Domani pomeriggio, a Rende, nella sala Tokyo del Museo del Presente, Remo Rapino presenta il suo libro Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio.
L’evento rientra nell’ambito della 55esima edizione del Settembre Rendese. Dialoga con l’autore l’antropologo Vito Teti.
Il libro, edito dalla Minimum Fax, narra della terra natia dello scrittore, l’Abruzzo, e affonda nelle radici della lingua d’origine, lessico familiare che descrive la vita del protagonista, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure, nella sua voce sgarbugliata, il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito. Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l’apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia.
Attraverso il miracolo di una lingua imprevedibile, storta e circolare, a metà tra tradizione e funambolismo, Remo Rapino ha scritto un romanzo che diverte e commuove, e pulsa in ogni rigo di una fragile ma ostinata umanità, quella che soltanto un matto come Liborio, vissuto ai margini, tra tanti sogni andati al macero e parole perdute, poteva conservare. (rcs)