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REGGIO – Successo per l’incontro di “Cambiamo!” sull’agricoltura

Cambiamo

Successo per l’incontro, svoltosi in streaming, promosso da Cambiamo! La Calabria di Giovanni Toti e coordinato, in riva allo Stretto, da Saverio Anghelone, dal titolo Agricoltura: motore trainante della ripresa del Sud.

A dibattere su un argomento cosi importante per il territorio calabrese, Daniela Pellicone, responsabile locale del  Dipartimento Agricoltura ed Enogastronomia di “Cambiamo!” e gli imprenditori agricoli Francesco Cordopatri, agronomo e presidente dei giovani di Confagricoltura della provincia di Reggio, Daniele Molina, rappresentante dei giovani apicoltori del Ceja di Bruxelles (Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori) e Francesco Saccà, membro del comitato di condotta Slow Food di Reggio Calabria- Area Grecanica e del Consiglio di Amministrazione del Gal Area Grecanica. Ha moderato Francesco Meduri, responsabile Provinciale  per l’Organizzazione e lo  Sviluppo Territoriale di  Cambiamo!.

«La Calabria – ha dichiarato Daniela Pellicone – è un albero in apparenza spoglio  ma in cui si possono intravedere delle gemme e delle foglie che rappresentano le nostre piccole, medie e grandi imprese che chiedono alle istituzioni di essere tutelate e valorizzate».

«Le Amministrazioni – ha aggiunto – hanno il dovere salvaguardare le realtà rurali, rafforzandone la sostenibilità in un’ottica ecologica. Inoltre, le Associazioni di operatori del settore,  così come quelle di tutela dei prodotti più rappresentativi delle nostre regioni, devono essere aiutate nella loro opera di sostegno all’agricoltura non industriale, all’agricoltura di filiera che,  certamente, costituisce la ricchezza per il  nostro territorio».

Per il Coordinatore provinciale di ‘Cambiamo’, Anghelone, il tema dell’occupazione  è da sempre un problema che attanaglia la nostra regione ed il resto del Sud.

«Ritengo – ha detto Anghelone – che l’agricoltura potrebbe rappresentate uno sbocco lavorativo per tanti giovani oltre che essere volano di sviluppo e crescita della Calabria. Il Governo sta attraversando una crisi dovuta al Recovery Fund, finanziamenti europei che si aggirano attorno ai 200 miliardi di euro e che dovrebbero far ripartire l’Italia, peccato che ancora una volta il Meridione sia stato penalizzato».

Diverse sono le criticità  che, attualmente, devono affrontare le piccole aziende molte delle quali gestite dai giovani.

«In Calabria si potrebbe vivere tranquillamente di agricoltura e turismo rurale – ha spiegato Daniele Molina – se solo si risolvessero le numerose problematiche del comparto come il frazionamento fondiario. Sono tanti gli appezzamenti di terreno che non vengono coltivati; i proprietari potrebbero concederli in affitto ed in gestione a chi ha voglia di lavorare.  Anche un burocrazia lenta costituisce un  impedimento per le aziende oltre che un enorme dispendio economico».

«In merito l’accesso al credito – ha aggiunto – la Confagricoltura sta lavorando per aiutare i giovani  che vogliono investire in progetti ma che non hanno risorse economiche attraverso i ‘confidi’ che garantiscono piccole somme che si aggirano solitamente attorno ai 15 mila euro. Per un giovane agricoltore- ha aggiunto- che vive in provincia di Roma è più agevole arrivare ai mercati eccellenti noi, invece, dobbiamo prima farci conoscere e spedire la merce; ciò incide inevitabilmente a livello economico e di tempo. La nostra terra si distingue fortunatamente per la biodiversità che dovremmo sfruttare a nostro vantaggio».

Francesco Saccà ha evidenziato la mancanza di consorzi e cooperative nel nostro territorio: «Il tasto dolente della nostra cultura è il non saper stare assieme e fare rete tra noi coltivatori. Non siamo abituati a collaborare e cooperare poiché vige la mentalità che la propria azienda è migliore di un’altra».

«La cooperazione – ha aggiunto – va attuata per un maggiore potere d’acquisto fermo restando che ogni azienda manterrebbe la propria identità. Credo sia importante uscire dalla nostra terra per avere l’opportunità di confrontarsi con il mondo esterno ed, eventualmente, migliorarsi».

«Altro punto su cui pongo l’accento – ha sottolineato Saccà – è la formazione che diviene essenziale in questo settore. Nella nostra provincia gli allevamenti di bovini si sono ridotti del 95%, quindi, chi volesse fare il casareo dovrebbe acquistare il latte in Sicilia. È difficile reperire operai specializzati e qualificati per realizzare, come nel mio caso, prodotti caseari artigianali. Attualmente, questi compiti sono demandati ad extracomunitari che, però, non hanno alcun tipo di formazione o agli anziani. Questo è inconcepibile. Ribadisco che una soluzione per la categoria  potrebbe essere aderire ai bandi  collaborando e non agendo individualmente».

L’internalizzazione potrebbe rendere più competitive le aziende calabresi. «Il Made in Italy è molto richiesto all’estero – ha spiegato Cordopatri – dove godiamo di grande stima e  rispetto. Se noi imprenditori  riuscissimo a collaborare ed a programmare assieme, i mercati stranieri non sarebbero poi cosi inaccessibili. In Sicilia, alcune realtà virtuose si sono imposte sui mercati orientali.  La Camera di Commercio si è adoperata promulgando diversi bandi che se fatti con regolarità potrebbero fornirci un valido aiuto».

«È fondamentale – ha concluso – investire sull’innovazione con la sostenibilità aggiornandoci continuamente. Dobbiamo puntare in alto perché abbiamo tutte le potenzialità e le eccellenze per poterlo fare». (rrc) 

 

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