Una grande- ed inaspettata – partecipazione, oltre che un grande successo, l’evento organizzato da Le Muse all’Archivio di Stato di Reggio in occasione della Giornata Mondiale della Poesia.
Tantissimi, infatti, gli addetti ai lavori così come liberi cittadini hanno voluto aderire, portando il loro contributo di lettura e di interpretazione che ha animato ben due ore di evento.
«Abbiamo voluto – hanno spiegato Giuseppe Livoti, presidente de Le Muse e Maria Fortunata Misasi, direttore dell’Archivio di Stato – contaminare i saperi, e ci siamo riusciti coinvolgendo coloro i quali credono nel potere evocativo della poesia, democratica vera ed autentica e, stasera, possiamo ribadire che la “Poesia è viva… viva la Poesia».
Una serata dedicata all’alternanza di testi che hanno attraversato il tempo della memoria da Rime della Vita Nuova di Dante…“Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta…”, al 21 marzo di Alda Merini, al vernacolo calabrese, da Pablo Neruda alla lettura di numerosi poeti calabresi presenti che, con i loro versi, tutelano e difendono l’ambiente, l’uomo e la sua dignità.
Presenti, gli artisti Milardi, Logoteta, Bucca, Arena, Cereto, Papalia, Calabro’, Benedetto, Scicchitano, Gimondo, Meduri, Sirio, Marra, che hanno anticipato, con con una rappresentazione di miti e figure tipiche del novecento italiano, la Giornata Nazionale della Musica, in programma il 21 giugno. L’artista Eugenia Musolino e Mirella Marra hanno, invece, presentato le restituzioni visive e gli scritti di Mons. Musolino, poeta, vissuto nella prima metà del novecento, che ha scritto di mito, di religione e di Calabria con i suoi versi senza tempo.
Ad arricchire l’evento, il Coro Giovanile Laudamus ed il Coro delle Muse, diretto dai Maestri Enza e Marina Cuzzola e l’accompagnamento al pianoforte del Maestro Fabio Miggiano e di Maria Pitasi al flauto.
Con l’intervento del critico teatrale Paola Abenavoli si è dato spazio al cinema, di musical e del rapporto tra coreografia ed atmosfera musicali negli anni Sessanta.
«La poesia – si legge in una nota del Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco – è, senza dubbio, la forma migliore per esprimere questo desiderio, poiché ci tocca nell’intimo e permette ogni forma di libertà. La poesia è anche quest’arte unica che ci rende consapevoli della straordinaria diversità umana: la diversità delle lingue e delle culture. È un luogo di incontro tra l’individuo e il mondo. È un’introduzione alla differenza, al dialogo e alla pace. È la testimonianza dell’universalità della condizione umana che va oltre gli innumerevoli mezzi usati per descriverla». (rrc)