«A distanza di quasi otto mesi, purtroppo, la relazione conclusiva non sarà sufficiente a dare concreto impulso al riavvio dell’iter del progetto, come le due Regioni Sicilia e Calabria richiedono da mesi all’unisono, mettendo in evidenza la valenza dell’opera per l’intera nazione e per l’Europa». È quanto si legge in una nota dell’Assessorato regionale alle Infrastrutture, guidato da Domenica Catalfamo, commentando gli esiti del lavoro svolto dal gruppo di lavoro a cui il Governo Conte, a settembre, aveva conferito il mandato di “rivisitare” tutte le alternative studiate nei decenni, esprimendo un parere finale sulla fattibilità del Ponte sullo Stretto.
Per l’Assessorato, «gli esiti dello studio, confermando la mission affidata alla commissione dal precedente Governo, se non reindirizzati e rivisitati, non forniranno gli elementi che oggi serviranno all’attuale Governo per la propria decisione».
«Il gruppo di lavoro – è scritto in una nota – confermando l’improponibilità delle “soluzioni tunnel”, fa ritenere che non si soffermi adeguatamente sulla componente territoriale già pienamente definita negli strumenti urbanistici dei Comuni interessati e sulle relative azioni procedurali, da svolgere nel caso si optasse per un nuovo progetto, con uno sguardo anche alle opere compensative comprese nel quadro economico del progetto approvato che valgono un miliardo».
«Rispetto all’analisi comparativa – specifica l’assessorato – non emerge un confronto sulla tempistica operativa delle varie soluzioni nonostante sia evidente che qualunque nuova alternativa (se esistesse) richiederebbe anni. A solo titolo di esempio, per la soluzione a “tre campate” non si riscontrano considerazioni sulle problematiche costruttive delle pile in acque profonde con le relative criticità evidenziate nel passato dai più autorevoli esperti del settore, contenute negli atti ufficiali e che hanno indotto a suo tempo a scartare anche il ponte a più campate pur essendo la prima opzione esaminata. Questo è facilmente confermato dai pareri e dalle approvazioni, derivanti dall’esame di tutte le opzioni che qui vengono rimesse in discussione, e che sono state a suo tempo rilasciati anche da Anas, Rfi e Consiglio superiore dei lavori pubblici, rappresentati nella commissione».
«Non si rilevano approfondite considerazioni – si evidenzia tra l’altro – sull’avanzatissimo monitoraggio ambientale, né sul dettaglio della cantierizzazione che ha risolto molte problematiche locali con l’ulteriore vantaggio di un positivo riuso dei materiali di scavo ai fini del ripascimento di litorali ormai in avanzato stato di erosione, previsti nel progetto approvato. Né, da una prima analisi dello studio appena pubblicato, si riscontrano le indispensabili valutazioni di carattere economico o sulle ricadute occupazionali immediate e future o sui costi derivanti dal contenzioso in essere, con le palesi pesanti conseguenze erariali».
L’assessore Catalfamo, dopo aver trovato conferma della fondatezza di quanto già espresso formalmente durante l’audizione con la commissione, lo scorso dicembre, rileva quale nota positiva «il pregio delle analisi effettuate che potranno comunque costituire lo spunto per la discussione parlamentare e le relative valutazioni».
«Riponiamo la nostra fiducia nel Governo Draghi che, certamente – ha concluso Catalfamo – non tradirà le aspettative e procederà partendo proprio dalla conclusione della relazione che recita testualmente: “Il gruppo di lavoro ritiene che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento e riqualificazione dei collegamenti marittimi”. In attesa delle valutazioni parlamentari, sarà chiesto già nei prossimi giorni un confronto con la Commissione affinché nuove possibili integrazioni forniscano all’attuale Governo concreti strumenti di decisione». (rcz)