di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – La Calabria è carica. Vuole ripartire. Farsi strada in Italia e in Europa. Aprire strade che dall’Europa e dal resto del mondo portino fino a qui. Nei suoi paesi, sulle sue bianche spiagge e le sue verdi montagne. Per piacere e per lavoro. Per un soggiorno turistico e per un investimento economico.
Nel cuore del Mediterraneo, dove nasce uno dei porti più grandi d’Europa e dove in Sila si respira l’aria più pulita del mondo.
La Calabria pullula di convinzioni da sempre, ma spesso ha temuto di non riuscire a renderle piani di sviluppo, vittima della sua storia sommersa, ritraendosi nel suo guscio come la lumaca. Oggi non intende più ritrarsi come una volta, piuttosto vuol fare l’esperienza di illuminarsi d’ogni lampo di genio dei calabresi.
Alla definizione di “perduta e irrecuperabile” lancia un’idea, scrive il progetto e dà il via ad una sua agenda reale, dove non intende solo riempire i giorni di cose possibili, ma di fatti e di effetti speciali. Situazioni strategiche per tutto il Mezzogiorno.
Un vero genius loci, la cui associazione tra genio e luogo fisico parte dagli industriali calabresi, dal desiderio delle loro aziende, allocate sul territorio, di scandire il tempo a disposizione con un ritmo diverso rispetto al passato, senza pause d’esercizio, ma con una successione di suoni dal senso compiuto. Una composizione polifonica che la regione sposa con l’entusiasmo di un amore a prima vista, e al cui rito di nozze i calabresi intendono partecipare festanti, in regime di condivisione.
Insomma il “wow” che tutti aspettavamo per ripartire.
Unindustria Calabria ragiona su un piano di sviluppo a lungo termine che, se ben maturato, è certa, andrà a risultare non soltanto gradevole, ma essenziale per raggiungere l’obietto dell’agenda: avanzare verso l’Europa, ridurre i gap tra le cinque province, raggiungere uno stato di perequazione con il resto del paese.
La Calabria non è una definita area industriale, non ha filiere come le regioni del Centro-Nord, ma ha potenzialità di sviluppo tali che se programmate vedrebbero aderire alla sua crescita il mondo interno, ma se non programmate, e proprio secondo il modello degli appuntamenti di un’agenda, non verranno mai espresse, e l’essere relegata alla punta estrema della penisola italiana non sarà che l’eterno alibi di uno stato di sottosviluppo che per quanto intercettato e discusso, è destinato a rimanere consapevolmente irrisolto.
Unindustria gioca la carta: Calabria vince, Calabria perde. E non è azzardo, ma coscienza; non si tratta di rischio, ma di responsabilità. Non di un semplice investimento sul futuro, ma di una messa in discussione totale del presente indicativo.
Una prima agenda regionale italiana che parte dal Sud, consolida alla Calabria la sua forza e mostra all’Italia una Calabria inesauribile: turismo, industria, agricoltura ed enogastronomia.
Un perfetto Pcrr: Piano Calabrese di ripresa e resilienza per una Cilicon Calabria possibile.
Non una Calabria visionaria, ma una visione di Calabria che gli industriali lanciano di proprio conto, e che fa canestro in un sistema che mira dritto alla rigenerazione culturale, sociale, civile, politica ed economica di questa regione.
Un cambiamento possibile? Basta aprire l’agenda e ricordarsi come fare, dove è previsto arrivare. (gsc)