È stato presentato, a Reggio, il percorso per sostenere le famiglie che si aprono all’affido, promosso dal Centro Comunitario Agape in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali, con l’obiettivo di creare un gruppo di auto aiuto e di sostegno delle famiglie e/o di singoli che hanno in corso un affidamento, compresi quelli parentali e quelli di famiglie che risiedono nel circondario della città metropolitana.
Il percorso, presentato da Gianni Trudu, psicologo dell’Associazione, è stata una occasione per una riflessione di carattere generale sulla situazione degli affidi nel nostro.Sono intervenuti la psicologa del Comune, Maria Grazia Marcianò che ha rappresentato il disagio e a volte la rabbia dei bambini che gli succede di ascoltare nei confronti degli adulti e delle istituzioni che spesso non danno loro risposte e li fanno rimanere nel limbo e nella precarietà affettiva, chiede per questo uno sforzo di tutti per ridurre i tempi di attesa delle decisioni del Tribunale per i Minorenni.
Il Giudice Minorile, Paolo Ramondino, ha dato la disponibilità del Tribunale per i minorenni ad avviare un confronto con gli attori istituzionali e sociali interessati per migliorare il sistema affido evidenziando l’importanza di interventi che portino all’allontanamento del minore dalla sua famiglia d’origine solo nei casi gravi, così come chiede anche il parlamento che ha avviato su questi temi un monitoraggio a livello nazionale.
Pasquale Cananzi della Camera Minorile ha presentato una proposta di linee guida nella programmazione e gestione dell’affido che deve vedere tutte le parti coinvolte lavorare in stretta sinergia evidenziando come i due anni di collocamento dei minori in affido devono essere sufficienti per elaborare un progetto che porti al rientro del minore nella sua famiglia biologica o all’adozione. Mario Nasone per Agape ha riassunto le proposte che sono emerse dal dibattito da condividere con l’Assessorato regionale alle politiche sociali retto da Tilde Minasi, tra queste, l’attivazione dei centri servizi affidi ai sensi delle linee guida della regione mai applicate, creazione di una cabina di regia sull’affido per il territorio metropolitano con Tribunali per i Minorenni, ambiti territoriali comuni, azienda sanitaria., terzo settore, assunzione nei comuni e nell’ asp di assistenti, psicologi, neuropsichiatra infantili, attivazione da parte dei comuni di centri di valutazione delle competenze genitoriali a supporto dei Tribunali per i Minorenni attraverso il fondo regionale per le famiglie, favorire gli affidi consensuali, attivare una anagrafe regionale delle famiglie affidatarie e famiglie disponibili all’affido.
«Al Tribunale per i Minorenni – si legge in una nota – si chiede una modifica della istanza di adozione che preveda la disponibilità all’affido solo per quelli a rischio giuridico, una verifica e un monitoraggio degli affidi riducendo al massimo quelli a tempo indeterminato, l’obbligatorietà per le famiglie affidatarie di seguire la formazione, una verifica sugli affidi ai parenti che non possono essere automatici, l’adempimento semestrale delle segnalazioni sui minori accolti che spetta alle comunità residenziali».
«Infine – conclude la nota – una proposta innovativa, pensare ad un progetto neonati e per bambini piccolissimi da collocare in famiglie affidatarie con figli propri in alternativa alla ospedalizzazione o al collocamento in comunità residenziali che incidono pesantemente sullo sviluppo psichico dei bambini, prendendo come modello quanto realizzato dalla Regione Piemonte». (aer)