L’Amministrazione comunale di Catanzaro, guidata dal sindaco Nicola Fiorita, ha scelto di cercare il partner privato migliore, specializzato in costruzione e gestione di opere, per assicurare al porto un assetto funzionale definitivo, sostenibile e dunque con la prospettiva di giocare un ruolo strategico per lo sviluppo socio economico del Capoluogo.
Le ragioni che hanno indotto Palazzo De Nobili a intraprendere la strada sostanziata nell’atto di indirizzo sono rese esplicite dalla delibera adottata dall’esecutivo.
L’intervento ricade nel Piano di azione e coesione (PAC), complementare alla programmazione europea 2014-2020, con il quale la Regione ha destinato al completamento del porto 20 milioni di euro. Il progetto definitivo, predisposto dal raggruppamento temporaneo di professionisti: F&M Ingegneria spa, SISPI srl, F&M divisioni impianti srl, GIA Consulting srl, è stato consegnato all’Amministrazione Comunale a fine giugno 2019.
Quel quadro economico, tuttavia, risulta oggi sostanzialmente raddoppiato per due ragioni: lo straordinario aumento dei prezzi, stimato dai progettisti in 6 milioni di euro, nonché le prescrizioni e gli adeguamenti ascrivibili alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA). Quest’ultima ha comportato, fra l’altro, la necessità di lavorazioni e attività aggiuntive che, pur senza alterare la sostanza del progetto, hanno dovuto essere recepite attraverso il suo aggiornamento, determinando un ulteriore costo complessivo per ben 15 milioni di euro. Una lievitazione, quest’ultima, che ha indotto il Comune ad avviare una interlocuzione con la Regione cui è stato proposto di riprogrammare/rimodulare il piano finanziario, anche in termini di dotazione aggiuntiva o diversa, finalizzata alla riqualificazione del fondale e del litorale adiacente alla struttura portuale per adempiere alle prescrizioni VIA. L’auspicio di Palazzo De Nobili è che il confronto con l’amministrazione regionale, già ben avviato, vada definitivamente a buon fine perché questo, ovviamente, renderebbe l’operazione porto più sostenibile sul piano economico e quindi sicuramente più appetibile per il potenziale partner privato, al 51% come prevede la legge, chiamato a completare la struttura per poi gestirla.
È questo dunque il quadro sintetico che ha indotto il governo cittadino a cercare un’alternativa praticabile, rispetto al dato oggettivo di un volume di risorse ormai insufficiente a dare alla città un porto, destinato ad attività diportistiche, all’altezza delle ambizioni del Capoluogo in tema di sviluppo turistico.
L’atto di indirizzo approvato dalla giunta, sebbene di natura eminentemente politica, è una scelta di strategia non certo priva di conseguenze pratiche. L’esecutivo ha infatti demandato agli uffici competenti la valutazione preliminare di convenienza e fattibilità, nonché tutti gli eventuali, successivi e consequenziali atti, previsti dalla normativa vigente. Ciò significa che dopo la decisione dell’esecutivo, sarà adesso predisposto il cosiddetto avviso di pre-informazione, che costituisce la fase propedeutica all’indizione della gara di appalto.
La vicesindaca Giusy Iemma ha evidenziato come «siamo giunti a un passaggio particolarmente importante di una vicenda lunga e complessa. La città ha bisogno di poter contare pienamente sul suo porto perché è anche da lì che passerà il suo sviluppo futuro. Abbiamo riflettuto a lungo su come far uscire l’infrastruttura dall’impasse in cui era finita e pensiamo di aver messo un punto fermo, individuando nell’affidamento tramite concessione la soluzione più realisticamente praticabile».
«Lo abbiamo fatto grazie anche alla disponibilità dimostrata dai presidenti Occhiuto e Mancuso – ha proseguito – a contribuire per rendere sostenibile un’operazione che, oggettivamente, non lo era più».
Iemma ha anche ricordato il suo impegno «profuso sin dall’insediamento dell’attuale giunta per portare a compimento l’iter della valutazione di impatto ambientale a integrazione del progetto e poter così mandare avanti speditamente l’iter. Il porto – ha detto ancora – dovrà essere necessariamente una infrastruttura all’altezza del ruolo di una città capoluogo, aperta verso il resto del territorio. Dunque dovranno essere garantite le tradizionali attività che da sempre caratterizzano la nostra marina ma in una logica di allargamento della prospettiva verso i comuni costieri limitrofi e, più in generale, verso il bacino del Mediterraneo di cui Catanzaro è baricentro».
«Disporre di un porto ampio, attrezzato e funzionale – ha concluso – significa moltiplicare l’attrattività di un territorio vasto, ben oltre i confini comunali, per il quale le attività diportistiche possono significare volano di sviluppo e di crescita del comparto turistico. Insomma, nuova linfa e nuova ricchezza. Non ci resta quindi che proseguire lungo la strada imboccata, auspicando di poter cogliere definitivamente l’obiettivo di completare il porto». (rcz)