La consigliera regionale Amalia Bruni ha denunciato come «solo i debiti superano il miliardo e 700 milioni di euro e i fondi per rischi e oneri ammontano a oltre 700 milioni di euro mentre la passività (la somma dei due indicatori) sfiora i due miliardi e mezzo di euro».
«Sui bilanci consuntivi adottati per il 2022 dalle Asp e Aziende ospedaliere calabresi – ha detto Bruni – sono state dette tante cose, molte delle quali inesatte, e per le quali la maggioranza, con in testa il presidente/commissario, hanno manifestato una grande gioia per lo “straordinario” risultato raggiunto. Per formazione culturale e come ricercatrice sono abituata a confrontarmi con i dati, con i numeri e con le cose che si possono dimostrare, tutto il resto rientra nella categoria delle chiacchiere che alimenta molto la politica (purtroppo) ma non la scienza, tanto meno la realtà».
«Allora per capire di che cosa potevano felicitarsi gli esponenti della maggioranza – ha aggiunto – non restava che fare una cosa, prendere i bilanci, quelli adottati dalle Asp e dalle aziende ospedaliere, leggerli e capire quale fosse la verità, insomma per intenderci, verificare se quello che hanno detto ai cittadini calabresi rispondesse al vero o c’era altro sotto. E così è stato fatto, la mia squadra ha recuperato i loro bilanci, quelli ufficiali e abbiamo letto con attenzione tutti i dati. Prima di ogni commento è giusto far parlare proprio quei numeri, azienda per azienda».
«Tutti i dati che leggerete nel prospetto – ha detto ancora – sono dati tratti dai bilanci adottati poi dalle varie aziende, con il numero della delibera di riferimento. Si tratta di dati, secchi, aridi per quanto si vuole ma sono quelli per i quali questa maggioranza ha mostrato tanto compiacimento e non ci vuole una laurea in matematica per capire che ci troviamo di fronte a un disastro economico spaventoso. Solo i debiti superano il miliardo e 700 milioni di euro e i fondi per rischi e oneri ammontano a oltre 700 milioni di euro mentre la passività (la somma dei due indicatori) sfiora i due miliardi e mezzo di euro».
«Una domanda a questo punto mi pare più che lecita– ha continuato – ma il commissario dove prenderà tutti questi soldi per onorare il debito? Alla luce di questi dati resto dell’idea che per prima cosa, ad inizio legislatura, andava quantificato il debito e contrattata con il governo la quota a carico dello Stato per evidente corresponsabilità avendo per anni, di fatto gestito e governato la sanità calabrese. Poi si doveva mettere mano a un progetto di ricostruzione condiviso per ridare energia e vitalità a tutto il comparto».
«E invece – aggiunge la vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale – la sanità calabrese nel corso degli anni dei vari commissari, ha visto il proliferare di una serie incredibile di mostruosità giuridiche che hanno permesso, alla fine, di adottare dei bilanci consuntivi del 2022 delle aziende ospedaliere. Ma con Occhiuto si è andati oltre, ora, grazie al Dl 51 c’è anche la possibilità di adottare al 31 dicembre del 2024 bilanci mai depositati per alcune delle aziende sanitarie, e questa cosa non si era mai vista fino ad ora nella storia italiana. I bilanci, infatti, hanno l’obbligo di continuità contabile. Non avere approvati quelli degli anni precedenti non rende certo il dato del bilancio dell’anno successivo e l’aver rinviato l’adozione dei bilanci, al 31 dicembre 2024, di tutti gli anni antecedenti al 2022, rende di fatto incerti i dati del bilancio 2022, stante l’obbligo della continuità contabile sancita dal codice civile».
«In Calabria ci sono aziende sanitarie che non hanno depositato bilanci per tre o quattro anni – ha concluso – qualcuna addirittura fino a nove, quindi come si fa a parlare di conti a posto se prima c’è il deserto contabile e nessuno sa con esattezza a quanto ammonta con precisione il debito? Ma il commissario che intende fare? Perché quello che è peggio è che non s’intravede un ragionamento serio e condivisibile che possa condurci fuori da questo tunnel spaventoso». (rrc)