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ROSATELLUM: MIRACOLI E STRAVAGANZE
CHI VINCE, CHI PERDE E CHI NON SI DÀ PACE

Elezioni politiche 2022

dalla REDAZIONE ROMANA – Non è tutto oro quello che luccica. Certo, il Rosatellum, legge molto complicata e che favorisce le alleanze, ha consegnato in Calabria al centrodestra la maggioranza dei seggi assegnati (8 su 13 alla Camera, 4 su 6 al Senato), ma un’analisi più accurata dei flussi elettorali rispetto alle Regionali di un anno fa riserva qualche sorpresa.

Cominciamo da quello più importante e che, al netto dell’attribuzione dei seggi, ridimensiona i termini della vittoria della coalizione guidata in Calabria dal presidente Roberto Occhiuto. Ebbene, rispetto alle regionali dell’ottobre 2021, il centrodestra calabrese perde più di 14 punti percentuali (passa dal 55,72% al 41,35%) e 127.000 voti (da 424.666 a 297.541). Occorre tenere conto che alle politiche hanno votato 78.000 elettori in meno, ma questo dato va ovviamente spalmato su tutte le forze politiche in campo e quindi poco influisce su questo considerevole calo. Peraltro, secondo molti analisti i voti persi finiscono molto spesso nell’astensionismo.

All’interno della coalizione di centrodestra, si registra che Forza Italia rispetto alle regionali perde pochissimo in percentuale (1,7%) e voti (meno di 20.000), anche se nel 2021 c’era anche una seconda lista riconducibile al partito di Berlusconi, Forza Azzurri, che conquistò 61.000 voti e l’8%. Se si dovessero sommare i dati delle due liste azzurre alle regionali, la flessione di Forza Italia sarebbe ben più ampia, ma è molto arduo calcolare il flusso di Forza Azzurri che aveva anche una caratterizzazione civica.

La Lega rispetto alle regionali, che già avevano segnato una sua flessione, perde ulteriori 2,5 punti e quasi 22.000 voti, attestandosi ad un deludente 5,79%.

Ovviamente, la parte del leone nel centrodestra la fa Fratelli d’Italia che, pur registrando una percentuale più bassa della media nazionale del partito della Meloni, riesce a più che raddoppiare i suoi voti rispetto alle regionali dello scorso anno, passando da 66.277 voti a 136.479, con un incremento percentuale di ben 10 punti.

Praticamente cancellato dal voto il polo moderato fornato da Udc, Coraggio Italia e Noi con l’Italia (appena l’1%) che pure aveva avuto un exploit alle regionali con 100.000 voti e più del 13%. Assai probabile che il disciolto patrimonio dei centristi si sia spalmato sulle altre forze di centrodestra oppure finito nell’astensionismo.

Sull’altro fronte, quello del centrosinistra, si registra che il Partito Democratico è sostanzialmente stabile rispetto alle regionali, con un quasi impalpabile incremento di 1 punto percentuale e appena  3.000 voti in più.

Chi invece – pur quasi dimezzando i voti rispetto alle politiche del 2018 – inverte il trend negativo delle regionali è il movimento Cinquestelle che passa dal deludente 6,48 di un anno fa all’attuale 29,38 con un incremento di 22,9 punti, diventando il primo partito calabrese.

Non è valutabile in termini di paragone la performance di Azione-Italia Viva che supera di poco il 4%, lontano dalla media nazionale del partito di Calenda e Renzi, comunque non presente alle regionali dello scorso ottobre.

Incrociando questi dati, facilmente consultabili su Eligendo, si può trarre la conclusione che la coalizione PD-Cinquestelle che aveva affrontato le regionali con risultati deludenti, appena il 27,42%, se si fosse presentata unita avrebbe superato il 47%, con un incremento di quasi 20 punti rispetto ad un anno fa. Si tratta in ogni caso di una somma aritmetica, non sempre applicabile in politica, ma è del tutto evidente che una simile alleanza giallorossa avrebbe avuto notevoli chances di vincere quasi tutti i collegi uninominali in Calabria. Ragionamento del tutto teorico, ma fino ad un certo punto, visto che il “campo largo” fallito a livello nazionale, ha recentemente conquistato vittorie importanti alle comunali di Cosenza e Catanzaro.

Per quanto riguarda l’attribuzione dei seggi, chi paradossalmente esulta in Calabria, è la Lega che nonostante la riduzione dei parlamentari passa da un solo deputato (Furgiuele) a due deputati (Loizzo e Furgiuele) e un senatore (Minasi). Miracoli del Rosatellum. (rrm)

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