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RENDE – “La cultura non va in quarantena”, i consigli di lettura dell’assessore Petrusewicz

Petrusewicz

Prosegue l’iniziativa culturale promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Rende, guidato da Marta Petrusewicz, dal titolo La cultura non va in quarantena.

Per questa settimana, vengono proposti scritti ispirati all’amore e alle sue differenti declinazioni attraversando Tolstoj, Barthes sino ad arrivare a Pamuk e Bouraoui.

«Dopo la prima settimana di narrativa sul tema delle epidemie – ha dichiarato l’assessore Petrusewicz – la seconda e la terza di quella che fa ridere e sorridere, la quarta di autori-amici, la quinta è dedicata alla narrativa sull’amore. Molti amici mi hanno consigliato tanti romanzi – questa è solo una prima scelta. Se vi piace l’idea, indicatemi le vostre letture preferite, sempre sul tema dell’amore, scrivendomi all’indirizzo Facebook».

Roland Barthes, francese, Frammenti di un discorso amoroso (1977).

In realtà, si tratta di un saggio di un grande semiologo, ma è diventato con tempo una sorta di manuale di sopravvivenza per gli innamorati. Organizzato in ottanta voci, ognuna indipendente, ordinate alfabeticamente – abbraccio, cuore, incontro, piangere, gelosia, e così via – che compongono il lessico dell’innamorato. Potete trovarvi tutti i tormenti e le gioie dell’amore, e potete paragonare la propria storia a quella di Werther, al Simposio o a un haiku giapponese.

Nina Bouraoui, algerina/francese, Garçon manqué. Ragazzo mancato (2007).

Un romanzo (forse) autobiografico con la protagonista Nina di cui si parla in terza persona, sull’esperienza di meticcia, del corpo e dell’anima, né francese né algerina, bambina con modi mascolini e timidezza tipicamente femminile, aperta a esperienze e passioni omosessuali nella ricerca di “un altro modo di amare”.

Emily Brontë, inglese, Cime tempestose.

Pubblicato nel 1847 (sotto uno pseudonimo maschile, così come il coevo Jane Eyre della sorella Charlotte), questo grande classico della letteratura narra la storia dell’amore di Heathcliff e Catherine, un amore così violento, assoluto e passionale che alla fine li distrugge entrambi, così come le loro famiglie e i figli. Nel bel mezzo della brughiera inglese continuano a sentirsi i lamenti degli eterni innamorati.

Romain Gary (sotto pseudonimo Emile Ajar), ebreo polacco naturalizzato francese, La vita davanti a sé (1976).

Una dolcissima e struggente storia d’amore filiale/materno, tra Momò – un bambino musulmano la cui origine è avvolta dal mistero – e Madame Rosa, un’anziana ebrea reduce da Auschwitz che lo accoglie nel suo povero appartamento nel quartiere multietnico Belleville a Parigi.

André Gorz, austriaco/francese, Lettera a D. Storia di un amore (2007).

Il filosofo Gorz, uno dei maestri della Nuova Sinistra, esistenzialista e libertaria, co-fondatore di Nouvel Observateur, parla alla moglie Dorine ultraottantenne, con la quale è legato da un amore reciproco, invincibile, durato l’intera vita che lui definisce felice, in un’epoca felice. Nessuno dei due vuole sopravvivere all’altro, infatti, poco dopo la pubblicazione di questa dichiarazione d’amore, si suiciderà insieme alla moglie, malata terminale, per strapparla all’estrema sofferenza.

Nicole Krauss, statunitense, La storia dell’amore (2005).

Il libro sulla storia dell’amore e sulla ricerca dell’amore. L’ultraottantenne Leo Gursky, sopravvissuto alla Shoah, dedica a una volta amatissima Alma “La storia dell’amore”, il romanzo dentro il romanzo di cui leggiamo dei capitoli. Tutti i protagonisti delle storie intrecciate cercano l’amore che ispira tutta la vita, di Leo per Alma, di figli per i genitori, tra adolescenti, tra amici, ultraterreno.

Javier Marias, spagnolo, Gli innamoramenti, (2014).

Maria “si innamora” di una coppia perfetta, Luisa e Miguel, che osserva ogni mattina al caffè. Ma quando Miguel muore tragicamente, tutto si complica – come in un sogno ipnotico, la cartografia dell’amore e dei sentimenti muta in continuazione, tutto viene messo in dubbio e continua a tormentarci.

Haruki Murakami, giapponese, Tokyo Blues/Norwegian Woods (1987).

Nel protagonista Watanabe Tōru, il suono di Norwegian Woods dei Beatles sentito su un aereo fa scattare il ricordo delle storie d’amore, tormentate e impossibili, vissute nella sua giovinezza universitaria: con Naoko, poi finita in manicomio, poi con Midori. Il contesto è il movimento studentesco a Tokyo tra il 1968 e il 1970.

Orhan Pamuk, turco, La donna dai cappelli rossi (2017).

Un romanzo fulminante, capace di coniugare l’Oriente con l’Occidente. Cem era un liceale a Istanbul a metà degli anni Ottanta, costretto a lasciare la scuola quando suo padre fu arrestato e torturato per ragioni politiche. Diventato l’apprendista artigiano, Cem incontra una meravigliosa attrice dai capelli rossi, più grande di lui, e sviluppa un’ossessione erotica e amorosa che cambierà il corso della sua intera esistenza.

Dorit Rabinyan, israeliana, Borderlife (2016).

Una grande storia d’amore impossibile fra un’ebrea e un palestinese, il romanzo è stato al centro di un acceso dibattito in Israele, da una parte bandito dal Ministero dell’Istruzione in quanto “minaccia all’identità ebraica”, dall’altra elogiato dai più grandi scrittori tanto ebrei che palestinesi (come Amos Oz).

Lev Tolstoj, russo, Anna Karenina. Pubblicato nel 1877, uno dei classici più letti della letteratura europea. Una travolgente storia d’amore adultero di Anna con un giovane smagliante ufficiale, il conte Vronskij. Anna pagherà cara la sua ribellione contro le convenzioni della società. In parallelo, l’amore puro, fedele e costruttivo tra Levin e Kitty. (rcs)

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