Dal 6 luglio fino al 30 settembre è in programma la 23esima edizione di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano.
«Ancora una volta, come ogni estate da 23 anni, riaccendiamo la luce; e lo facciamo su luoghi potenti, evocativi, di grande significanza e possibili incantamenti. Perché questa è la vocazione di Armonie d’Arte” – ha evidenziato Chiara Giordano –. Un lavoro costante, resiliente, oltre l’ostacolo. In un tempo complesso, difficile, a volte kafkiano, più spesso chiaro e per questo più duro».
Perseguendo la sua identità tracciata già dalla scorsa edizione, Armonie d’Arte continua nel solco del tema che ha scelto come permanente Nuove Rotte Mediterranee – quelle che nel tempo antico sono già state foriere di fecondi transiti, approdi e permanenze – e sono linfa e contrappunto, ora chiaro ora velato, alla tessitura culturale e artistica del festival, che si candida a portavoce della rinnovata narrazione del Mare Nostrum. Dal macro-tema discende quest’anno la declinazione Approdi: «Che sono lo spazio della ricerca, della scoperta, delle nuove idee e delle nuove opportunità, dove le specificità e le diversità, materiali e immateriali, di temi e di pratiche, di luoghi e di genti, agiscono per creare connessioni proattive, creative, innovative», sottolinea Chiara Giordano.
Come consuetudine, il “marcatore identitario” del festival è lo spazio memorabile per l’energia senza tempo che trasuda tra pietre millenarie e ulivi secolari del Parco Archeologico Nazionale di Scolacium a Borgia (CZ), che scende dolcemente al mare blu e alla bianca spiaggia ionica, celebrando l’incantevole connubio fra Natura e Cultura. Proprio partendo dal suo nucleo storico, Scolacium, Armonie d’Arte intraprende il suo percorso “espanso”, integrando altri luoghi nel cartellone del Festival che seguono due traiettorie geografiche e temporali, che poi corrispondono a due momenti importanti della storia del meridione italiano: quella antica, magno-greca e romana, lungo i presidi archeologici della costa ionica (Scolacium appunto, affiancato da quest’anno dal Parco Archeologico dell’antica Sibarys a Cassano allo Ionio), e quella normanna delle terre di Ruggero d’Altavilla che consentì magnifici presidi e luoghi di culto (la Certosa di Serra San Bruno, la Grangia di Montauro, il Complesso Monumentale di Catanzaro, l’Abbazia Benedettina di Lamezia Terme) ancora oggi densi di immaginario e di racconti.
Luoghi “dove il tempo si ferma e rimane”, che saranno altresì affiancati dal Parco Internazionale della Scultura e della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro, “dove il tempo corre e rincorre”, luogo unico a livello globale (che raduna al suo interno le opere di artisti come Tony Cragg, Mimmo Paladino, Jan Fabre, Antony Gormley, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli, Daniel Buren, etc.), che ospiterà una speciale sezione del Festival dedicata ai più giovani, dall’Orto Botanico di Soverato, oasi naturalistica di macchia mediterranea che si affaccia sul golfo di Squillace, e da Pietragrande, avamposto marino del comune di Montauro (CZ), tra i più belli e affascinanti del litorale jonico calabrese.
Il sipario della 23esima edizione di Armonie d’Arte Festival, con grandi artisti e nuove generazioni, performance che arrivano in Calabria per la prima volta ma anche esclusive italiane, prime e produzioni originali del Festival, si apre ufficialmente sabato 8 luglio a Scolacium con DNA: lo spettacolo che fa suonare la scienza, un’opera originale di Deproducers – esperienza che raduna alcuni grandi protagonisti della musica italiana contemporanea come Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia, realizzata in co-produzione con Fondazione Airc. Un progetto nato grazie alla consulenza scientifica del filosofo evoluzionista Telmo Pievani e che vedrà sul palco anche Roberto Angelini. Un viaggio che unisce musica e scienza in un racconto formidabile: attraverso brani musicali inediti, immagini suggestive e una scenografia costruita ad hoc, una conferenza scientifica diventa uno spettacolo appassionante e un’esperienza immersiva alla portata di tutti.
Il cartellone musicale del Festival vede spiccare tra i protagonisti anche Vinicio Capossela (2 agosto c/o Parco Archeologico di Sibari a Cassano allo Ionio), il più originale e visionario tra i cantautori italiani dell’ultimo trentennio, che presenterà, unica data in Calabria, il suo nuovo album, “Tredici canzoni urgenti”; il grande jazzista americano Mike Stern accompagnato dalla sua blasonatissima band (28 luglio c/o Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia a Lamezia Terme), salito alla fama internazionale per la sua militanza con Miles Davis, Blood, Sweat & Tears e Billy Cobham, è oggi riconosciuto come uno tra i chitarristi più importanti della sua generazione, capace di spaziare dalla fusion al jazz ortodosso; gli Incognito, tra gli inventori dell’acid-jazz (17 luglio c/o Pietragrande a Montauro), la band britannica da oltre 40 anni sulla scena, che concilia la raffinatezza del jazz con il calore e la sensualità sonora del soul-funk.
Daniele Silvestri, enigmatico ma anche enigmistico, il raffinato cantautore romano ritorna alla dimensione live con Estate X (3 agosto c/o Bosco di Santa Maria a Serra San Bruno), un nuovo spettacolo denso di incognite, nel senso più esteso di sorprese e libertà rispetto a uno schema prefissato, nato per celebrare “Disco X”, il suo ultimo lavoro in studio; l’incontro di cartello fra due grandi funambolici ed estrosi virtuosi, Stefano Bollani & Trilok Gurtu (19 agosto c/o Parco Archeologico Scolacium) che dialogheranno senza rete sul terreno comune dell’improvvisazione, con altre possibili sorprese o soluzioni nell’intesa alchemica che li unisce; Alice, che dopo il commovente successo fatto registrare lo scorso anno ritorna quasi per acclamazione (28 agosto c/o Parco Archeologico di Sibari) con un omaggio nei confronti del suo Maestro e riferimento assoluto, Franco Battiato, attraverso uno spettacolo che presenterà alcuni nuovi brani tratti dal recente album “Eri con me”, in cui l’artista forlivese si fa ancora una volta strumento della musica di Battiato e di ciò che le ha trasmesso, con una rara eleganza ed equilibrio musicale e scenico.
Sul fronte della classica, Armonie d’Arte celebra quest’anno il centenario della nascita di Maria Callas con uno speciale Gàla Lirico Sinfonico (12 agosto al Parco Archeologico Scolacium), che vede protagonista un’autentica star, il soprano russo, Aida Garifullina, una tra le figure più incantevoli del palcoscenico internazionale, che omaggerà la più grande icona della lirica di tutti i tempi. Mentre sul fronte del sostegno al territorio il Festival ospiterà le 2 Ico (Istituzioni Concertistiche Orchestrali) calabresi: una coproduzione con Osc/Orchestra Sinfonica Calabrese con “La Traviata” in forma di lezione-concerto (il 27 luglio al Bosco di Santa Maria) e la co-produzione con l’Orchestra Sinfonica Brutia, “8 Millimetri”, con particolari arrangiamenti originali di Francesco Perri del repertorio cinematografico degli anni 50’, 60’, 70’, (7 agosto Grangia di Montauro).
E ancora una particolare e imponente produzione del Festival (10 agosto c/o Grangia di Montauro), che vede i Carmina Burana di Carl Orff, diretti da Leonardo Quadrini, con l’Orchestra Internazionale della Campania e il Coro Lirico Siciliano, con un grandioso allestimento site-specific, con innesti di danza aerea, un light design di grande impatto, di luce e di fuochi, per la regia di Teresa Ludovico e con la voce recitante di Davide Riondino, in una dimensione fortemente immersiva, non spettacolistica fine a se stessa, ma in profonda coerenza tra i testi medievali e il luogo del XII secolo che, probabilmente, quelle storie le avrà viste vivere.
Altri grandi nomi costellano anche il cartellone teatrale del Festival: a partire da Arithmos, dalle spiagge di Troia alle spiagge di Cutro, nuova produzione, in prima assoluta, di Armonie d’Arte in collaborazione con Teatro Studio Krypton con Giancarlo Cauteruccio & Elisabetta Pozzi (4 agosto Parco Archeologico di Sibari e il 5 agosto Bosco di Santa Maria di Serra San Bruno), una suggestione artistica che nasce dall’antica e quanto mai attuale rotta mediterranea che da “Le Troiane” di Euripide ad oggi segna il viaggio della sofferenza e della speranza in approdi migliori; i Motus, una delle compagnie internazionali più accreditate nel teatro di ricerca, con due lavori potenti che si alimentano di mito classico per la loro eccezionale valenza contemporanea e che, facendo perno sul linguaggio innovativo e sperimentale, evidenziano un tema forte ed attualissimo come quello della libertà di espressione: Tutto Brucia Soundtrack, ideazione e regia di Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, con Silvia Calderoni, Stefania Tansini, e “Of The Nightingale I Envy The Fate” (dell’usignolo invidio la sorte), sempre per la regia di Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, drammaturgia di Daniela Nicolò con Stefania Tansini, e la musica live di RYF (Francesca Morello), in una speciale data preview del festival (5 luglio Parco Archeologico di Sibari).
La Compagnia Teatrale Sotterraneo, recentemente vincitrice del prestigioso Premio Ubu, che porta ad Armonie d’Arte “Shakespearology” (13 luglio Complesso del San Giovanni di Catanzaro), un pezzo teatrale ibrido che dà voce al Bardo in persona, interpretato da uno strepitoso Woody Neri, che cercherà di rovesciare i ruoli abituali: dopo secoli passati a interrogare la sua vita e le sue opere, finalmente è lui che dice la sua, interrogando il pubblico del nostro tempo.
E ancora, spettacoli che intrecciano parole e musica: la prima nazionale del nuovo spettacolo di Lucrezia Lante della Rovere, Una donna per tutte le stagioni, drammaturgia originale di Silvia Felisetti liberamente ispirata a “Emily Dickinson e i suoi giardini” di Marta McDowell, connubio tra le parole e i gesti della poetessa americana e il coevo compositore russo delle “Stagioni”, P.I.Cajkovskj (16 lugli Orto Botanico di Soverato); Paolo Crepet, psichiatra e sociologo italiano di fama, che arriva sui palcoscenici con Comizi d’amore contemporanei. Dialogo sentimentale (18 luglio Grangia di Montauro), una libera riflessione sull’amore e le passioni umane contestualizzate nella nostra epoca, prendendo spunto dalle suggestioni musicali, interpretate dal piano di Marcello Mazzoni, che ci vengono offerte da opere di Vivaldi e di compositori a noi temporalmente più vicini come Arvo Part, Michael Nyman, Philip Glass, Eric Satie; “Emozioni”, l’omaggio a 25 anni dalla morte di Lucio Battisti con protagonista Cesare Bocci (9 luglio Orto Botanico di Soverato), nome di riferimento nel panorama teatrale e cinematografico, nonché figura molto apprezzata anche dal pubblico televisivo, che guiderà il pubblico in un viaggio in musica e parole sulle orme di Lucio Battisti, accompagnato dalle raffinate citazioni musicali del Duo Mercadante, formato da Rocco Debernardis al clarinetto e Leo Binetti al pianoforte; “La verità vi prego sull’amore”, un vibrante recital di riflessioni inedite, in cui le storie raccontate da Stefano Massini si intrecciano con la canzone d’autore di Luca Barbarossa (25 luglio c/o Scogliera di Pietragande) per coinvolgere il pubblico in un viaggio caleidoscopico di immagini, attraverso un grande gioco di stimoli, sensazioni, suggestioni e sensibilità.
Una notte speciale come quella della nuova produzione del Festival “Napoli & Caruso” (23 agosto Grangia di Montauro), omaggio alla città da sempre simbolo di musica nel mondo e al leggendario tenore nei 150 anni dalla nascita, con la voce appassionata e drammatica di Lina Sastri accompagnata dall’Orchestra Sinfonica Calabrese, in uno spettacolo che con i temi memorabili della canzone antica e testi poetici da D’Annunzio a Di Giacomo e ad un raro repertorio sei-settecentesco operistico frutto di un’accurata ricerca del direttore artistico Chiara Giordano, si preannuncia di inedita e particolare intensità; “Diari di approdi”, altra produzione originale del Festival (20 luglio Complesso del San Giovanni), di Alba Porto, regista e attrice della compagnia Asterlizze, e Terra Madre Etno Ensemble, in cui la musica etnica e il folk sono il gancio per valorizzare valori fondanti come l’incontro, lo scambio, il confronto.
Per quanto riguarda la danza spazio anche qui ad una proposta ricca e di prestigio: partendo dalla “Notte della Danza” (tra 14 e 15 luglio Parco Archeologico di Scolacium), che dapprima darà spazio alla valorizzazione dei giovanissimi danzatori della regione, a cura di Famiglie d’Arte e Arte Danza di Giovanni Calabrò, poi della Compagnia Create Danza di Filippo Stabile, che rappresenta la punta di maggior spinta per la danza in Calabria, e, alternando incontri, talk, proiezioni con protagonisti del mondo coreutico nazionale e internazionale, culminerà all’alba con l’anteprima assoluta di “Cultus”, il nuovo spettacolo di uno dei più interessanti coreografi italiani, Roberto Zappalà con la Compagnia Zappalà Danza.
Proseguendo poi con Ater Ballet, la più riconosciuta istituzione della danza in Italia, che propone una sorta antologia di quattro frammenti in forma di suite, che rilegge l’interazione con il corpo e tra i corpi nel segno dell’amore, del dialogo, dell’empatia, del futuro tecnologico, “Storie”, firmata da Diego Tortelli e Philip Graz, due coeregrafi cresciuti all’interno di Ater e oggi molto apprezzati anche in ambito internazionale (21 luglio Parco Archeologico Scolacium); il Gàla Rudolf Nureyev (17 agosto Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia), una serata omaggio all’indimenticato protagonista che ha rivoluzionato il ruolo maschile nella danza, con étoile internazionali di prestigiosi teatri come, tra gli altri, il Bolshoi, nel repertorio di passi a due e assolo più belli, difficili e amati, quelli con cui la straordinaria figura di Nureyev si è consegnato alla leggenda (e in scena costumi originali e oggetti personali del Maestro). E altri spettacoli ancora da annunciare…
Un cartellone ricco di prime, anteprime ed esclusive, produzioni originali del Festival e allestimenti site-specific, attività dedicate e progetti speciali, con rinnovata attenzione a parlare a tutti e a ciascuno nel contempo, con l’ambizione buona di contribuire non solo al benessere del momento, ma ad una dimensione positiva più duratura, ad una consapevolezza identitaria del grande patrimonio italiano, e del valore salvifico dell’arte e della cultura.
«Cerchiamo profondità e altezze, radici e internazionalità, radicalità e inclusione, il piccolo e il grande, non ossimori ma complici, con la stessa attenzione, dedizione, gioia. E con la gratitudine per chi lavora a tutto questo in qualunque modo, e soprattutto per chi ci segue, per chi ci sostiene, per chi arriva da noi e con noi condivide piccoli pezzi di cammino o lunghi viaggi – ha sottolineato in sintesi Chiara Giordano –. Ancora una volta, come ogni estate da 23 anni, riaccendiamo la luce; e lo facciamo su luoghi potenti, evocativi, catturanti, di grande significanza e possibili incantamenti. Perché questa è la vocazione di Armonie d’Arte». (rcz)