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REGGIO – Con una mostra fotografica si è chiuso il Festival Olistico Morgana

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Una rassegna di successo il Festival Olistico Morgana, organizzato a Reggio dall’Associazione Culturale Maradan.

La kermesse si è chiusa con la lettura di immagini fotografiche, visualizzate in chiave olistica.

Un tema specifico che ha messo in evidenza i quattro principali asset della fotografia: l’immagine, nella sua essenza di platonica sensazione visiva riprodotta come emanazione che sostituisce il mondo reale; il colore, per far comprendere a fondo il messaggio emozionale che riceve chi guarda una foto, oltre a cosa il colore comunica e come l’anima risponde; la composizione, per far apprezzare l’emozione che genera uno specifico taglio fotografico della realtà, oltre a come incide sul piacere e cosa tocca a chi guarda; la forma, per dire quale significato olistico hanno le forme e a cosa ci riportano nel momento in cui osserviamo un soggetto.

«Nelle sequenze di otto scatti che Francesco Milana ha presentato al Festival – si legge in una nota degli organizzatori – si nota quanto la sua passione per la fotografia sembri nascere quasi all’improvviso, mentre in effetti matura attraverso piccole esperienze giovanili, che man mano diventano chiare e profonde. Per questo, in Milana si delinea chiaramente l’esigenza di compiere scelte stilistiche e contenutistiche sempre più consapevoli».

«Per l’artista della macchina fotografica – prosegue la nota – la predilezione di interpretare il paesaggio su largo respiro rappresenta un modo per entrare nella natura in maniera inclusiva e partecipativa su base reciproca, come se il paesaggio fosse per il fotografo uno specchio dell’anima e il fotografo fosse una parte inalienabile del paesaggio che vive attraverso i suoi scatti».

«AncheRaffaele Ceravolo – prosegue la nota – appassionato di fotografia da più di 20 anni, ricerca le armonie e la luce attraverso quel meraviglioso strumento che è la macchina fotografica. Per Ceravolo, la luce rimanda immagini che vanno a rispecchiarsi, nell’immediato, negli stati d’animo e nei sentimenti dei più attenti, nell’intuizione del pittore, del poeta, nell’opera che nascerà. In occasione del Festival Olistico Morgana ha selezionato e presentato quattro scatti tra le migliaia di foto realizzate».

«La foto 6546, che nasce 8 anni prima dall’essere realizzata – prosegue la nota – che è una foto che sottende la consapevolezza della fragilità umana e quanto basti perché il dolore possa mutare il senso della vita. Eppure, è soltanto riappacificandosi con esso che è possibile un ritorno costruttivo al quotidiano mutilato dalle assenze».

«La foto 6607  – prosegue la nota – che esprime il concetto della circolarità dell’inizio e della fine, spesso da noi stessi generata. Nella foto, la vela che vira rappresenta il durante che si stacca dall’infinito dello sfondo. La foto 6666 che, invece, rappresenta un saluto per chi ci sarà sempre. Uno scatto in cui il sole tramonta per diventare alba in un altrove».

«Infine, la foto 7304 – conclude la nota – che nasce da una suggestione: passeggiando sulla Via Marina, alla bellissima luce delle prime ore del mattino, Ceravolo intravede nell’intreccio delle radici di un albero la sinuosità di un corpo femminile, drappeggiato come pieghe leggere di un foulard. Il corpo di donna come radice che trattiene e dà nutrimento». (rrc)

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