L’OPINIONE/ Giovanni Cugliari: Credito d’imposta beffa che esclude dagli investimenti Pmi e Sud

di GIOVANNI CUGLIARI – Con una decurtazione quasi totale del credito d’imposta per le imprese operanti nella Zona Economica Speciale del  Mezzogiorno, si può affermare che di fatto questo strumento non esiste più.

Con il passaggio dal credito d’imposta per il Mezzogiorno a quello Zes, nel caso della Calabria la percentuale attuale di contributo è stata compressa fino ad arrivare all’8 per cento. Briciole che non posso permettere alle Pmi di acquisire la strumentazione necessaria ad effettuare investimenti, andando di fatto a bloccare lo sviluppo di un intero pezzo d’economia, un freno alla Calabria e all’occupazione.

Le richieste di contributo sono pari a 9 miliardi e 500 milioni di euro, ma le risorse a disposizione coprono a malapena un miliardo e 670 milioni di euro. Avevamo lanciato l’allarme già qualche mese fa, ora le nostre preoccupazioni diventano realtà. Un tasso così basso di credito d’imposta unito ad una soglia così alta di investimento minimo (200mila euro) non può che creare un corto circuito andando a mettere fuori gioco e fuori mercato le piccole e medie imprese costrette a rinunciare a vantaggio di quelle più grandi che possono permettersi investimenti di tale portata e per le quali anche un credito d’imposta così basso agevola le loro casse.

Chi, invece, ha bisogno di accedervi per potere attivare quegli investimenti che gli potranno permettere di crescere e di adeguarsi ai cambiamenti del mercato, viene tagliato fuori.Più che un’agevolazione ci sembra  una beffa nonché una forma di accanimento verso i piccoli imprenditori e il Mezzogiorno stesso che così  non viene aiutato, ma, al contrario, affossato.

Con questa operazione il credito d’imposta è stato cancellato. Chiediamo allora ai parlamentari calabresi che cosa abbiano intenzione di fare e quale alternativa propongano. A nostro modo di vedere la precedente soluzione (con zone economiche speciali perimetrate e credito d’imposta del Mezzogiorno) appare oggi assai più utile dell’ultima formula rinvenuta. Non solo per la dotazione incommensurabilmente più alta (complessivamente oltre 30 miliardi), ma anche per la odierna totale assenza di una coerente visione strategica sullo  sviluppo dei vari territori che, insieme, all’Autonomia Differenziata ci sembra vada in un’unica direzione: eliminare il  Sud. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente di Cna Calabria]

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Occhiuto impugni provvedimento e firmi per il referendum per autonomia

di ANGELO SPOSATO – La posizione del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che chiede una moratoria per le intese regionali, in assenza di copertura finanziaria dei Lep, è apprezzabile ma non è un ripensamento sui danni che produrrà al Paese l’autonomia differenziata. È un semplice distinguo per evitare il dissenso popolare che sul tema è crescente anche in Calabria.

In queste ore c’è una grande voglia di partecipazione e di protagonismo dei cittadini che stanno firmando per il referendum per respingere questo tentativo di dividere il Paese e colpirne le sue fondamenta costituzionali. Se il presidente Occhiuto (che ha votato sì in conferenza delle regioni al progetto di autonomia differenziata) vuole essere coerente con la nuova posizione assunta, accolga le richieste delle opposizioni in consiglio regionale ed impugni il provvedimento con le altre regioni e firmi come cittadino calabrese il referendum abrogativo.

Altrimenti rimarrà solo una semplice distinzione che non produrrà alcun atto concreto e nessun atto politico. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

L’OPINIONE / Gianni Papasso: Con metropolitana leggera tra Sibari e Crotone si supererebbe isolamento

di GIANNI PAPASSO – È tornata agli onori della cronaca in questi giorni la proposta di istituire un treno shuttle, o una metropolitana leggera che dir si voglia, tra Sibari e Isola di Capo Rizzuto per rilanciare l’aeroporto di Crotone.

Il mio appoggio a questa proposta non può che essere totale e favorevole per diversi motivi. Il primo, senza avere velleità di primogeniture, è dovuto proprio al fatto che, per primo, lanciai la proposta da Cotronei quando, nell’agosto del 2022, eravamo in campagna elettorale per le Politiche. In quell’occasione parlammo chiaramente di velocizzare i collegamenti tra il Crotonese e l’aeroporto pitagorico e la Sibaritide attraverso l’istituzione di una metropolitana leggera. Ora come allora, vista l’assenza di un aeroporto nel nord Calabria, bisogna assolutamente fare in modo che il progetto vada in porto e lo si può fare creando tra la stazione di Sibari e l’aeroporto di Crotone una sorta di metropolitana leggera.

Un sistema – sostenibile – che colleghi più volte al giorno le due città storiche della Magna Grecia. Allora usai come esempio quello che avviene col Malpensa express tra la stazione di Milano Centrale e l’aeroporto di Malpensa o il Leonardo Express che collega Roma all’aeroporto di Fiumicino. Un esempio calzante che ancora oggi fa al caso nostro.

In questi anni abbiamo registrato che i vettori aerei, recependo anche i fondi messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione, sono meno restii a investire sullo scalo crotonese e per questo che ora bisogna lavorare proprio per assicurare una utenza importate adatta a supportare uno scalo che è fondamentale per tutta la fascia jonica. E qui che le istituzioni, ora più che mai, devono fare la loro parte e noi ci siamo.

Il secondo motivo, più importante del primo, è che sarebbe solo con la realizzazione di una proposta del genere si supererebbe davvero quell’isolamento a cui sono stati costretti la Sibaritide e l’Alto Ionio negli anni.

Ma ora bisogna fare di più e pensare oltre: bisogna lavorare, contestualmente, al collegamento, sempre con un treno shuttle, di Sibari alla stazione ferroviaria di Taranto. Dalla città pugliese partono treni AV, in particolare, per Milano, Roma, Torino, e tante altre città importanti.

Queste due realizzazioni segnerebbero l’inizio per davvero di una rivoluzione culturale e strutturale (e questo è il terzo e fondamentale motivo per cui proposte come queste vanno supportate) tanto attesa nella Calabria orientale dall’Alto Ionio al Crotonese passando per la Sibaritide. (gp)

[Gianni Papasso è sindaco di Cassano allo Ionio]

 

L’OPINIONE / Giuseppe Nucera e Matteo Olivieri: Autonomia una grande opportunità per la Calabria

di GIUSEPPE NUCERA E MATTEO OLIVIERISono trascorsi soltanto pochi giorni dalla promulgazione della legge sulla autonomia differenziata, e dalla stampa apprendiamo che la Regione Veneto ha subito chiesto al Governo l’attribuzione delle materie concorrenti secondo quanto previsto dall’art. 117 della Costituzione. La richiesta iniziale prevede nove ambiti, tra i quali si leggono alcuni notevoli come la delega ai rapporti internazionali, il commercio con l’estero e la protezione civile, la previdenza complementare e integrativa. Ad essi se ne aggiungeranno in futuro altri 14, non appena verrà sciolta la discussione riguardante i Livelli Essenziali di Prestazioni.

Con questa mossa il Veneto rompe gli indugi e si candida a diventare un modello da seguire per le altre regioni italiane. E la Calabria? Dopo il dietrofront del Presidente Occhiuto, che in meno di un anno è passato dal ricoprire il ruolo di patriota della autonomia differenziata a quello di talebano nel suo stesso partito, la Calabria si trova dinanzi ad un bivio: stare a guardare alla finestra quello che fanno gli altri oppure prendere atto che l’autonomia differenziata è ormai legge e quindi vale forse la pena provare a metterla a frutto con intelligenza a vantaggio dei calabresi?

Gli ambiti per i quali la legge concede autonomia alle regioni sono molti ma alcuni sembrano scritti apposta per la Calabria, considerata la presenza di numerose comunità di calabresi nel mondo e le tante potenzialità ancora inespresse della nostra terra. Tra l’altro, il Presidente del Veneto Luca Zaia ha invitato al gemellaggio con una regione del Sud e la Calabria potrebbe raccogliere tale invito per esempio lavorando gomito a gomito sul rilancio del settore termale o forestale, che sono ambiti di competenza regionale, e tanto in Veneto quanto in Calabria rappresentano due voci molto importanti del turismo, della tutela della salute e in futuro – si spera – anche della formazione tecnica e professionale.

Ma la sfida del decentramento (che è innanzitutto decisionale e riguarda la possibilità di prendere in mano il proprio futuro!) include anche la possibilità di creare aziende di credito a carattere regionale o enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Riportare dopo tanti anni in Calabria un istituto di credito a carattere regionale, che investa nella crescita del territorio o nel ritorno di cervelli in fuga come parte del proprio mandato, potrebbe certamente ridare nuova linfa alle filiere agroindustriali della nostra regione ed impedire il drenaggio di risorse che annualmente lascia la nostra regione per essere investita altrove.

Ovviamente già esiste la società finanziaria Fincalabra, ma è indubbio che le possibilità offerte dalla autonomia differenziata consentirebbero di andare oltre il perimetro di azione della azienda in-house, che ora è limitato per lo più alla gestione dei fondi comunitari, ma che in un prossimo futuro potrebbe ampliarsi fino a diventare un vero e proprio collettore del risparmio dei calabresi nonché un fondo di investimento destinato allo sviluppo di settori industriali strategici per la Calabria, sull’esempio di quanto fa Cassa Depositi e Prestiti a livello nazionale.

Siamo convinti che l’autonomia differenziata possa rappresentare la scintilla in grado di far scattare nuovamente nei calabresi l’orgoglio di appartenenza, e per questo motivo riteniamo che il tempo sia maturo per avviare una discussione seria e non dogmatica sull’argomento, utile soprattutto a scardinare la mentalità assistenziale che ancora prevale in molte aree della nostra Calabria. (gn e mo)

[Giuseppe Nucera e Matteo Olivieri sono rispettivamente presidente del Movimento La Calabria che Vogliamo ed già presidente di Confindustria RC ed economista]

L’OPINIONE / Tonino Russo: Blocco circolazione treni su SA-RC certifica isolamento della Calabria

di TONINO RUSSOIl sostanziale blocco della circolazione di treni nazionali e regionali sulla tratta Salerno-Reggio Calabria dal 22 al 26 luglio certifica, se ancora ce ne fosse bisogno, l’isolamento della nostra regione per quanto riguarda la mobilità su rotaia. Non il “rischio” dell’isolamento, ma, come già accaduto qualche anno fa sull’A2, a San Mango d’Aquino, la sua drammatica concretizzazione, in una crisi di mezza estate che causerà enormi disagi (pensiamo a chi deve spostarsi per ragioni di salute), penalizzerà i cittadini, i turisti, l’economia in maniera significativa. Il dato è che sia su ferro che su gomma, i calabresi possono contare su un solo collegamento.

È il momento, dunque, di prendere responsabilmente atto della indispensabilità di un nuovo tracciato che renda possibile il traffico passeggeri alla vera Alta Velocità, quella che viaggia a 300 km orari, fino a Reggio. Ciò aprirebbe non solo nuove opportunità di sviluppo, ma costituirebbe un’alternativa valida in caso di inagibilità dell’attuale linea, come accade in questi giorni. Darebbe, inoltre, senso al progetto del Ponte sullo Stretto, perché avvicinerebbe davvero la Sicilia all’Italia e all’Europa, libererebbe la nostra regione dall’isolamento anche mediante un collegamento con la linea jonica, sapendo intanto che la Galleria Santomarco tra Cosenza e Paola sarà funzionale allo sviluppo del porto di Gioia Tauro.

La Calabria è stanca di studi di fattibilità, di ipotesi proposte e riproposte, poi smentite, che finora hanno prodotto solo un impegno per il prolungamento dell’Alta Velocità fino a Praia a mare sui treni provenienti da nord. Nel dibattito pubblico sul tema, si parla ormai di tutto, senza tenere conto del fatto che la realizzazione di opere impegnative richiede tempi certamente non brevi. E per avere tutto, la Calabria rischia di rimanere con niente. La Cisl lo ribadisce: bisogna puntare su un tracciato che faciliti la mobilità delle persone, renda raggiungibili tutti i territori calabresi, riduca significativamente i tempi di percorrenza e i costi per gli utenti.

Il Governo, la Regione, RFI facciano attenzione: mentre il medico studia, l’ammalato muore. (tr)

[Tonino Russo è segretario generale di Cisl Calabria]

L’OPINIONE / Franz Caruso: Regione usa Città Unica per affermare potere di sciogliere i Comuni non graditi

di FRANZ CARUSO – Nella prossima seduta del consiglio regionale il centrodestra ha deciso di approvare la norma per l’indizione del referendum per la istituzione della città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Siamo in presenza di una evidente forzatura. Non intendono dire il ” come” si vuole fare per generare un processo virtuoso e vanno, invece, avanti con una impostazione burocratica che produce solo danni alle città interessat.

Ma la ragione vera per cui vogliono forzare i tempi è quella di legiferare e produrre atti amministrativi funzionali a legittimare l’attuazione della legge obbrobrio che ha modificato il referendum da vincolante a consultivo e, soprattutto, ha disposto che il quesito referendario non sia quello approvato dai consigli comunali ma quello che decide il Consiglio regionale.

Il tentativo è, di fatto, quello di creare il precedente nell’ attuazione di una legge che espropria i Comuni del principio di autodeterminazione. Una legge di imposizione perché consente alla Regione di poter sciogliere uno o più Consigli comunali a proprio piacimento, inficiando persino il principio della sovranità popolare che assegna al consiglio comunale il mandato di una intera consiliatura.

L’obiettivo, pertanto, è prima di tutto quello di voler mano libera per poter esercitare, come consiglio regionale, il potere di scioglimento dei consigli comunali. Un potere che la Carta costituzionale e le leggi ordinarie dello Stato riconoscono a ben altri organismi e non certo ad un Consiglio regionale. Un fatto di inaudita gravità che attribuisce oggettivamente alla Regione un potere di ricatto verso tutti quei sindaci e maggioranze consiliari non gradite al presidente della Giunta. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

L’OPINIONE / Orlandino Greco: Perché diciamo no alla proposta della Città Unica

di ORLANDINO GRECO – È arrivata in Consiglio la proposta di referendum consultivo sulla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. La proposta, difatti, arriva in Consiglio Regionale per dare il via libera al Presidente della Regione di indire il referendum consultivo.

Il nostro no sarà categorico e senza infingimenti ad una fusione (annessione) calata e imposta dall’alto. Pariamo dal primo punto: la proposta di referendum consultivo rischia di essere inutile, in quanto non considera il voto dei singoli comuni, ma solo il risultato complessivo. Questo potrebbe compromettere la rappresentanza democratica delle singole comunità.

La fusione è percepita come un tentativo di centralismo regionale che ignora le specificità locali e le identità storiche delle comunità coinvolte. In più vi è una distorta lettura della Costituzione e l’auto assegnazione da parte dei Consiglieri regionali di un potere che non hanno. Lo diciamo da tempo e con ancora più forza: la sovranità appartiene al popolo. (og)

[Orlandino Greco è sindaco di Castrolibero]

L’OPINIONE / Giuseppe Terranova: Autonomia occasione per il Sud di creare inedita alleanza sociale e politica

di GIUSEPPE TERRANOVA – Per avere una visita medica occorrono due anni, per sistemare (e non ricostruire) un viadotto di 100 metri più di 4 anni, per quale motivo un calabrese deve scegliere di restare in Calabria?

Mentre al Nord, nei fatti, non ci sono liste di attese e i ponti e viadotti lunghi più di un kilometro si ricostruiscono integralmente di sana pianta in meno di un anno. Al Sud , invece, vi sono più aziende sanitarie commissariate per infiltrazioni mafiose.

I dati ci dicono che una buona parte di Calabresi rinuncia a curarsi perché non ha i soldi per rivolgersi al sistema privato. I dati ci dicono anche che l’ospedale più grande e affollato della Calabria è al Nord, perché sono centinaia di migliaia i calabresi costretti a fare il viaggio della speranza, anche per patologie di bassa entità.

Da questa drammatica realtà occorre ripartire e assumere una coscienza collettiva. È un compito per le classi dirigenti di questa terra e non solo per la Politica.

La vicenda incredibile, scellerata e pericolosa dell’autonomia differenziata, voluta dalla Lega, è un’occasione irripetibile per creare in Calabria e nel Mezzogiorno una grande e inedita alleanza sociale e Politica, finalizzata a mantenere e rafforzare l’unità nazionale.
Affermando con chiarezza una riflessione diffusa e partecipata, relativa al fatto, e non all’ipotesi, che questa legge significa nei territori meridionali una ritirata complessiva della presenza dello Stato in settori fondamentali per una reale cittadinanza come l’istruzione, la sanità, i trasporti.

È il momento quindi di allargare il campo e dialogare con tutte le forze democratiche, superando antichi e logori steccati.

Perché l’ Italia divisa in due, perché di questo si tratta, con un Mezzogiorno spopolato e desertificato socialmente ed economicamente, significa avere un Paese che in Europa sarebbe una borgata di Parigi e di Berlino e irrilevante su scala mondiale. Le forze culturali e politiche, portatrici di lungimiranza e responsabilità, invece, devono puntare con decisione sul mezzogiorno e sul mediterraneo, come aree centrali delle relazioni e dei processi internazionali.

Perché attorno a questo grande mare gravità l’80% della popolazione mondiale e a queste latitudini si decide il futuro del pianeta. E noi, popoli di questo limbo d’Europa e dell’Occidente, possiamo svolgere un ruolo incredibilmente importante, come mai successo nella storia dell’umanità.

Il Mezzogiorno quindi come terreno di confronto per generare un nuovo pensiero Politico, un campo di azione sociale con il protagonismo reale di forze culturali che oggi non hanno rappresentanza.

Lo scenario Politico attuale ha necessità di un sussulto culturale, la sinistra non può continuare ad essere divisa e frammentata. C’è bisogno di un chiaro profilo unitario e attrattivo di un mondo diffuso e senza riferimenti.

Partendo anche dal dato elettorale delle ultime elezioni europee, dove le forze dell’area di governo risultano essere minoranza. La cultura moderata presenta i segni chiari della sofferenza e della stanchezza, di essere aggregata ad una destra che è ormai lontana dal liberalismo e si connota sempre più con tratti autoritari.

Il sovranismo non appartiene storicamente alle forze moderate, che invece hanno una cultura Politica molto più consona ad Un’Europa dei Popoli che si oppone al nazionalismo. Il cosiddetto ” centro” è in cerca di nuovi approdi per fare esprimere il proprio respiro politico e un’azione utile per difendere la dignità degli esseri umani. Perché mai come ora è in gioco la prospettiva civile e la vita dignitosa di milioni di esseri umani, per cui le culture politiche che hanno sorretto l’intero novecento, e in Italia sono stati i fautori della Repubblica, hanno necessità di incontrarsi e generare una nuova e virtuosa contaminazione.

Su questi terreni vi sono segnali molto chiari e ampi spazi per edificare solidi rapporti tra sinistra e cattolicesimo democratico.
Le posizioni espresse dai vescovi meridionali e in particolare da Mons. Cecchinato e Mons. Savino, di ferma opposizione alla legge letale dell’autonomia differenziata, ne sono le espressioni più limpide e convinte.

La creazione di un campo nuovo, solidale e democratico, è compito prioritario della Politica. Ripartiamo da qui, da queste tematiche, per rigenerare il rapporto tra Politica, istituzioni e cittadini. (gt)

L’OPINIONE / Franz Caruso: Su nuovo ospedale Regione poco credibile

di FRANZ CARUSO – Fallo dove vuoi, ma fallo. Questa mia affermazione vuol essere un modo per togliere qualsiasi alibi alla inefficienza della Regione. Finora, infatti, abbiamo registrato solo un atteggiamento ostruttivo da parte del presidente Occhiuto verso la città di Cosenza e la sua area urbana. Parlano di città unica ma hanno affossato e cancellato le grandi opere infrastrutturali che avrebbero rappresentato fisicamente in maniera monumentale l’unità territoriale della intera area urbana. Sulla realizzazione della metropolitana leggera che doveva essere l’asse di unificazione dell’ intero sistema territoriale che si snoda dall’ università della Calabria fino alla città antica di Cosenza pare che sia stata solo autorizzata una transazione milionaria con la azienda aggiudicatrice dei lavori e perso l’intero finanziamento. Sul nuovo ospedale la Regione non è più credibile.

La certezza è che non si sa che fine abbiano fatti i finanziamenti pubblici ex art. 120, se è ancora disponibile la quota annunciata per il prestito Inail e, soprattutto, non si sa, come, quando e perché si avvierà il procedimento amministrativo di realizzazione del nuovo hub ospedaliero. Dalla cronaca giornalistica si apprende che il sito su cui dovrebbe essere realizzato sarebbe quello dei terreni destinati dal progetto istitutivo dell’ Unical alla costruzione del centro sportivo dell’ ateneo. Ciò che è assai strano che questa decisione sarebbe stata già assunta dal presidente della Regione a prescindere dall’ esito del nuovo studio di fattibilità, che è stato commissionato per cancellare il sito di Vagliolise.

Se così è mi pare uno spreco, quasi da configurare un vero e proprio danno erariale, l’aver stanziato ulteriori risorse dopo quelle spese per lo studio di fattibilità che la precedente amministrazione regionale aveva oltretutto commissionato sulla base di una procedura di selezione concorsuale e non attraverso un affidamento diretto, così come invece ha fatto Occhiuto. Lo ripeto fino alla noia, nessun alibi: purché si faccia fatelo dove volete . Ma non esito a manifestare dubbi e diffidenza sulla attendibilità della volontà della Regione.

Quella della “annuncite” sembra essere ormai una patologia acuta di un presidente che fa propaganda e non fa nulla di cui parla. In ogni caso, una priorità è dovuta all’intero bacino di utenza  della città e della provincia: l’ospedale civile dell’ Annunziata non può continuare ad essere censito come il peggiore presidio  d’Italia. È in gioco la sicurezza e la certezza della cura dei cittadini. Persistente l’attuale condizione senza che il commissario Roberto Occhiuto, sottolineo non a caso il commissario, possa intervenire con un piano di ammodernamento emergenziale per assicurare quanto meno gli standards minimi di sicurezza ed efficienza. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

L’OPINIONE / Francesco Garofalo: Sospensione treni durissimo colpo per il turismo

di FRANCESCO GAROFALO – La Calabria fuori dell’Italia. Dal 22 al 26 luglio prossimi, sospesi i treni per la nostra regione. Cristo in questo caso, si ferma a Battipaglia.

Un durissimo colpo per il turismo e non solo, siffatta situazione, rischia di far saltare tantissime prenotazioni presso gli stabilimenti balneari, le strutture alberghiere e i villaggi turistici. Nella zona della Sibaritide, diventa ancora più grave, per la mancanza di un aeroporto.

Se avessimo avuto una classe politica lungimirante e capace di saper guardare oltre il proprio pianerottolo di casa, così come ha fatto la Regione Campania, con un nuovo aeroporto, Salerno – Costa d’Amalfi, qui dalle nostre parti non avremo i problemi che ogni anno siamo costretti a denunciare.

La Sibaritide, una terra amata da Dio ma non dagli uomini che l’amministrano. E, poi, parliamo di turismo. Per non parlare, per chi viaggia per questioni di salute, di lavoro e dei tanti studenti che rientrano in Calabria. Ci attendiamo, con le nuove deleghe assegnate dal Presidente Occhiuto, ci sia un cambio di rotta nel settore dei trasporti. (fg)

[Francesco Garofalo è presidente del Centro Studi Giorgio La Pira di Cassano]