di MASSIMO LOPEZ – È calata la notte sulla Giornata mondiale contro il cancro: in punta di piedi, per non disturbare. Perché non ha voce per farsi largo tra i dibattiti sulla crisi di governo, che a sua volta deve contendere la scena ai dibattiti che ormai hanno abbandonato le disquisizioni sulla reale esistenza della COVID-19, su complottisti e negazionisti, per buttarsi sui vaccini. E mentre si discute sulla loro efficacia e spuntano gli “obiettori “ e gli astensionisti e debutta Sputnik, una voce, quella dell’AIRC, si è alzata chiara e forte per dire all’intervistatore che il cancro non si è lasciato intimidire dal coronavirus e continua il suo lavoro, ma che anche la ricerca continua la sua strada senza distrazioni, con un solo obiettivo: vincerlo e presto.
Ho speso quasi mezzo secolo della mia attività professionale come oncologo e nessun malato è stato mai uguale a un altro. Non si sta un minuto in trincea quando si è in guerra con il cancro. Il vaccino – che forse metterà al muro la COVID 19 – nel caso di questa malattia è il sogno proibito dei medici, dei ricercatori, dei malati. Fosse stato così facile anche per loro un simile rimedio! Se tornassi indietro mi spenderei con uguale energia e passione per i miei pazienti, che hanno combattuto la loro personale battaglia con i limiti, le paure, lo sconforto e il coraggio di ogni essere umano. Ho avuto la fortuna di vederne molti continuare la loro vita, altri uscire vittoriosi dallo scontro. Ormai lontano dall’attività clinica e di ricerca non ho abbandonato il campo e dedico questi miei anni a scrivere la Storia della medicina dell’oncologia. Per dar forza con la conoscenza alla lotta contro i tumori.
Oggi, nella Giornata mondiale contro il cancro, sento il dovere di alzare anche io la mia voce per reclamare, in nome del coro muto di migliaia di malati vecchi e nuovi, il diritto al ritorno alla normalità, se così può chiamarsi il calendario di visite, analisi, ecografie, TAC, risonanze magnetiche, agoaspirati e agobiopsie, bisturi, chemioterapia, radioterapia e controlli. Il diritto alla diagnosi e alla certezza della cura nei tempi brevi. Da un anno il cancro ha trovato un alleato impensabile nel coronavirus, che ha dirottato altrove attenzione, mezzi e risorse, espropriando il medico e il malato degli strumenti per studiarlo, curarlo e vincerlo.
È calata la notte sulle piazze di Roma, che appena un anno fa avevano il loro gazebo dell’AIRC dove tanti giovani volontari vendevano arance, marmellate e miele, per la ricerca, e la gente comprava e si sentiva parte di questa lotta contro il cancro, che ci riguarda tutti da vicino. La COVID -19 li ha costretti a vendere nei supermercati. E il coro muto, senza il colore delle arance, la bella gioventù che vendeva, la gente che comprava e sapeva, ha spento questa notte la sua voce. (ml)