Sarà istituito un tavolo tecnico-operativo tra l’amministrazione comunale di Rende, l’Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) e la Sam, organizzazione di volontariato impegnata fortemente sul fronte dell’accessibilità per abbattere le barriere architettoniche.
Lo scopo di questo tavolo di lavoro è quello di realizzare una vasta opera di studio dell’intero territorio comunale, in modo da procedere in maniera tangibile e chirurgica all’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali rivolte alle persone non vedenti. Ciò, inoltre, consentirà un adeguamento dell’urbanistica e dell’edilizia cittadina alla normativa europea e italiana sulla materia, un obiettivo il cui raggiungimento era richiesto, e si attendeva con ansia, da circa 30 anni.
Infatti, l’attività di ricognizione e monitoraggio svolta dal tavolo tecnico permetterà finalmente la redazione, naturalmente per la parte inerente alla disabilità visiva, dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba) finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici e negli edifici pubblici già esistenti; ma consentirà anche lo svolgimento di attività di accertamento anche sulle nuove costruzioni.
La svolta storica, però, non risiede semplicemente nel pur necessario adeguamento normativo, quanto nell’opera di riflessione dialettica condotta tra l’attuale amministrazione comunale, fermamente attenta alla questione dell’attuazione più ampia possibile dei diritti umani, specie con riferimento ai più svantaggiati in un contesto di realizzazione palpabile dell’
L’attività di dialogo stringente tra l’amministrazione, condotta soprattutto attraverso le persone del sindaco Marcello Manna e dell’assessore Annamaria Artese, insieme all’Uici, con cui vige da tempo immemore un rapportosolido, e la Sam, costituiscono un esempio di buona politica e di civismo attivo. Un esempio certo fulgido e singolare nell’attuale momento storico, ma che conferma ancor di più l’idea che quando politica e istanze della società civile operano insieme e in sinergia è possibile il raggiungimento di obiettivi di cui ne sono beneficiari in prima persona anzitutto i singoli cittadini.
Perché l’accessibilità, sia chiaro, riguarda tutti, proprio come segno tangibile del conseguimento del carattere civile e democratico dell’intera società, non semplicemente di certi singoli. D’altronde non v’è civiltà senza inclusione e integrazione. (rcs)