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Quando l’impresa in Calabria è donna: la bella storia di Federica Geria

Federica Geria

di MARIA D’AMICO – Pensare che la parola “impresa” sia al femminile perché ha in sé la forza e la determinazione di una donna, è un’idea facile da abbracciare quando si incontrano imprenditrici con un forte carisma e una buona dose di coraggio. Abbiamo incontrato Federica Geria, una delle vincitrici del premio “Noi donne imprenditrici 2019” indetto da Confcommercio. L’ imprenditrice si racconta a Calabria live come donna e calabrese doc che, nonostante la giovanissima età, è riuscita a creare un’attività amata e fiorente nel business della ristorazione reggina.

Cosa vuol dire fare imprenditoria in un territorio come Reggio Calabria? Quali sono i punti di forza e di debolezza di questa città nel “fare impresa”?

«Essere imprenditori nella mia città equivale ad affrontare una grande e molto spesso complicata avventura. A volte chi sceglie di investire qui, senza raggiungere poi alcun successo, tende ad attribuire la colpa alla città stessa. Io non penso sia così. Reggio Calabria ha davvero tanti difetti, come ogni località del mondo, ma è una città affamata, che ha voglia di innovazione e di bellezze. Noi imprenditori dobbiamo essere pronti ogni giorno ad offrire il massimo, a proporre qualcosa di diverso e di nuovo. Penso che sia necessario convincerci del fatto che il punto di forza della nostra città siano proprio i cittadini. Dobbiamo cogliere i loro bisogni, i loro sogni, e offrirglieli poi con un prodotto creato ad hoc. Dunque per me fare impresa nel nostro territorio significa affrontare giorno per giorno una emozionantissima sfida».

In una realtà piuttosto complessa come quella di Reggio, essere una donna imprenditrice e per di più giovane, è un valore aggiunto o le ha creato delle difficoltà?

«Ho quasi 27 anni e la mia età anagrafica non è mai stata né un ostacolo né un trampolino di lancio. Penso che siano altri i valori essenziali per fare impresa, ma soprattutto per andare avanti lungo questo cammino: forza, volontà, impegno, e tanti sacrifici, di qualunque età si tratti».

«L’essere donna, invece, credo sia una marcia in più. In una società dove la figura di imprenditore è prettamente maschile, affermarsi come donna imprenditrice, è difficile, ma allo stesso tempo bellissimo e soddisfacente. C’è una forza motrice che mi spinge a dare il massimo, oltre che per orgoglio personale, anche per alimentare l’immagine di donna capace di raggiungere conquiste lavorative, e non solo amorose e familiari, come purtroppo ancora i luoghi comuni e gli stereotipi raccontano. Penso che noi donne grazie alla grinta, all’intelligenza e alla sensibilità che ci contraddistinguono, possiamo raggiungere le vette di ogni cosa. Oscar Wilde diceva: “Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto”».

Attualmente opera nel business della ristorazione, ha mai pensato di affacciarsi anche ad altri mercati?

«Al momento le mie forze e i miei progetti (in arrivo qualche novità di cui ancora non svelo nulla) sono impegnati nella mia attività ristorativa. In futuro chissà… nella vita mai dire mai!”

Federica Geria

Lei è sempre un passo avanti alle iniziative che intendono attuare i suoi concorrenti diretti e non, dalle promozioni alle collaborazioni, fino ai contest. I clienti sono soddisfatti sia sotto l’aspetto culinario che sociale: cosa c’è dietro tutto questo? Su cosa si basa per realizzare queste iniziative? Sono idee che nascono da un’ispirazione improvvisa o sono scelte ponderate che seguono particolari indagini di mercato?

«Dietro tutto questo c’è la voglia e la necessità di coinvolgere i clienti online e offline, sentirli vicini, creando una specie di famiglia, gratificarli e fidelizzarli. Per creare qualsiasi iniziativa, che sia un contest, una collaborazione, una proposta culinaria o un evento, mi baso sempre e solo su un aspetto: i bisogni dei miei clienti. Le idee nascono spesso all’improvviso, quando meno te lo aspetti arriva il cosiddetto lampo di genio, ma dietro ogni mossa o strategia c’è davvero tanto lavoro, tanto studio ed è assolutamente tutto ponderato, nei minimi dettagli».

Quando sceglie i suoi partner per le collaborazioni cerca sempre di dare risalto alle attività locali, difatti ha creato un’ottima sinergia tra i piccoli imprenditori reggini. È una scelta etica, quasi come voler prendere posizione in un panorama socio-economico in cui il Sud sembra risultare sempre come perdente, oppure è una scelta di convenienza relazionale: è più semplice collaborare con imprese geograficamente vicine o dipende dal tipo di collaborazione?

«Le collaborazioni sul nostro territorio sono fondamentali. Negli ultimi tempi ho stretto legami con imprese reggine creando splendide partnership. Abbiamo dato vita ad una t-shirt esclusiva insieme al brand Sudup dei Fratelli De Stefano, creato un gustosissimo hamburger in edizione limitata con Fattoria della Piana, senza dimenticare la centenaria Gelateria Cesare che ha dedicato un gusto di gelato al mio locale, a cui sono davvero grata per questo omaggio. Le sinergie tra le imprese di Reggio Calabria non dovrebbero essere l’eccezione, bensì la regola. Da una piccola collaborazione possono nascere grandi cose»

Nell’epoca definita “always on” i social hanno un ruolo cruciale nelle dinamiche imprenditoriali, quanto è importante instaurare un rapporto con il cliente tramite questi canali?

«I social network giocano un ruolo importantissimo. Credo che attraverso un post, apparentemente semplice, ma attentamente curato, nell’immagine e nel messaggio, si possano influenzare le persone, creando legami virtuali con loro. Viviamo in un mondo iperconnesso dove questi canali ci danno la possibilità di raggiungere centinaia di utenti online e di comprendere i loro bisogni, in tempi brevi e a costi bassissimi. I social per me sono un potentissimo mezzo, che tutti noi abbiamo a disposizione, e se usati in ambito aziendale con consapevolezza, coscienza e competenza, possono portare solo a grandi e sorprendenti risultati».

Cosa vorrebbe dire ai giovani della sua città e della Calabria?

«Da giovane non mi sento nella posizione di lanciare un messaggio ad altri giovani. Sono in questo campo da circa cinque anni e ho davvero tanta strada ancora da percorrere e senz’altro moltissimo ancora da imparare. Penso che un giovane, con la sua voglia di fare e con tanta volontà può raggiungere ogni obiettivo, senza dimenticare mai l’umiltà e la riflessività: “Occhi al cielo e piedi per terra, sempre”». (mda)

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