nel riconoscimento storico della “Dop Bergamotto di Reggio Calabria Olio Essenziale”. Se oggi si può parlare ancora di Bergamotto di Reggio Calabria e si può lanciare il Menù della Città Metropolitana con specialità al “Bergamotto di  Reggio Calabria” lo si deve a quella campagna risoltasi con esito positivo.

É una voce priva di fondamento quella sui rapporti quantitativi tra i Bergamotteti. Si confonde il Centro Storico Cittadino di Reggio con il vasto territorio del Comune, che si estende sulla costa da Bolano e Catona a Pellaro e Bocale e nelle falde aspromontane sino a Tre Aie di Podargoni, con vasti Bergamotteti sia sulla costa che sul versante della montagna sino a Gallina e Armo. In questo territorio la presenza dei Bergamotteti è ampiamente radicata e diffusa. È quello dove la pianta ha avuto la sua prima espansione nel ‘700 dopo la nascita del Principe nel cuore del Centro Storico, in cui comunque è tuttora presente; il caso del nostro Agrume è esattamente eguale a quello del “Prosciutto di Parma”.

Si chiama così perché quando l’area di produzione coinvolge più Comuni di una stessa Provincia prende il nome della Provincia. Caso diverso è quello del Formaggio Parmigiano Reggiano. Ha questo nome perché l’area di produzione coinvolge Comuni di due province: quelle di Parma e di Reggio Emilia. Diverso è ancora il caso delle Clementine che sono Calabresi perché l’area di produzione coinvolge Comuni di tutte le 5 province della Calabria. Altro esempio è quello del Grana Padano: essendo l’area di Produzione diffusa in comuni di più province di diverse Regioni ricadenti nella Valle Padana hanno trovato il nome che le poteva unificare;

Il “Prosciutto di Parma” è prodotto in diversi Comuni della Provincia di Parma ma non in tutti. Però tutte le Aziende lo chiamano “Prosciutto di Parma”, specificando giustamente a parte il nome dell’Azienda e il Comune in cui si trova la stessa Azienda. Nessuno dei Comuni e nessuna delle Aziende produttrici ha mai contestato la denominazione “Prosciutto di Parma”, magari sostenendo che gli allevamenti di una zona sono più numerosi di quelli di altre zone o della Città Capoluogo. E nessuno ha mai messo in discussione il brand “Prosciutto di Parma”;  “Aceto Balsamico di Modena”.

I produttori modenesi lo hanno reso famoso nel mondo dal 1600 commerciandolo ovunque come “Aceto Balsamico di Modena”. Lo hanno imposto continuando a insistere sempre sulla stessa denominazione. E lo hanno fatto quando non esistevano né l’Italia, né l’Europa, né la normativa della DOP. Anche i loghi e i marchi fanno parte del Brand e non li hanno cambiati mai. Infatti il Brand è la somma intangibile delle caratteristiche di un prodotto e rappresenta l’insieme delle percezioni della mente. La confusione delle denominazioni confonde il pubblico e provoca danni per l’immagine e per il riconoscimento certo. Io e tanti altri, per fortuna sempre più numerosi, non abbiamo bisogno di alcun politico per dire e scrivere “Bergamotto di Reggio Calabria”

Il nostro è l’unico luogo del mondo in cui si è costretti a discutere di argomenti di questo genere. Continuo a sperare, con paziente determinazione, di occuparmi non di questi argomenti ma di come sviluppare e diffondere in tutto il pianeta, tutti insieme come Reggini Metropolitani, con creatività e intelligenza, il brand unico al mondo: il “Bergamotto di Reggio Calabria”, Principe Mondiale degli Agrumi.

Pertanto, il brand unico “Bergamotto di Reggio Calabria” è fondamentale più che mai nella comunicazione della società globale dei social. Senza l’uso del Brand unico anche le iniziative più brillanti sono destinate a esiti modesti e privi di prospettive.

Siamo giunti alla quarta edizione del “Premio Bergamotto di Reggio Calabria”, riconoscimento destinato a chi abbia contribuito con azioni, iniziative e/o opere alla promozione, diffusione e salvaguardia del Bergamotto di Reggio Calabria. Gli insigniti del 2023 sono stati:  l’avv. Ezio Pizzi, Presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, Presidente dell’Unionberg e instancabile promotore e diffusore anche mediatico  del Principe Mondiale degli Agrumi sino all’estensione della Dop europea del 2001 dall’olio essenziale al frutto e suoi derivati. Iniziativa presentata lo scorso lunedì con i partners Camera di Commercio, Università Mediterranea e tutte le associazioni di Coltivatori;  il Mastro Spiritaro Vincenzo Amodeo, esperto nell’estrazione antica a mano con spugna della preziosa essenza.

È la forma di estrazione che dà il risultato più intenso e gradevole, ricercato dai migliori profumieri del Mondo e dai nostri chef, pasticceri e gelatieri. Il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria ha lanciato la proposta agli enti metropolitani e al Dipartimento di Agraria di organizzare un master o un Corso in cui il Mastro Spiritaro Amodeo insegni ai giovani questa arte antica il cui valore plurisecolare ha diritto a non venire disperso e a continuare nel futuro. Il Mastro ha offerto una suggestiva dimostrazione pratica della sua arte.

Per coerenza, con l’obiettivo primario di valorizzazione del prodotto identitario il Premio, sin dal 2019, è un manufatto realizzato artigianalmente dall’artista reggino Enzino Barbaro affiancato da Olga Mafrici con legno dello stesso preziosissimo agrume.

La conclusione più gradevole tocca all’arte della pasticceria e gelateria a base di Bergamotto di Reggio Calabria organizzata dalla Conpait (Confederazione Nazionale dei Pasticceri Italiani). Presente con il Tesoriere Nazionale Davide Destefano, con il Presidente Regionale Rocco Scutellà e con un gruppo di Pasticceri del territorio metropolitano. Il reggino Angelo Musolino – Presidente Nazionale dei Pasticceri Italiani – è stato presente con i suoi Dolci ma per la prima volta assente perché impegnato a tenere un Corso formazione a Berlino su invito della Confederazione dei pasticceri tedeschi. Una testimonianza ulteriore del valore della grande tradizione reggina e dell’area metropolitana dello Stretto.

In conclusione l’Incontro ormai tradizionale tra le due Eccellenze di Reggio Metropolitana ha confermato la positività della strategia proposta con costanza e determinazione dal Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria. Una strategia che ha come riferimento il no all’autolesionistico detto  “Reggio non ha venduto mai grano”. 

Con un sì al “Bergamotto di Reggio Calabria, che da secoli profuma il mondo, cura il mondo, delizia i palati del mondo”. (pa)

Inaugurato a Reggio il Murales Bronzi50

È stato inaugurato, a Reggio, in zona Tempietto, il murales Bronzi 50, finanziata dal Dipartimento Cultura della Regione Calabria, nell’ambito degli interventi per il Cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi.

«In un clima particolarmente suggestivo, è stato splendido vedere con quanta partecipazione in termini di presenze ed entusiasmo abbia risposto Reggio Calabria all’invito per l’evento di inaugurazione del grande murales di Bronzi50, apprezzando la qualità dell’arte figurativa che da ieri occupa le pareti che dall’Area Tempietto si estendono fino al ponte Calopinace e lo spessore culturale dell’evento costruito attorno alla serata, all’insegna dell’arte in tutte le sue forme: pittura, musica, teatro», ha dichiarato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, a margine dell’inaugurazione.

«Sono molto soddisfatta – ha dichiarato Princi – tanto dell’opera quanto della particolare suggestione emotiva che si è determinata durante la serata, in un luogo che, d’intesa con l’Amministrazione locale, in particolare con l’aiuto del Consigliere Giovanni Latella, è stato riqualificato e valorizzato, prestandosi a regalare variegate emozioni ai tanti che hanno partecipato».

«Mi ha fatto piacere che con le istituzioni intervenute, Irene Calabrò, Assessore alla Cultura del Comune di Reggio Calabria e Filippo Quartuccio, Delegato alla Cultura della Città Metropolitana, nel corso della serata sia stata evidenziata la sinergia interistituzionale. La data del 30 luglio è stata individuata d’intesa tra di noi per farla coincidere con un altro grande spettacolo, quello delle frecce tricolori, che come Regione Calabria abbiamo cofinanziato, sempre nell’ambito delle celebrazioni di Bronzi50».

«Del resto, lo avevamo detto che con le attività del Cinquantenario non ci saremmo fermati al 2022 – ha ricordato – anno effettivo dell’anniversario. E infatti, anche nell’anno in corso, abbiamo messo in atto tante programmazioni per tenere accesi i riflettori sui nostri guerrieri simbolo. Da ultimo, come sapete, la presenza del Cube Stage dei Bronzi al Giffoni Film Festival, uno dei più importanti al mondo; o ancora, il successo ottenuto dal docufilm sui Bronzi da noi finanziato, realizzato da Palomar con la regia di Fabio Mollo, ‘Semidei’, che verrà proiettato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia. Questa enorme visibilità nazionale ed internazionale che Reggio, Riace e la Calabria stanno avendo è frutto di una programmazione capillare programmata più di un anno fa e di cui adesso vediamo i frutti».

La cerimonia ha avuto inizio all’imbrunire, con la benedizione dei luoghi impartita dall’Arcivescovo metropolita Fortunato Morrone e l’accensione dei fari appositamente posizionati in direzione del grande murales, per consentire un’attenta analisi di ogni centimetro da parte degli utenti. L’opera occupa una parete lunga oltre 80 metri ed alta quasi 3, realizzata da Mirko Cavallotto (in arte “Loste”) e ma, artisti italiani di fama internazionale nel settore della street art, della cui arte si avvalgono diversi brand multinazionali e le cui firme si trovano su importantissime opere italiane ed europee.

La serata è proseguita con letture teatrali di stampo prettamente classico, magistralmente eseguite dalla nota attrice Teresa Timpano, intervallate da performance di musica lirica sinfonica a cura dell’Orchestra del Teatro “Francesco Cilea” magnificamente diretta dall’affermato Maestro Alessandro Tirotta e, per l’occasione, arricchita da importanti solisti internazionali quali la greca Aimilia Diakopoulou, giunta appositamente in riva allo Stretto, il noto tenore Massimiliano Pisapia, che ha cantato nei più prestigiosi teatri del mondo, e il mezzosoprano calabrese Gabriella Aleo, importante voce da valorizzare, il violinista Pasquale Faucitano, importante riferimento violinistico di tutto il Mezzogiorno nonché primo violino dell’orchestra del Teatro “Cilea”. Il tutto coordinato dall’impeccabile conduzione di Eva Giumbo

«Sfida superata, oggi Reggio ha vinto – ha concluso –. Questa è la sintesi della splendida serata di ieri. Il sentimento comune condiviso da tutta la platea di presenti è che i murales possano essere concreti attrattori di curiosità legata al turismo e lo spazio antistante possa diventare luogo di sana aggregazione e che possano seguire tantissime altre serate all’insegna dell’arte e della cultura». (rrc)

S’inaugura a Reggio il grande murales dedicato ai Bronzi di Riace

Domani sera, alle 20.15, a Reggio Calabria, nell’area sud della zona Tempietto, sarà inaugurato il grande murales dedicato ai Bronzi di Riace.

Una «imponente opera – ha dichiarato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi  che vuole assurgere a lasciare tracce tangibili ed indelebili della loro immortalità e maestosità. Una serata-evento per far apprezzare ai reggini l’arte in tutte le sue forme».

inanziata dal Dipartimento Cultura della Regione Calabria, nell’ambito degli interventi previsti per il Cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi, l’opera verrà ufficialmente presentata alla Città di Reggio all’imbrunire della domenica. Realizzata da artisti italiani di fama internazionale nel settore della street art, l’opera occupa una parete lunga oltre 80 metri ed alta 3, andando a riqualificare ed avvalorare l’area più a sud della zona Tempietto, scelta d’intesa con l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria. Mirko Cavallotto (in arte “Loste”) e Giovanni Dallospazio hanno inteso dare, attraverso la loro opera, una visione dei Bronzi innovativa e contemporanea, raccontando l’antichità proiettandola nel futuro con il fine di consegnare un’opera che resti alla Comunità e che identifichi universalmente Reggio Calabria come città “casa” dei Bronzi di Riace. I due artisti, conosciuti per la loro attività tanto in Italia quanto in Europa e Sud America, hanno reso un omaggio all’eternità dei due guerrieri ed alla loro capacità di attraversare i secoli.

La cerimonia avrà inizio con la benedizione dei luoghi, impartita dall’Arcivescovo metropolita di Reggio-Bova, Fortunato Morrone. Solennità che proseguirà con momenti teatrali a cura della nota attrice Teresa Timpano e performance di musica lirica sinfonica a cura dell’Orchestra “Francesco Cilea” diretta dall’affermato Maestro Alessandro Tirotta, il tutto ispirato dall’imponenza dei due guerrieri dell’arte classica, riconosciuti ormai da tempo quale patrimonio culturale mondiale.

Per l’occasione, all’Orchestra fiore all’occhiello del panorama musicale calabrese, si uniranno importanti solisti internazionali quali la greca Aimilia Diakopoulou, giunta appositamente in riva allo Stretto, il noto tenore Massimiliano Pisapia, che ha cantato nei più prestigiosi teatri del mondo, e il mezzosoprano calabrese Gabriella Aleo, importante voce da valorizzare, il violinista Pasquale Faucitano, importante riferimento violinistico di tutto il Mezzogiorno nonché primo violino dell’orchestra del Teatro “Cilea”.

La serata sarà condotta dalla giornalista Eva Giumbo. (rrc)

I Bronzi di Riace protagonisti al Giffoni Film Festival

I Bronzi di Riace saranno protagonisti del Giffoni Film Festival, grazie al Cube Stage della Regione Calabria. Lo hanno reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, e Anton Giulio Grande, commissario della Fondazione Calabria Film Commission, ricordando che «veicolare l’immagine dei Bronzi di Riace e quindi della Calabria non si può e non si deve limitare all’occasione del cinquantesimo anniversario della scoperta».

«Lo avevamo detto e lo stiamo attuando – ha aggiunto –. È la nostra mission. L’azione di promozione culturale, sociale e territoriale dei nostri patrimoni, infatti, sta proseguendo incessantemente, con l’obiettivo di rendere i Bronzi polo attrattivo per tutto il mondo».

«Dopo la presenza al Festival del Cinema di Roma ed agli altri appuntamenti, i Bronzi di Riace continuano dunque il loro tour come meta-celebrity – hanno proseguito – e si pongono ambasciatori di un messaggio facilmente interpretabile da tutte le lingue del mondo, quello della cultura, a cui abbiamo unito quello interattivo, con cui vanno più d’accordo i giovani d’oggi. Da qui la scelta di utilizzare il Cube Stage, originale installazione multimediale realizzata in occasione di Bronzi50, luminosa struttura cubica formata da schermi semitrasparenti con supporto audio e video mapping 3D».

«Dal 20 al 29 luglio, vale a dire per l’intera durata del festival di Giffoni – hanno detto ancora – con l’emozionante e suggestivo virtual-documentary ‘Il viaggio verso Riace’, prodotto da Studio Cliché con le musiche di Eugenio Vatta e Andrea Filippucci, la Calabria ha spopolato, dando una nuova immagine di sé».

«Attraverso questi contenuti in chiave moderna il Cube Stage, promosso dalla Regione Calabria in collaborazione con la Fondazione Calabria Film Commission – hanno concluso Princi e Grande – la nuova narrazione contemporanea della Magna Grecia prosegue a ritmo serrato, mietendo successi. La promozione culturale è una delle attività cardine della Calabria Film Commission, che punta anche e soprattutto a valorizzare il territorio e le sue eccellenze. I Bronzi di Riace, la loro storia e la declinazione contemporanea data dal Cube Stage, rappresentano molto bene questa idea». (rcz)

A Reggio s’inaugura il murales sui Bronzi, Princi: Arte e cultura per valorizzare area marginale

Il 30 luglio, a Reggio, nella zona Tempietto, sarà inaugurato la grande opera di dipinto murale, finanziata dal Dipartimento Cultura della Regione Calabria nell’ambito delle celebrazioni promosse dall’Ente per il Cinquantenario della scoperta dei Bronzi di Riace. Opera ispirata dall’imponenza dei Bronzi di Riace, che vuole assurgere a lasciare tracce tangibili ed indelebili della loro immortalità e maestosità. 

«D’intesa con tutta l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria – ha spiegato Giusi Princi, vicepresidente della Giunta regionale della Calabria con delega alla Cultura – abbiamo voluto lasciare un’imponente ed originale traccia artistica anche qui. Un’opera che resti alla Comunità e che identifichi universalmente Reggio Calabria come città custode dei Bronzi di Riace, riconosciuti ormai da tempo quale storico patrimonio mondiale di arte e cultura. E abbiamo inteso farlo con un linguaggio dei tempi moderni».

«L’opera di street art, realizzata da maestri di indiscussa fama internazionale – ha spiegato ancora – occupa una parete lunga 80 metri ed alta quasi 3, che costeggia l’area che dal Tempietto porta verso il ponte Calopinace e quindi quello che sarà il naturale  punto di collegamento con il Parco Lineare Sud».

«Un’area a cui si lega un doppio messaggio comunicativo – cha concluso Giusi Princi – perché all’intento di rendere questo luogo identificativo e quindi attrattivo per i turisti, ben si unisce la volontà di riqualificare e valorizzare un’area attraverso l’arte. È una duplice sfida che, insieme alle altre Istituzioni del territorio, sono certa riusciremo a vincere, su entrambi i campi». (rrc)

A Riace s’inaugurano i murales dedicati ai Bronzi di Riace

S’inaugura domani, a Riace, nell’area della stazione ferroviaria, la prima grande opera di dipinto murario realizzata nei luoghi antistanti le acque del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Un’opera che vuole assurgere a lasciare segni tangibili ed indelebili dell’immortalità e della maestosità dei due guerrieri.

Un evento promosso, organizzato e finanziato dalla Regione Calabria, d’intesa con il sindaco Antonio Trifoli e con l’Amministrazione comunale di Riace e dal titolo Qui ed ora murales: Nei secoli dei secoli, i Bronzi di Riace attraverso l’arte.

Interverranno autorità civili, militari e rappresentanti della politica locale. Nel corso della serata monsignor Francesco Oliva, vescovo della Diocesi Locri-Gerace, darà la benedizione alle opere.

L’evento inizierà alle ore 19:30, con una conferenza di presentazione delle opere, a margine della quale sono previsti momenti teatrali e performance di musica lirica sinfonica, ispirati dall’imponenza dei due guerrieri dell’arte classica, riconosciuti ormai da tempo quale patrimonio culturale mondiale.

«Le imponenti opere che si sviluppano sui muri della Stazione –  ha dichiarato Giusi Princi, vicepresidente della Regione con delega alla Cultura – offrono una visione dei Bronzi innovativa e contemporanea, raccontando l’antichità e proiettandola nel futuro, con il fine di consegnare a Riace per la prima volta, dopo 50 anni dalla loro scoperta, un’opera che resti alla Comunità e che sia universalmente assunta come luogo emblema del ritrovamento».

«L’originale rappresentazione artistica che presenteremo giorno 25 – ha aggiunto Giusi Princi – è stata affidata ad artisti di rilievo nell’ambito della street art internazionale (Andrea Buglisi, Camilla Falsini e Igor Scalisi Palminteri), vuole essere un omaggio all’eternità dei due guerrieri ed alla loro capacità di attraversare i secoli, simbolo tangibile della maestria e della bellezza senza tempo. Le opere rientrano nei finanziamenti del dipartimento Cultura della Regione Calabria, all’interno delle celebrazioni promosse dall’Ente per il Cinquantenario della scoperta dei Bronzi di Riace».

«L’intento è quello di rendere questo luogo identificativo come mai avvenuto prima d’ora – ha concluso – ed al contempo attrattivo per i turisti, mossi magari dall’apprezzare un’opera a firma di artisti che hanno lasciato impronta del loro estro su muri di tutto il mondo, conseguendo prestigiosi riconoscimenti in numerosi concorsi di categoria». (rrc)

REGGIO – Al MarRC s’inaugura la mostra sui Bronzi di Riace

Si intitola I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia la mostra che sarà inaugurata giovedì 20 luglio, alle 18, nello spazio di Piazza Paolo Orsi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Il progetto di allestimento è stato curato dal direttore Malacrino e dall’arch. Claudia Ventura, con la collaborazione dell’arch. Giuseppina Cassalia per la selezione dei documenti video giunti dagli archivi della Rai. La realizzazione è stata affidata a Blu Ocean e verrà accompagnata da un ricco catalogo, di prossima pubblicazione.

L’esposizione, in programma fino al 26 novembre, concluderà il programma di eventi promosso dal Museo per l’anniversario della scoperta della due statue, offrirà ai visitatori un suggestivo viaggio nella storia dei Bronzi di Riace attraverso fotografie d’archivio, molte inedite o poco note, e video dell’epoca, appositamente concessi da Rai Teche.

«La storia dei Bronzi di Riace fa parte della vita di tutti noi – afferma il direttore Malacrino –. Tutti quelli che, come me, non sono più tanto giovani ricorderanno il clamore nato intorno alle prime esposizioni di questi capolavori, prima a Firenze e Roma, e poi a Reggio Calabria, nel Museo che col loro arrivo si è aperto ai flussi turistici internazionali. Attraverso le voci dei protagonisti dell’epoca si potranno seguire tutti i momenti salienti della “nuova vita” dei Bronzi di Riace, dalla scoperta ai restauri, fino alle esposizioni e agli studi scientifici condotti spesso con approcci assolutamente originali».

«Abbiamo svolto un lungo lavoro di ricerca nei nostri archivi – ha spiegato – per selezionare le fotografie più affascinanti, a cui si affiancheranno numerosi video di trasmissioni e telegiornali dell’epoca. In mostra sarà possibile vedere anche la macchina fotografica con la quale furono scattate le uniche immagini che ritraggono il Bronzo A durante il suo recupero dai fondali di Riace, nell’ormai lontano 22 agosto 1972. È stata donata al Museo dall’avv. Fulvio Rizzo, che ringrazio».

«Sarà una mostra fotografica e multimediale – dichiara il funzionario architetto Claudia Ventura –, che presenterà al vasto pubblico magnifiche immagini storiche dei Bronzi di Riace. Il core progettuale di questa esposizione, destinata per la sua natura a divenire itinerante, è ideato sulla base di specifiche soluzioni tecniche, volte anche a minimizzare i tempi di allestimento. Una mostra che speriamo possa fare il giro del mondo per far conoscere a tutti la favolosa storia di uno straordinario ritrovamento archeologico». (rrc)