di ANTONIO LO SCHIAVO – L’estate dei vibonesi non si può dire si avvii sotto una buona stella, contrassegnata com’è dalle solite problematiche che, nonostante la loro ricorrenza, continuano ad essere definite “emergenze”. Anche se di emergenziale hanno ben poco, apparendo ormai, al contrario, come strutturali.
La città è infatti nuovamente alle prese con il problema di non potabilità dell’acqua che causa enormi disagi proprio quando più sarebbe necessario garantire un servizio efficiente e adeguato. Anni di disinteresse verso la problematica hanno portato a considerare secondario il problema della qualità dell’acqua pubblica, lasciando che si affermasse la convinzione che la sua inidoneità al consumo umano fosse una cosa normale e tutto sommato accettabile.
Non va meglio alle acque di balneazione sul litorale cittadino, dichiarate in alcuni punti non conformi perché contaminate e dunque interdette in piena estate ai turisti e ai cittadini. Tutto questo è estremamente grave, è vero, ma il rischio maggiore è che, alla lunga, prevalgano l’assuefazione e la rassegnazione a questo stato di cose e non si riesca ad intravedere né a progettare un futuro diverso per la città di Vibo Valentia. In altri termini, la politica delle emergenze, con le relative e puntuali polemiche che ne seguono, fa perdere di vista le risposte strutturali che invece andrebbero fornite. Limitando di conseguenza una visione di prospettiva, lucida e coerente, rispetto all’idea di sviluppo di una comunità.
Tra un anno si rinnoverà l’Amministrazione comunale: se le forze progressiste vogliono avere anche una sola possibilità di vincere in una città che per anni si è dimostrata conservatrice anche nei suoi assetti di potere, esse, a maggior ragione oggi, devono avere la capacità di alzare lo sguardo, volare alto, superando l’ordinaria amministrazione e la politica delle emergenze.
Serve puntare su una visione ampia, che abbia la capacità di mettere in campo delle politiche di largo respiro in grado, da un lato, di fermare l’emorragia demografica, in particolare delle giovani generazioni, dall’altro di selezionare merito e competenze necessarie per attrarre risorse della programmazione comunitaria e del Pnrr. Nessuno ovviamente nasconde le difficoltà di una città che deve affrontare un deficit di bilancio enorme, né servono libri dei sogni, ma come già accaduto in altre realtà della Calabria quando ci sono buone amministrazioni si può invertire il declino.
Oggi Cosenza e Catanzaro stanno costruendo il loro futuro intorno alle loro università, a Vibo manca invece ancora un’idea e una visione forte che la possa proiettare nel futuro. Ma senza idee coraggiose e uomini in grado di portarle avanti non si potrà immaginare un futuro diverso per la nostra città. Il centrosinistra parta da questa consapevolezza, senza più dividersi, e inizi a lavorare alla sua piattaforma programmatica se vuole farsi trovare pronto alla grande sfida che ci attende. (als)
[Antonio Lo Schiavo è consigliere regionale di Liberamente Progressisti]