È stato presentato, a San Giovanni di Gerace, il restauro della scultura lignea della Madonna Santissima delle Grazie, custodita all’interno dell’omonimo santuario maggiore di San Giovanni di Gerace.
L’evento ha visto la partecipazione, del sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, del consigliere metropolitano Rudi Lizzi, del sindaco di San Giovanni di Gerace, Giovanni Pittari, di don Fabrizio Cotardo, direttore della Commissione diocesana per l’arte sacra, di Daniela Vinci, responsabile del patrimonio storico artistico della Soprintendenza Reggio-Vibo, del restauratore Gianluca Nava, e del membro del Cda del santuario maggiore, William Graziano Alì.
Il sindaco metropolitano facente funzioni, nel corso del suo intervento, ha ringraziato i numerosi fedeli presenti per «avermi voluto in mezzo a voi in questo momento così sentito, delicato e importante, in cui si percepiscono appieno il sentimento e l’unione di una comunità».
Un pensiero lo ha, poi, dedicato al sindaco Pittari ed alla sua amministrazione che «hanno inteso coinvolgere tutta la cittadinanza metropolitana in un evento che parla di cultura e che permette di riscoprire la bellezza e l’unicità dei nostri antichi borghi».
«Il santuario maggiore di San Giovanni di Gerace – ha detto Versace – è uno dei gioielli che costituiscono il patrimonio storico e artistico inestimabile che la Calabria può mettere a disposizione dell’intero Paese. Ed è proprio questo lo sforzo che, come Città Metropolitana, stiamo mettendo in campo per far risaltare le peculiarità dei nostri territori, anche attraverso la crescita di un turismo religioso che può rappresentare, davvero, una leva per la crescita e lo sviluppo di borghi pregni di fascino, tradizione e devozione».
«L’idea di restauro dell’opera di Bernardo Valentino, risalente al 1760 – ha concluso Verace – offre bene l’idea di una realtà che non vuole arrendersi all’esistente, ma che lavora per costruire basi solide su cui far poggiare il futuro di un paese che lotta per affermare le proprie potenzialità. È un esempio per quanti amministrano la cosa pubblica nell’interesse del bene comune e della collettività. Attraverso la storia, l’indagine sulle nostre radici, sul rispetto e la valorizzazione dei beni lasciati dai nostri avi, possiamo costruire percorsi di crescita verso un domani migliore». (rrc)