di FABIO CELIA E IGEA CAVIANO – Il dimensionamento scolastico è un tema che sta riguardando da vicino tutte le comunità, costretti a subire le conseguenze di una riforma nefasta per l’organizzazione e l’autonomia di numerosi plessi sull’intero territorio calabrese. Un disegno, voluto dal Governo nazionale di centrodestra, che secondo calcoli meramente ragionieristici e di bilancio, ridefinendo i parametri su cui si struttura la rete scolastica in ogni regione, finisce inevitabilmente per penalizzare le aree più fragili del Paese.
La Calabria si ritrova, dunque, a fronteggiare una nuova scure, come se non bastassero le già gravi ferite inferte dalla politica dei tagli che, di fatto, mortifica ogni tentativo di ripresa, in barba ai diritti fondamentali come quello all’istruzione. Se è vero che la Regione ha voluto salvaguardare i plessi delle aree interne più periferiche, la città di Catanzaro non può accettare passivamente un piano calato dall’alto, a giudicare dalle ipotesi di accorpamento che interessano più istituti scolastici ricadenti nel territorio comunale.
Capiamo le difficoltà che sono ricadute sulle Province, a causa di errori a monte, ma è fondamentale in questo momento non assumere decisioni forzate e aprirsi al dialogo, coinvolgendo anche i rappresentanti delle sigle sindacali di categoria finora tenuti fuori da ogni tavolo.