di SANTO STRATI – Se qualcuno volesse sminuire il significato del piazzamento nella classifica del Sole 24 Ore dei più apprezzati Presidenti di Regione, direbbe che ha preso la “medaglia di cartone” (IV posto). Ma sarebbe in malafede e in grande torto perché il monitoraggio (sulla cui serietà non c’è da discutere) del quotidiano della Confindustria sugli amministratori locali fotografa una realtà di cui andare orgogliosi. Mentre la triade del Nord (Fontana è al VI posto) auspica l’autonomia differenziata (ai danni delle regioni meridionali), c’è un governatore del Sud che conquista una quarta, prestigiosissima, posizione e la prima di tutto il Mezzogiorno, a significare il gradimento per un lavoro che è appena iniziato.
Una partenza che ha rivelato ai calabresi le buone intenzioni e i tanti propositi di rinnovamento dell’ex capogruppo di Forza Italia alla Camera. Roberto Occhiuto ha fatto una scommessa su se stesso e, siamo convinti, non disdegna un eventuale bis a fine mandato, con buona pace di quanti hanno messo in giro, nella passata settimana, una presunta volontà di mollare tutto e candidarsi alle europee.
Occhiuto si è premurato a smentire, confermando di essere totalmente (e convintamente) preso dall’impegno di trasformare la Calabria, ma, d’altro canto – chi glielo farebbe fare di mollare Germaneto, dove l’aria è pulita e raccoglie le brezze marine che provengono da Lido, per andare a “intossicarsi” nello smog di Bruxelles o Strasburgo?
Prestigioso incarico, per carità, ma vuoi mettere quanto conta un Presidente di Regione?
E torniamo alla classifica del gradimento degli amministratori locali. Se Bonaccini (Emilia Romagna) conquista quasi il 70% dei consensi (tanto che sarebbe rivotatissimo nel caso di elezioni alla data del sondaggio realizzato da Noto, il più “scarso” in termini di gradimento è il governatore della Sardegna Christian Solinas con un modesto 35% distanziato a otto punti da Michele Emiliano (Puglia) ed Eugenio Giani (Toscana), quest’ultimo appaiato coi i Presidenti Marche (Francesco Acquaroli) e Abruzzo (Marco Marsilio).
In questo contesto, il 59% conquistato da Occhiuto (che gli è valso la quarta posizione) assume significato particolare.
Non che IL Governatore le abbia azzeccate tutte fino ad ora – sia ben chiaro – però tendenzialmente il giovane Occhiuto (l’atro, Mario, è senatore) sta facendo un gran lavoro non solo nel campo della sanità (dove ultima ratio rimane il pellegrinaggio a Lourdes), ma anche dell’ambiente (per la depurazione delle acque del mare) e del turismo. Quest’ultima delega Occhiuto, dopo il passaggio al Senato Fausto Orsomarso, l’ha trattenuta per sè, convinto che si debba fare un lavoro straordinario per un rilancio serio dell’attività turistica.
La Calabria nonostante le sue ricchezze naturalistiche, i suoi tesori archeologici, il potenziale inespresso del turismo religioso e l’opportunità (mal utilizzata) di quello congressuale, ancora arranca nel panorama internazionale delle mete preferite dai vacanzieri.
Una ragione ci sarà, anzi di sicuro sono tante le ragioni di questo continuo rinviare delle azioni propositive per ricettività e turismo. È cambiato poco, pochissimo, dalla nascita delle regioni nonostante le sostanziose risorse finanziarie, spesso generosamente (e inutilmente) messe a disposizione.
Il ritorno degli investimenti si esprime in decimali e questo conferma che le azioni e le iniziative fin qui intraprese non hanno espresso risultati apprezzabili, anche se bisogna riconoscere che la tendenza negli anni è comunque cresciuta in positivo.
C’è un problema di fondo che si chiama reputazione: in questa terra s’è persa – per varie circostanze e per responsabilità di chi è rimasto a guardare senza reagire – qualsiasi credibilità. La Calabria, per lunghi anni, è finita sui media nazionali (e internazionali) come terra di violenza, di sequestri (sono passati ben 50 anni dal terribile rapimento di Paul Getty che ebbe eco mondiale), di mafia (genericamente intesa) fino a che la ‘ndrangheta non ha fatto valere a livello intercontinentale tutto il suo spregevole potere. Qualcosa è cambiato, qualcosa sta cambiando, ma sono passati cinque anni da quando il New York Times (non un giornaletto di quartiere) indicava la Calabria tra le mete preferite dagli americani.
Come è stata sfruttata questa opportunità? La risposta è nei fatti e non ha bisogno di commenti. Il turismo non è offrire una pizza al villeggiante con contorno di tarantella, questo si chiama folclore e non aiuta a far crescere l’attrattore che questa terra potenzialmente sarebbe in grado di esprimere.
Servono scienza, cervello, marketing.
Gli stessi componenti che andrebbero messi a profitto (in parte sono stati usati) per la Sanità e l’Ambiente.
Occhiuto deve costituire – lo abbiamo scritto già tante volte, ma repetita juvant – una serie di task force con le migliori teste pensanti (e guarda un po’ quanti calabresi sono a disposizione, gratuitamente) per trasformare radicalmente una regione che deve diventare la California d’Europa. Un think-thank permanente fatto di persone disinteressate ai propri obiettivi, ma onestamente e coerentemente motivate solo dall’amore per questa terra. Ci sono e non si fa fatica a cercarli.
Presidente Occhiuto si circondi di ottimi collaboratori (come sta facendo per la Sanità, per combattere il mare sporco, per ridurre la burocrazia, e vedrà i risultati.
Potrà davvero aspirare a essere il presidente dei calabresi, di quelli che vivono in Calabria e degli oltre sei milioni che sono sparsi in ogni angolo della terra.
C’è da lavorare – è evidente – ma questa medaglia di “cartone” vale più del primo posto se il nostro Governatore saprà mettere a profitto idee e buoni propositi. Auguri. (s)