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L’OPINIONE / Antonio Giannotti: Tutti a Roma per salvare la balneazione attrezzata italiana

L'OPINIONE / Antonio Giannotti: Tutti a Roma per salvare la balneazione attrezzata italiana

di ANTONIO GIANNOTTI – La nostra balneazione attrezzata oggi rappresenta una risorsa fondamentale per l’offerta turistica del Paese, e un comparto rilevante per l’economia italiana.

Si tratta di 30.000 imprese, prevalentemente a conduzione familiare, con 100.000 addetti diretti che rischiano di perdere il lavoro a causa di una errata e confusa applicazione della Direttiva Bolkestein, la quale impone la messa a gara delle concessioni demaniali marittime alla scadenza. La questione è estremamente annosa, mai affrontata da tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi 15 anni, i quali hanno, piuttosto, preferito rinviare concedendo proroghe con diverse scadenze, poi annullate dalla giurisprudenza amministrativa italiana. La Corte costituzionale ha annullato tutte le leggi regionali che avevano lo scopo di tentare di disciplinare la questione, essendo la stessa di competenza esclusiva dello Stato nazionale.

Oggi manca, quindi, una legge nazionale per un corretto recepimento della Direttiva Bolkestein, la quale presuppone l’accertamento della scarsità della risorsa demanio (e cioè l’impossibilità di avviare nuove aziende nel settore) così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Quella emanata dal Governo Draghi (art. 3 e 4 della legge nr. 118 del 5 agosto 2022 cd concorrenza) manca dei decreti attuativi, mentre il Governo attuale, fino ad oggi, non ha mai emanato una nuova legge di riordino del sistema che la sostituisca.

Il Sib – Sindacato Italiano Balneari, pertanto, è stato costretto ad indire questa manifestazione, chiamando a raccolta tantissimi imprenditori balneari provenienti da tutta Italia, per la mancata emanazione, da parte dello Stato nazionale, di un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti. Non si tratta solo di imprese balneari, ma anche di ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge ecc. tutte quelle strutture, cioè, che insistono sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale Non è più assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia, e, soprattutto, il forte e concreto rischio di inevitabili contenziosi che gli imprenditori sarebbero costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti.

Si tratta di una richiesta condivisa dalle Regioni e dai Comuni costieri che, tra l’altro, esercitano le funzioni amministrative in materia pur non potendo disciplinare le modalità e i termini di durata delle concessioni demaniali marittime. È evidente la gravità della situazione e l’urgenza di un intervento normativo risolutivo che metta in sicurezza giuridica la balneazione attrezzata italiana e faccia ripartire il settore. I molteplici servizi degli stabilimenti balneari italiani, costituiscono, da oltre 2 secoli, il ‘fiore all’occhiello’ della nostra offerta turistica, si basano su competenza e professionalità, caratteristiche peculiari e uniche che attirano, ogni anno, milioni di turisti sulle nostre coste.

Abbiamo bisogno di certezze per poter investire e, soprattutto, per contribuire a far tornare il comparto turistico italiano ai vertici del settore. (ag)

[Antonio Giannotti è presidente Sindacato Italiano Balneari Calabria]

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