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Oggi la Festa della Liberazione (e della riappacificazione)

di SANTO STRATI – Oggi è un giorno speciale, quello che ricorda agli italiani la libertà ritrovata, dopo anni di una guerra sanguinosa e assurda.  E sui valori della Costituzione, ogni italiano, deve ricordare gli orrori del nazi-fascismo e rinnegare qualsiasi pseudo giustificazione del passato, di un regime che la Carta ha messo al bando, e che, qualcuno nostalgicamente incapace di rinsavire, vorrebbe in qualche modo “sdoganare”. Non ci sono giri di parole e l’antifascismo è e deve essere totale senza parzialità e dichiararsi tali non significa esaltare la controparte. Tutti i regimi sono da condannare senza riserve. Spiace, però, che esponenti delle istituzioni cerchino scappatoie per incapacità di riconoscere che il fascismo è stato il male assoluto.

La Festa della Liberazione deve servire a quella riappacificazione ancora incompleta, nonostante siano trascorsi 78 anni, che mette gli italiani autenticamente democratici e orgogliosi della propria libertà  contro i nostalgici di un passato terribile che niente e nessuno potrà mai perdonare. Si può essere di destra, ma non fascisti. L’Italia non lo permetterà mai più. Lo tenga a mente qualche politico distratto. (s)

CELEBRAZIONI IN TUTTA LA CALABRIA

Celebrazioni e iniziative anche in tutta la Calabria per il 25 aprile. A Reggio appuntamento alle 11 alla Villa Comunale con Città Metropolitana e Comune e le associazioni Alioscia, Ampa, Anpi, Arci, Legambiente e Libera e Cgil, Cisl, Uil.

A Catanzaro la celebrazione del 78° anniversario della Liberazione si svolgerà alle 10.30 a Piazza Matteotti, di fronte al Monumento ai Caduti. Alla cerimonia partecipano la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro e le autorità civili, militari e religiose. Previsto lo schieramento dei reparti di formazione in armi composto da tre plotoni interforze e l’ingresso dei Gonfaloni della Regione Calabria, della Provincia di Catanzaro e del Comune capoluogo, da quest’anno decorato di Medaglia d’Oro al Valor Civile e dei Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

A Cosenza la cerimonia si terrà in Piazza Vittoria alle 11. Previsti l’alzabandiera, la lettura del messaggio del Capo dello Stato  e del ministro della Difesa.

A Vibo Valentia cerimonia alle 11 in Piazza XXIV Maggio, promossa dall’Associazione Nazionale Partigiasni d’Italia con associazioni, sindacati e partiti politici. Partecipano, tra gli altri, Libera e la CGIL provinciale.

A Crotone, appuntamento pin Piiazza Umberto I alle 9.15. Il Prefetto sarà accompagnato dal comandante della Capitaneria di Porto. Partecipano autorità civili, militari e religionse.

Il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha diffuso un messaggio ai calabresi: «Le libertà, la democrazia e la solidarietà hanno radici profonde nella ‘Festa della Liberazione’ dal nazifascismo, che ricorda una pagina fondamentale della nostra storia, allorquando si sprigionarono le energie positive che consentirono la rigenerazione nazionale. E si ebbe l’affermazione, grazie al coraggio di uomini e donne che hanno pagato prezzi altissimi, della democrazia e dello Stato di diritto. A quelle istanze etiche e a quei valori compendiati nella Carta Costituzionale occorre sempre fare riferimento, soprattutto in un contesto geopolitico internazionale attraversato da pulsioni totalitarie e offuscato, in Europa, dall’aggressione della Russa al popolo ucraino. L’impegno a cui oggi siamo chiamati, ciascuno per la propria responsabilità, è dare concretezza ed effettiva agibilità ai diritti costituzionali dei cittadini su tutto il territorio nazionale, per incrementare la coesione sociale e la fiducia nelle Istituzioni».

Secondo la CGIL Calabria «Oggi più che mai è, non solo doveroso, ma anche necessario commemorare il 25 aprile. L’Anniversario della Liberazione del nostro Paese, il sacrificio di quanti sono stati impegnati nella Resistenza, le conseguenze della dittatura fascista prima e del suo asservimento al nazismo, sono parte integrante della storia italiana e dei principi cardine della Costituzione. I tentativi di svilirne il significato da parte del centrodestra, i continui tentativi di revisionismo storico, sono campanelli di allarme che si affiancano a provvedimenti del governo che sembrano volere riportare l’Italia indietro. È importante allora più che mai che questo sia un 25 aprile di Resistenza, Antifascismo e valorizzazione della nostra Carta Costituzionale. Ma anche un 25 aprile di pace e libertà, di speranza per il Sud e per il lavoro. Ecco perché ribadiamo la nostra opposizione all’autonomia differenziata, un disegno che mina alle fondamenta l’unità del Paese riducendolo ad un assembramento di ‘statarelli’ e lasciando indietro il Sud. Su temi come la sanità, la scuola, i trasporti si creerebbe una secessione di fatto, veri e propri strappi e un impoverimento progressivo dei territori che porterebbe ad un aumento dell’emigrazione e dello spopolamento premiando chi ha maggiori risorse. A proposito dell’idea di Paese che il governo cerca di propinare, non possiamo non stigmatizzare come lo stesso vocabolo sia sempre meno usato dal centrodestra a favore di termini privilegiati dal Ventennio come quello di ‘nazione’, nel nome del quale il ministro dell’Agricoltura parla dell’immigrazione come un tentativo di ‘sostituzione etnica’. Noi che in Calabria abbiamo vissuto la tragedia di Cutro non possiamo che inorridire di fronte all’idea stessa e all’uso di termini propri della cultura nazista, intrisi di razzismo e logiche lontane dalle fondamenta del nostro Paese.  Ecco perché come Cgil riteniamo che ci sia la necessità di una lotta antifascista quotidiana, a favore di un Paese democratico, unito e accogliente, basato su un lavoro governato da logiche sane. Che sia 25 aprile sempre!»

Il segretario generale della CISL Luigi Sbarra ha detto che il 25 aprile «ci ricorda il valore universale della lotta per l’autodeterminazione e la democrazia. “La Resistenza questo è stato: un moto eroico di dignità, coraggio e fratellanza umana, in cui il Paese, con le sue diverse culture popolari, socialiste, comuniste e liberali, si è unito contro la violenza ed il sopruso nazifascista. Sacrificio che ha posto le basi della nostra Costituzione ed ha indicato in tutta Europa la via dell’integrazione e di una pace duratura. Ma pace, democrazia e libertà, come ha detto il presidente Mattarella, mai sono acquisite per sempre: bisogna costruirle e difenderle ogni giorno, ovunque siano minacciate. Ecco perché non possiamo che sostenere l’eroica resistenza ucraina di fronte alla sanguinaria aggressione russa. Un sostegno che richiede posizioni nette, non ammette equidistanze ambigue e non può esaurirsi nelle sole parole: dev’essere invece concreto e tangibile e tradursi in supporto vero, materiale e logistico, verso la popolazione, i profughi ed i combattenti. È fondamentale indurre le truppe di Putin al cessate il fuoco e ridare piena titolarità alle diplomazie. La pace è l’obiettivo da raggiungere: ma deve essere una pace dignitosa per l’Ucraina e non può coincidere con le ambizioni imperialistiche di un autocrate che vorrebbe spostare i confini d’Europa con i blindati. In gioco c’è l’Europa tutta e i valori delle democrazie liberali sanciti anche dal sangue dei nostri partigiani”.

Un documento della UIL sottolinea che «La liberazione dal nazifascismo avvenuta grazie alla lotta dei partigiani italiani e delle forze alleate è una delle pagine più belle del nostro Paese. Per la UIL la festa del 25 aprile incarna i valori della libertà e della democrazia che vanno costantemente difesi e vivificati. Quest’anno festeggiamo il 25 aprile in una situazione drammatica per l’Europa.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un fatto inaudito contro l’autodeterminazione dei popoli e rappresenta un atto di guerra inaccettabile. La UIL, fin dal primo minuto dell’invasione, è stata al fianco del popolo ucraino. La federazione russa si sta macchiando di odiosi crimini di guerra nei confronti della popolazione civile, in particolare su donne e bambini, per i quali dovrà rispondere. L’Italia, l’Europa e tutto l’Occidente devono incrementare gli aiuti all’Ucraina con ogni mezzo, sostenendo attivamente la resistenza del popolo ucraino». (rrm)

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