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REGGIO – «Sindaco, alle aziende sospenda il pagamento dei tributi comunali»

Giuseppe Falcomatà

Un appello al sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà da esercenti e imprenditori costretti da quasi un mese alla chiusura delle attività (necessaria per l’emergenza coronavirus), per sospendere il pagamento dei tributi comunali relative alle tasse sulle insegne, la Tari, l’Imu e le concessioni demaniali. La tassa sull’occupazione del suolo pubblico, per verità, non dovrebbe essere applicabile visto che sono vietati gli assembramenti.

L’arch. Pino Falduto, imprenditore e patron del Centro Commerciale Porto Bolaro di Pellaro ha inviato al Sindaco una lettera aperta al sindaco Falcomatà in cui espone le ragioni di negozianti, artigiani e imprenditori reggini e suggerisce alcune correzioni che non dovrebbe essere difficile accogliere e realizzare. «È certamente lodevole – scrive l’arch. Falduto – l’iniziativa di sospendere tutti i pagamenti dei tributi locali di propria competenza e di sospendere altresì l’emanazione degli avvisi bonari di pagamento, nonché quella di prorogare i termini per la proposizione dei ricorsi od opposizione sugli atti amministrativi in scadenza, peraltro (per dirla tutta) già previsto dalla legge dello Stato e precisamente dall’art. 83 del D.L. n. 18/2020. Come cittadino e contribuente reggino, La ringrazio molto per queste Sue iniziative apprezzabili, sperando tuttavia in una loro pronta attuazione concreta “nero su bianco”.

«Nel frattempo mi sia consentito farLe osservare che se davvero il primo cittadino (e contribuente) reggino voglia “aiutare” i Suoi concittadini in questo momento di straordinaria emergenza epidemiologica nazionale, europea e mondiale (pandemia Covid19 o coronavirus), che ha messo a durissima prova non solo la salute pubblica ma anche il settore produttivo ed economico, con riflessi “pesanti” su ogni famiglia, la semplice “sospensione” del pagamento dei tributi non è un rimedio adeguato, dato che ogni cittadino-contribuente non paga oggi ciò che con certezza pagherà domani.

«Una soluzione più ragionevole ed appropriata è invece quella di deliberare una vera e propria “riduzione” dei tributi di propria competenza, cioè disporre un vero e proprio “taglio” delle imposte, tasse, diritti ed altri oneri che ciascun cittadino-contribuente solitamente è tenuto a pagare all’ente locale, con maturazione giorno per giorno. Lo esige persino l’art. 53 della Costituzione, in virtù del quale i cittadini-contribuenti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro effettiva “capacità contributiva”.

«È evidente – fa notare Falduto – che se un artigiano, commerciante o imprenditore non hanno potuto lavorare ovvero produrre per questo particolare e speciale periodo di tempo, a causa del citato evento imprevisto e straordinario della pandemia, non si intravedono né la ragione né la razionalità per le quali detti soggetti debbano concorrere alle spese pubbliche in misura “fittizia” e maggiore rispetto alle proprie reali possibilità. Ad esempio, in tema di TARI il “taglio” del peso fiscale nella forma della “riduzione” può ben concretizzarsi commisurando il tributo, in questo particolare momento, in relazione ai mesi effettivi di svolgimento delle attività.

«Solo così il primo cittadino (e contribuente) reggino aiuterebbe davvero i Suoi concittadini, i quali sono già molto preoccupati e abbastanza arrabbiati perché sanno di non poter contare su un sistema sanitario “serio”, oltre a dare un gran bell’esempio di civiltà sociale, giuridica ed economica a livello locale, nazionale, europeo e finanche mondiale». (rrc)

 

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