Questa sera, a Reggio, alle 21.00, al Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria, la Metaconferenza sui Bronzi di Riace con Daniele Castrizio, Fulvio Cama e Saverio Autellitano.
La metaconferenza è un’occasione per conoscere i Bronzi di Riace – simbolo di una terra e del suo immenso valore culturale – da un punto di vista completamente diverso. Si tratta, infatti, molto più di una conferenza: è un vero e proprio spettacolo di successo, ideato da un trio di professionisti di settori completamente differenti – un professore universitario e archeologo, un Maestro Musicantore e un Grafico – composto da parti divulgative scientifiche, alternate a recitazione, canto e video, capace di raccontare in maniera inedita e coinvolgente le bellezze del patrimonio storico, archeologico e monumentale del territorio reggino.
Sulla scia della public archaeology di stampo anglosassone, nata sulla scorta delle crescenti preoccupazioni degli archeologi riguardo alla mancata difesa e divulgazione dei siti scavati e dei beni culturali in generale, in Italia si è pervenuti gradualmente a una “archeologia pubblica”, adattata alla cultura e alla sensibilità del nostro popolo.
Si tratta di una sorta di “archeologia educativa”, avente come caratteristica la gestione da parte degli stessi archeologi e storici degli obiettivi educativi, sociali e culturali da perseguire. Lo scopo dell’azione della “archeologia pubblica” consiste nel trasmettere, non solo agli specialisti, ma a un vasto pubblico (una platea che, nelle finalità ideali, corrisponde all’intera popolazione), la comprensione dei dati archeologici, dei siti e dei reperti musealizzati, legandoli fortemente alla Storia del territorio.
In contrasto con una valorizzazione dei beni archeologici e culturali in genere legata alla mera fruizione visiva, con schede tecniche che “parlano” solo agli addetti ai lavori, la nuova “archeologia pubblica” intende fornire una nuova narrazione della Storia e dell’Archeologia, che, utilizzando tutti gli strumenti che la mente può immaginare, permettano di rendere fruibili e comprensibili i beni culturali di ciascun territorio, rispondendo così ai nuovi bisogni sociali di inclusione e di partecipazione culturale.
In ultima analisi, il fine ultimo che ci si propone è quello di affermare il valore del patrimonio storico e culturale, legandolo alla possibilità di crescita civile ed economica delle popolazioni che lo posseggono e lo custodiscono per i figli e i nipoti.
Il progetto della “Metaconferenza sui Bronzi di Riace” rientra pienamente nelle caratteristiche della “archeologia pubblica” per molteplici aspetti, ma soprattutto perché ha come finalità la divulgazione scientifica con linguaggi nuovi e accattivanti.
In quest’ottica, la Metaconferenza sui Bronzi di Riace sarà ospitata ed eseguita presso l’importante “Festival internazionale della Public Archaeology”, che si terrà dal 13 al 16 novembre sotto l’egida dell’Università del Salento. (rrc)