di VITO SORRENTI – Ho seguito con attenzione i vari interventi che hanno alimentato il dibattito relativo a “Calabria Straordinaria” e vorrei, in questa sede, esplicitare alcune modeste considerazioni.
Se è vero che la grandezza di un popolo è direttamente proporzionale alla sua capacità e alla sua volontà di fare il proprio dovere, allora la prima cosa da fare è quella di educarlo al rispetto delle regole. Ma prima ancora è necessario che la sua classe dirigente metta in atto tutte le misure e adotti tutti i provvedimenti necessari per rendere fruibili i diritti, in primis il diritto al lavoro e a seguire il diritto alla salute, il diritto all’istruzione, ecc. ecc.
Ciò premesso, non posso non rilevare che, in ordine a quanto sopra, nella terra che mi ha dato i natali e che mi ha costretto all’età di 15 anni a lasciarla per andare a cercare fortuna sotto altri cieli ed altre stelle, non si è mai riusciti a promuovere le condizioni per rendere effettivo l’esercizio di tali diritti, tant’è che i suoi lavoratori continuano ad emigrare, i suoi malati ad intraprendere i così detti viaggi della speranza e i suoi studenti a frequentare atenei al di fuori dei confini domestici.
Di questi mali il maggiore è quello che vede la fuga dei cervelli: come potrà mai risollevarsi dal punto di vista economico, sociale, culturale ecc., una Regione che vede una costante e copiosa emorragia delle sue risorse migliori? È un diabolico ossimero il fatto che la Regione più povera con le sue provincie agli ultimi posti per quanto riguarda la Qualità della Vita, si concede il lusso di dare a quelle più ricche i suoi frutti più buoni, ossia i suoi laureati, costati alle loro famiglie ingenti investimenti, rinunce e sacrifici.
È chiaro che una siffatta situazione non incentiva al rispetto delle regole e allo svolgimento dei propri doveri, ma è altrettanto chiaro, per constatazione diretta, che vi è un altissimo numero di cittadini che non fanno il loro dovere, che non concorrono, secondo le loro possibilità al progresso materiale e spirituale della società. E sono proprio costoro che si lamentano di più perché la sanità non funziona, perché le infrastrutture sono insufficienti, perché i trasporti sono da terzo mondo, ecc. ecc. Alla luce di ciò, la domanda sorge spontanea: con quali risorse implementare e gestire i servizi se molti dei suoi fruitori non adempiono ai doveri fiscali o lo fanno solo parzialmente?
È un dato di fatto che la Calabria non dispone di ingenti risorse. E per tale motivo ritengo insopportabile il lusso di elargire regali natalizi alle Regioni che stanno meglio di noi. (vs)