di FILIPPO VELTRI – Sono anni che andiamo scrivendo che le sole due cose che davvero hanno funzionato dalle nostre parti negli ultimi decenni sono il porto di Gioia Tauro e l’Università della Calabria. I record che raggiunge lo scalo di Gioia, nonostante i tanti problemi a livello europeo, sono scanditi settimane dopo settimane da cifre, numeri, approdo di meganavi etc etc. Il Campus di Arcavacata idem.
Alcune sere fa se ne sarà accorta tutta l’Italia (non sappiamo però se se siano resi conto i calabresi), quando Georg Gottlob, che ha lasciato Oxford per la Calabria ed è uno dei maggiori esperti di Intelligenza artificiale, a Cinque minuti di Bruno Vespa su Rai 1, ha detto un paio di cose: 1) L’Università della Calabria è da tanti anni che lavora su questo e mi attira molto, ho già lavorato con loro; 2) La Calabria è bellissima, abitiamo a Paola ed è un posto fantastico dove ho trovato una grande accoglienza.
L’ ultima sull’Unical, in ogni caso, per gli immemori di casa nostra è questa: dopo l’aumento di immatricolazioni del 2020/2021, il sistema universitario pubblico arretra al livello pre-pandemia ma solo Unical è sempre in crescita in tutti e 4 gli anni con due soli altri atenei del Paese. Un nuovo primato quindi per l’Università della Calabria, che risulta il primo grande ateneo statale in quanto a crescita di immatricolati al Sud, segnando oggi un +23% rispetto al pre-pandemia (anno 2019/2020), e tra le sole 3 università d’Italia a vantare un aumento in ciascun anno del quadriennio, nel numero di studenti neo-iscritti.
Il risultato appare ancor più rilevante nel confronto col sistema universitario statale italiano, che nello stesso periodo risulta a crescita zero, per cui l’aumento Unical è di ben 23 punti percentuali al di sopra della media nazionale. Infatti, dall’analisi dei dati dell’Anagrafe Nazionale Studenti resi recentemente disponibili dal Ministero dell’università e della ricerca sulle nuove iscrizioni ai corsi di laurea triennale e a ciclo unico, emerge che il sistema universitario statale, che contava 275.812 immatricolazioni nel 2019/2020, ha avuto una forte crescita (+5,2%) dopo l’inizio della pandemia, a cui è seguito però un rimbalzo negativo con due anni consecutivi di perdita degli iscritti, e una lieve ripresa quest’anno (+1,9%), che l’ha riportato ai livelli pre-pandemia, con 275.768 immatricolati nel 2023/2024, appena 44 studenti in meno del 2019/2020.
L’Università della Calabria, invece, ha segnato un significativo aumento nel quadriennio, passando da 3.834 immatricolati del 2019/2020 a 4.704 del 2023/2024 con una crescita percentuale del 23% contro la media nazionale pari allo 0%. L’Unical registra quindi, dall’anno pre-pandemia 2019/2020 a quello attuale, la crescita più alta in assoluto tra tutte le grandi università statali del Sud, inclusi i mega atenei, e registra uno dei più alti tassi di sviluppo tra tutte le università d’Italia.
L’Università della Calabria non solo ha mostrato una crescita significativa sul quadriennio, ma è riuscita a posizionarsi in modo positivo rispetto ad altre università italiane, anche quest’anno. Il confronto tra gli immatricolati del corrente anno 2023/2024 con il precedente 2022/2023 evidenzia, infatti, un incremento del 9%, che la fa passare da 4.316 immatricolati ai 4.704 attuali. Si tratta di una delle migliori performance tra le università italiane, molto al di sopra della media nazionale che, pur in ripresa, si ferma all’1,9%, ben 7 punti percentuali al di sotto della crescita Unical.
Uno dei punti di forza dell’Università della Calabria, che ne ha decretato il successo, è sicuramente la qualità dell’offerta didattica, completamente rinnovata negli ultimi anni con l’apertura di nuovi corsi e l’ammodernamento di quelli esistenti. La residenzialità è un altro punto di forza: grazie a un patrimonio in costante ampliamento, l’Unical accoglie tutti i vincitori di borsa di studio nei suoi 2.500 posti, che la rendono prima in Italia in quanto ad alloggi per iscritti in corso, con un rapporto superiore al 15%, il quadruplo della media nazionale, che salirà ulteriormente grazie alle nuove residenze in corso di completamento.
La crescita costante dell’ateneo non solo porta benefici agli studenti, ma ha (potrebbe avere) anche un impatto positivo sulla regione stessa. L’ateneo può diventare infatti un motore di sviluppo per attrarre risorse e aziende nella regione, come sta già accadendo, ad esempio, nel settore ICT. Inoltre, la formazione di giovani professionisti altamente qualificati contribuisce a colmare il divario di competenze nel mercato del lavoro e a promuovere lo sviluppo socio-culturale della regione.
«I dati del Mur – dice il Rettore, Nicola Leone – danno uno spaccato dell’evoluzione delle università italiane e di quale sia stato l’impatto della pandemia. Questo è in effetti il primo anno di completo ritorno alla normalità, tanto che a livello nazionale il numero di iscritti è sovrapponibile a quello dell’ultimo anno pre-pandemia. Ma in questo confronto col 19/20 – che coincide con l’avvio del mio mandato – spicca il dato dell’Unical che ha dimostrato una crescita straordinaria e persistente, reggendo bene anche all’onda d’urto del periodo pandemico. Ciò è dovuto certamente alla coraggiosa e profonda revisione dell’offerta formativa, che si è aggiornata globalmente rendendo i corsi innovativi e al passo con i tempi, offrendo programmi di avanguardia e rispondenti alle esigenze del mondo del lavoro. Ma anche all’alta qualificazione del corpo docente, rafforzato dalle politiche di reclutamento mirate ad attrarre studiosi altamente qualificati».
Gottlob arriva e ringrazia. L’Unical, e non solo. (fv)