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L’Unical celebra il suo 50esimo anno accademico con la lectio del premio Nobel Parisi

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di FRANCO BARTUCCIL’Università della Calabria, celebra lunedì 19 settembre, nel centro congressi dell’Ateneo Beniamino Andreatta il suo 50° anno accademico con la partecipazione del Premio Nobel per la Fisica 2021, prof. Giorgio Parisi, che terrà una lezione magistrale dal titolo Il valore della Scienza.

 Secondo il consueto protocollo di queste specifiche cerimonie il programma prevede, prima della lezione magistrale del prof. Giorgio Parisi, gli interventi di Marilena Lovoi, la più giovane dipendente UniCal in rappresentanza del personale tecnico amministrativo; Elizabeth Doria Rosales, studentessa cubana laureata in Fisica e iscritta ora al corso di informatica in rappresentanza degli studenti; Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR; Antonio Uricchio, presidente dell’Anvur, l’Agenzia nazionale che si occupa della valutazione dell’Università e della Ricerca; mentre toccherà al Rettore, prof. Nicola Leone, aprire la cerimonia inaugurale con una sua relazione attraverso la quale farà  certamente il punto sullo stato di salute dell’Università.

Una relazione che avrà una forte motivazione pensando al primo anno accademico 1972/1973 e al grande impegno che misero il primo Rettore, Beniamino Andreatta, coadiuvato dai Presidenti dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà: Paolo Sylos Labini per Scienze Economiche e Sociali; Elio Giangreco per Ingegneria; Gianfranco Ghiara per Scienze Matematiche Fisiche e Naturali; Gianvito Resta subentrato a Paolo Prodi per Lettere e Filosofia. Organi che insieme al Comitato Tecnico Amministrativo puntarono a dare alla Calabria un Centro culturale, scientifico e formativo di eccellenza utile al suo sviluppo. 

«Dopo mezzo secolo – si legge nel testo di presentazione dell’evento predisposto dal polo di comunicazione dell’Ateneo – l’Università della Calabria è diventato il campus immaginato da Andreatta (non ancora portato a completamento secondo gli elaborati del concorso internazionale), al servizio di oltre 25 mila studenti. È il più grande d’Italia; con i suoi 200 ettari immersi nel verde (in origine ne erano previsti 600), ed è in grado di ospitare, insieme ad aule e a 120 laboratori, oltre 2.500 posti letto, 5 mense, due teatri, due cinema, due anfiteatri, il sistema bibliotecario più grande del Sud Italia, l’orto botanico e i musei, un Centro sportivo, il Centro Sanitario, un polo d’infanzia, un incubatore di startup innovative, un Polo tecnologico che si sviluppa intorno a una innovativa sorgente a raggi X. Ed è un’università che, dal profondo Sud Italia, non rinuncia alla sua vocazione internazionale e al suo protagonismo oltre i confini nazionali, come testimoniano le oltre 5000 domande di iscrizione da studenti provenienti dall’estero, i tanti progetti vinti, i risultati eccellenti ottenuti in bandi competitivi, le posizioni di rilievo guadagnate nelle varie classifiche». 

Sarà per l’Università della Calabria una giornata di straordinaria importanza che si chiuderà in serata con un incontro musicale nel Teatro Auditorium dell’Unical,  dove si svolgerà  un concerto di Goran Bregovic: un compositore unico, capace di contaminare insieme le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock. Per questo atteso ritorno in Italia, a distanza di 3 anni dall’ultimo tour, Goran Bregovic sarà accompagnato dalla sua Wedding and funeral band, per un concerto che si preannuncia come una grande festa.

Fin qui il programma della giornata senza trascurare un sintetico ricordo di quel primo anno accademico 1972/1973 ch’ebbe inizio subito dopo la chiusura del primo bando di concorso di ammissione ai tre corsi di laurea attivati: Ingegneria, Scienze Economiche e Sociali, Fisica per una disponibilità di 600 posti, che alla chiusura del bando fissata al 5 ottobre 1972 si raccolsero complessivamente 996 domande d’iscrizione. Se ne immatricolarono 590, così suddivisi per territorio: 511 della provincia di Cosenza, 63 della provincia di Catanzaro e 15 della provincia di Reggio Calabria.

La parte storica della nascita 

In quei giorni l’attenzione era pure rivolta al risultato del concorso internazionale indetto per la raccolta di manifestazioni d’interesse per la costruzione delle strutture della nuova Università, la prima in Calabria e la prima attivata dalla Repubblica Italiana con riconoscimento di istituzione statale. 

È il Rettore Beniamino Andreatta che diffonde un comunicato stampa attraverso i giornali che viene pubblicato il 24 settembre 1972, nel quale si porta a conoscenza che per il progetto dell’Università si sono iscritti ben 500 gruppi di progettazione appartenenti a 25 diversi Paesi europei, con una copertura del 29 per cento di progettisti italiani.

«Non vi è dubbio – dichiara il Rettore Andreatta nella sua nota stampa – che tale massiccia partecipazione evidenzi l’interesse veramente eccezionale che l’impostazione data al problema ha suscitato nell’ambiente professionale europeo; e se definiamo tale interesse eccezionale è perché mai, in analoghe esperienze, si era registrata la partecipazione di oltre 500 gruppi di progettazione. L’Università della Calabria, così, pur tra perplessità non ancora definitivamente fugate, si avvia verso la sua realizzazione sotto i migliori auspici».

«Ora, la classe dirigente calabrese, a cui va ogni merito se l’Università della Calabria sarà realizzata secondo la impostazione data con la legge istitutiva, dovrà, compatta, provvedere a che non manchino i fondi necessari alla fase della realizzazione, che seguirà alla scelta del progetto. I tempi programmati dal Rettore, dal Comitato Tecnico Amministrativo e dai Comitati Ordinatori sono stati fino ad oggi rispettati. È auspicabile che nessuno intralcio si frapponga al prosieguo dell’attività dei suddetti organi, che, da quando insediati, hanno dimostrato sempre una encomiabile fruttuosa attività».

Alla luce degli auspici  fatti dal Magnifico Rettore Beniamino Andreatta è il caso di far notare che purtroppo il progetto dell’Università è rimasto tronco fermo sulle colline di contrada Vermicelli di Rende senza alcun sbocco fino a contrada Settimo di Montalto Uffugo che si chiudeva con la stazione ferroviaria di servizio sulla tratta ferroviaria Cosenza/Paola/Sibari.

Il primo anno accademico per gli studenti immatricolati iniziò a metà ottobre con dei corsi di azzeramento in matematica; mentre l’anno accademico ebbe inizio per i tre corsi di laurea attivati come sopra detto a metà novembre. Gli studenti di fisica seguivano le lezioni presso l’Istituto Industriale “Monaco” di Cosenza, quelli di Scienze Economiche e Sociali presso l’Inapli di via Sicilia; mentre gli studenti di ingegneria avevano la loro sede di studio nell’aula circolare dell’edificio polifunzionale, dove il 20 dicembre si tenne la cerimonia inaugurale sia dell’aula che dell’anno accademico.

Alcuni alberghi di Cosenza ed istituti religiosi venivano utilizzati come residenze per gli studenti e studentesse in attesa della disponibilità delle prime maisonettes di Arcavacata in fase di costruzione. La prima mensa universitaria trovò sede nell’albergo Excelsior di Cosenza, mentre il Rettorato e gli uffici amministrativi erano funzionanti in alcuni piani di palazzo Ferrari e sotto i portici in Piazza dei Bruzi.

«La nuova università – dice sempre il Rettore Andreatta attraverso le pagine della Gazzetta del Sud del 28 ottobre – deve collegarsi e integrarsi in tutti i modi con l’ambiente e la vita circostante e deve costituire un centro di propulsione sotto ogni aspetto. Gli edifici, le attrezzature, i mezzi tecnici, così come gli strumenti giuridici forniti dallo statuto, alcuni dei quali sono del tutto nuovi nella nostra legislazione, costituiscono solo una condizione necessaria per il pieno successo della nuova Università; la condizione sufficiente sarà costituita dagli uomini-studenti, docenti, amministrativi – che la faranno vivere. Di questa verità tutti i membri dei Comitati Ordinatori e del Comitato Tecnico Amministrativo sono profondamene convinti: essi hanno fatto e stanno facendo tutti gli sforzi umanamente possibili per realizzare entrambe le condizioni che possono consentire un esito positivo a questo grande esperimento».

Il vento contrario di Catanzaro 

Con l’avvio dei corsi anche il Senato Accademico, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, il 30 novembre 1972 volle dire la sua attraverso un documento diffuso mediante gli organi d’informazione, in cui indirizzava un appello rivolto alle componenti politiche e alla stessa società calabrese chiedendo atti di solidarietà e sostegno verso il rapido decollo dell’Università, alla luce di alcune voci che giungevano da Catanzaro dove erano in atto azioni mirate a creare una libera università. 

Un documento in cui il Senato Accademico fa riferimento alla presenza di tali operazioni che vanno contro l’impegno dei docenti e studenti dell’Università della Calabria. Proprio gli studenti, riunitisi in assemblea esprimono una esplicita condanna del tentativo di istituire altre università in Calabria, anche se libere, da parte di alcune forze  politiche «il cui unico disegno – dicono gli studenti – è di dar vita ad una proliferazione di facoltà nel territorio calabrese con conseguente rinascita di campanilismi che certamente non giovano allo sviluppo economico e sociale della nostra regione».

Anche gli operai addetti alla costruzione dell’edificio polifunzionale, del blocco delle prime residenze e della mensa universitaria, invitati alla cerimonia inaugurale dell’aula circolare e del primo anno accademico dallo stesso Rettore Beniamino Andreatta, che si svolge nella mattinata del 20 dicembre 1972, alla presenza del Senato Accademico, del corpo accademico e del Comitato Tecnico Amministrativo, hanno da lamentarsi pubblicamente attraverso un documento con il quale vedono in pericolo, con la costituzione della libera università di Catanzaro, il loro futuro occupazionale per la mancanza dei relativi fondi da destinare alla realizzazione delle strutture dell’Università.

Ma sono le parole del Rettore Andreatta che li rasserena affermando che «Ormai nessuno può fermare il cammino di una Università che si avvia a diventare la più moderna del nostro Paese e una delle più avanzate d’Europa».

L’area di Arcavacata è ormai un cantiere aperto anche se nel frattempo si registrano voci discordanti dell’on. Giacomo Mancini nei confronti del Rettore Andreatta critico sul suo modo di governare la nascente università. Ma questa è un’altra storia che in questo momento esula dall’importanza dell’avvio delle attività didattiche e scientifiche dell’Ateneo che registra pure nel mese di dicembre la prima convocazione degli studenti per eleggere tre loro rappresentanti che dovranno far parte del Consiglio di amministrazione dell’Opera Universitaria, costituita dal Rettore Andreatta a norma dell’art. 189 del Testo Unico, per occuparsi della gestione dei servizi residenziali.

Vengono eletti gli studenti Aldo Semeraro, Paolo Guaglianone e Francesco Zaffino. È l’inizio della nascita in embrione del Campus universitario. (fb)

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