di PIETRO MOLINARO – Il Corriere della Calabria, ha messo in discussione l’esistenza e il ruolo della Commissione del Consiglio Regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, strumentalizzando i gravissimi episodi criminali che stanno investendo la Sibaritide ed il Tirreno Cosentino. Davvero un pessimo servizio alla Calabria ed alla lotta alla ‘ndrangheta. Non posso permettere che venga attaccata una Commissione consiliare che lavora su un terreno tanto delicato quanto pericoloso.
L’articolo pubblicato dal giornale on-line che sminuisce e cerca di banalizzare l’attività della Commissione e prova anche a mettere zizzania tra noi componenti che in questi mesi abbiamo lavorato in piena sintonia e serietà, com’è doveroso per la tematica che trattiamo. Il tentativo è di creare tensioni tra di noi componenti della Commissione, ma, come sempre, decideremo insieme come e quando proseguire la discussione dei mesi scorsi su quanto sta accadendo nella Sibaritide e nel Tirreno Cosentino, una preoccupante situazione che merita serietà e sobrietà di linguaggio anche da parte di chi fa informazione.
Nell’articolo, si cerca di banalizzare un atto ufficiale come il Piano speciale legalità, antiracket e antiusura, approvato all’unanimità dalla Commissione e dalla Giunta regionale ed a cui si è giunti dopo un significativo percorso di audizioni che hanno coinvolto decine di organizzazioni/associazioni che quotidianamente operano per il contrasto alla criminalità organizzata.
Anziché liquidare il Piano come un atto meramente burocratico, sarebbe stata opportuna un’analisi del suo contenuto; anche per criticarlo, eventualmente, ma con cognizione di causa e dimostrando di averlo almeno letto! Il Piano comprende l’impegno alla costituzione in giudizio della Regione nei procedimenti contro la ‘ndrangheta, il collocamento obbligatorio in favore delle vittime della criminalità organizzata e dei loro familiari. Ed ancora: l’aiuto ai comuni che escono dai periodi di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni criminali, la lotta all’usura ed il sostegno alle famiglie in condizione di sovraindebitamento.
E poi, un impegno forte e costante a trecentosessanta gradi dell’intera commissione sulla cultura della legalità a partire dalle scuole. Sono stati auditi i sindacati sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e ultimamente, con una serena discussione alla presenza dell’imprenditore De Masi che ha rilasciato una toccante testimonianza, è stata approvatala Proposta di Legge per riconoscere una premialità e la possibilità di continuare a fare impresa a coloro i quali si oppongono alle pressioni della ‘ndrangheta e della criminalità organizzata. Vorremmo tutti maggiori attribuzioni alla Commissione ma non possono essere quelle della Commissione Parlamentare Antimafia che può procedere alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.
La Commissione antindrangheta è un’istituzione che lavora seriamente e dovrebbe essere rispettata senza tentare, con “mezzucci”, di delegittimarla. Per il bene della Calabria. E di nessun altro! (pm)