Site icon Calabria.Live

SCUOLA E DISABILITÀ: MANCANO SOSTEGNO
E LE FIGURE SPECIALIZZATE IN CALABRIA

Una bambina con l'insegnante di sostegno

di GUIDO LEONE La scuola italiana è ai primi posti nel mondo per spirito di accoglienza e capacità di inclusione. Ciò si deve in gran parte, e occorre esserne sempre consapevoli, alla passione e alla competenza, spesso misconosciute, di chi nella scuola lavora ogni giorno. Ma è anche frutto di scelte culturali, politiche e legislative lontane nel tempo che hanno fatto del modello inclusivo la linea portante del nostro sistema scolastico.

Le scelte lungimiranti di quegli anni ci hanno consegnato un sistema scolastico capace poi di sopravvivere, nei suoi valori fondanti, all’emergenza sanitaria dettata dalla pandemia che  ha ulteriormente aggravato le diseguaglianze preesistenti.

Anche in circostanze normali i ragazzi con disabilità  hanno maggiori difficoltà ad accedere all’istruzione ecco perché è necessario valorizzare ogni individuo, abbattere le barriere che limitano diritti imprescindibili come l’accesso all’istruzione e alle strutture sanitarie ed il potenziamento di tutti i servizi essenziali rimuovendo gli ostacoli che quotidianamente sono costretti ad affrontare.

Nel frattempo nelle scuole italiane aumenta di anno in anno  il numero degli alunni disabili come fa notare il Ministero dell’Istruzione secondo cui in questo anno scolastico gli alunni disabili presenti negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 277.840, sul totale di una popolazione scolastica di 7.407.312 allievi, con un incremento di 9.169 unità rispetto all’anno precedente

Anche in Calabria si registra un incremento continuo. La nostra regione si colloca al decimo posto con 8.808 unità, su un totale di popolazione scolastica di 262.615 allievi, 75 scolari in più rispetto all’anno precedente; un incremento continuo come si può ben notare (erano 6.591 nel 2014/15; 6.457 nel 2013/14; 6.224 nel 2012/2013 ).

Nella nostra regione in questo anno scolastico gli allievi in questione sono così distribuiti: nella scuola dell’infanzia 614, nella primaria 3.034, nella scuola media di primo grado 2.081, nelle scuole superiori 3.079.

Gli allievi portatori di handicap nelle scuole statali della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 3.062, così distribuiti: 168 nelle scuole dell’infanzia, ( di cui 162 psicofisici ,4 con minorazione dell’udito e 2 non vedenti),980 nella primaria( di cui 964 psicofisici,9 con menomazione udito e 7 della vista), 787 nella media di primo grado ( di cui 757 psicofisici, 18 udito e 12 vista), 1127 nelle superiori ( di cui per la gran parte  psicofisici).

Ma, aumenta, al contempo, il contingente dei docenti di sostegno: questa figura è molto importante non solo per il processo formativo dell’alunno disabile, ma anche per promuovere il processo di inclusione scolastica. Sempre secondo dati ministeriali nell’anno in corso i posti di sostegno risultano in totale 172.110. con un in incremento rispetto all’anno precedente di 19.589 posti.

In Calabria i posti di sostegno risultano 7,396. Si prendono cura ogni giorno di bambini e ragazzi con i disturbi più disparati. Certo non tutti i numeri sono positivi, nel senso anche che troppi docenti, almeno il 40% del totale, sono ancora precari.

Tuttavia, il numero di insegnanti specializzati risulta ancora insufficiente; la richiesta di queste figure aumenta di anno in anno più velocemente di quanto non cresca l’offerta. Per questa ragione nel 37% dei casi si selezionano i docenti per il sostegno dalle liste curricolari; si tratta di docenti individuati per rispondere alla carenza di insegnanti per il sostegno, ma che non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolgono attività di sostegno sale al 47% mentre si riduce nel Mezzogiorno attestandosi al 24%.

Il protrarsi della didattica a distanza (Dad), resa necessaria dall’emergenza pandemica, ha reso più complesso il processo d’inclusione scolastica, ostacolando l’interazione tra i coetanei e limitando la partecipazione alla didattica. Tuttavia, rispetto all’anno precedente, si registra un apprezzabile aumento dei livelli di partecipazione, anche grazie a una più adeguata organizzazione delle scuole, sottolinea l’Istat.

Nell’anno scolastico 2020-2021, ricorda l’Istat, «l’attività didattica ha previsto l’alternarsi di periodi di lezione in presenza con periodi a distanza, differenziati tra territori e ordini scolastici in base al quadro pandemico del momento».

Le diverse disposizioni hanno generato «un panorama di prestazioni molto eterogeneo, con una maggiore attività in presenza nelle scuole del primo ciclo e un più ampio ricorso alla Dad nelle scuole del Sud Italia dove le restrizioni sono state maggiori».

La riduzione dei periodi di sospensione, insieme ad una migliore organizzazione da parte delle scuole, «hanno determinato un aumento considerevole dei livelli di partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza, con una quota di esclusi che si attesta al 2,3% rispetto al 23% registrato nell’anno precedente. Quota che sale al 3,3% nelle scuole del Mezzogiorno, con punte del 4% in Calabria e in Campania».

I motivi principali che hanno limitato la partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza non variano rispetto allo scorso anno, tra i più frequenti sono da segnalare «la gravità della patologia (26%), il disagio socio-economico, la difficoltà organizzativa della famiglia (entrambi al 14%) e la mancanza di strumenti tecnologici adeguati (11%). Per una quota meno consistente di ragazzi il motivo dell’esclusione è dovuto alla difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (Pei) alla didattica a distanza (6%) e alla mancanza di ausili didattici specifici (2%)».

Nelle scuole italiane gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, che affiancano gli insegnanti per il sostegno, sono più di 60mila, di questi il 4% conosce la lingua italiana dei segni (LIS). Sono operatori specializzati, finanziati dagli enti locali, la cui presenza può migliorare la qualità dell’azione formativa facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni d’autonomia. Inoltre, con l’avvio della didattica a distanza, il loro coinvolgimento è risultato determinante nel supportare l’alunno e coadiuvare le famiglie in un impegno a volte molto gravoso.

In Calabria il rapporto alunno/ assistente è pari al  5,7%.

Con l’attivazione della didattica digitale integrata diventa cruciale la competenza dei docenti (curriculari e per il sostegno) in materia di modelli inclusivi, necessaria per la progettazione di percorsi didattici efficaci che coinvolgano tutti gli studenti della classe senza esclusioni di alcun tipo.

In Calabria nel 9,4% delle scuole di ogni ordine e grado nessun insegnante per il sostegno ha frequentato un corso specifico per l’utilizzo appropriato di tali tecnologie; nel 60,6% delle scuole soltanto alcuni docenti hanno frequentato corsi, mentre nei restanti casi (29,7%) tutti gli insegnanti hanno frequentato almeno un corso.

Per favorire una didattica inclusiva è importante che le postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità vengano collocate all’interno della classe. Il loro posizionamento in ambienti esterni, infatti, può rappresentare un ostacolo all’utilizzo quotidiano dello strumento come facilitatore per la didattica insieme al gruppo dei coetanei

Tra le scuole  calabresi che dispongono di postazioni informatiche, la collocazione in classe è ancora poco diffusa (47,8% delle scuole). Il 57,5% dei plessi scolastici dispone , di questa strumentazione in ambienti esterni alla classe come i  laboratori informatici  o in aule specifiche per il sostegno nel 29,6% dei casi.

Nell’anno scolastico 2020-2021, secondo l’Istat, sono ancora troppe le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: solamente una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria.

La situazione nella nostra regione è critica  trovandosi all’ ultimo posto nella graduatoria nazionale; a fronte di una accessibilità nel 27,% delle scuole, risultano non accessibili nel 51,2%.

L’assenza di un ascensore o la mancanza di un ascensore adeguato al trasporto delle persone con disabilità rappresentano le barriere più diffuse (45%). Frequenti sono anche le scuole sprovviste di servoscala interno (29%) o di bagni a norma (24,4%). All’interno dell’edificio, invece, raramente si riscontra la presenza di scale (6% dei casi) o porte non a norma (3%).

L’accessibilità degli spazi deve comprendere anche gli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento, all’interno del plesso, degli alunni con disabilità sensoriali:in Calabria solo il 10,8% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia, mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili, necessari a rendere gli spazi accessibili agli alunni con cecità o ipovisione, sono presenti solo nell’1,3 % delle scuole, mentre quelle con almeno uno o due dispositivi sono il 77,0%.

La situazione riguarda tutto il territorio nazionale, con poche differenze tra il Nord e il Sud del paese. Nonostante si rilevi ancora un grave ritardo nei livelli di accessibilità, solo il 22,1% delle scuole calabresi ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico, lavori finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche mentre il 21,7% di scuole dichiara di non averlo fatto anche se l’edificio ne avrebbe avuto bisogno.

Secondo i dati dell’ISTAT nelle scuole italiane sono in costante aumento gli alunni con Bisogni educativi seciali (BES).Più della metà sono allievi con disturbi specifici dell’apprendimento(53%);l’altra quota più importante è rappresentata dallo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale(35%).

Rispetto all’anno scolastico 2017/18 , negli ultimi due anni l’incremento degli studenti BES  stato del 29% sugli alunni iscritti, equivalente a circa 60mila studenti in più.

A livello territoriale l’Istat ha riscontrato un aumento significativo nelle regioni del Centro(+33%), seguite da quelle del Sud(+31%) e del Nord (+26%).

L’aumento degli alunni BES è costante in tutti i gradi scolastici. I Disturbi specifici dell’apprendimento(DSA) rappresentano circa il 5% della popolazione scolastica in Italia.Negli ultimi anni le diagnosi di casi di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono aumentati Considerevolmente.

Le statistiche fornite dal Ministero dell’Istruzione, che annualmente pubblica un report sugli studenti con DSA nella scuola italiana, ci indicano che gli alunni con certificazione DSA, nell’anno scolastico 2018/2019, erano 298.114, pari al 4,9% del totale degli alunni. Proiettando questa percentuale sulla popolazione nazionale, si può quindi ipotizzare che le persone con DSA in Italia siano quasi 3 milioni.

Il 2021 ha segnato i 50 anni dell’inclusione scolastica, con la legge 118 del 31 marzo 1971. A volte invece, dalle testimonianze delle famiglie, sembra che nell’inclusione la scuola creda ancora poco e ancor meno nelle potenzialità dei bambini e ragazzi con disabilità.

C’è bisogno, dunque, di un ritorno alle origini, al senso stesso dell’integrazione a scuola, che è nata con le migliori intenzioni e che molto spesso riesce ancora adesso a rappresentare un esempio anche a livello internazionale. Occorre crederci davvero, tornare a formare alla disabilità l’intera scuola, non solo gli addetti ai lavori. Come sempre si tratta di un’operazione sulla cultura, non sulle barriere.

Il nostro territorio deve raggiungere alti livelli di qualità nell’integrazione all’interno dei servizi educativi, delle scuole e degli enti di formazione professionale, anche attraverso gli sforzi di integrare strumenti, progetti e politiche. Si apra, perciò, una stagione nuova verso un mondo post-Covid inclusivo e accessibile.

E quest’anno ci sono due occasioni da non sprecare:le 25 ore di formazione obbligatoria in servizio per tutti gli insegnanti che hanno in classe un alunno con disabilità per tutti i docenti e il PEI- Piano educativo individualizzato che deve essere redatto secondo il nuovo modello nazionale in base all’approccio biopsicosociale della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

Abbiamo sempre parlato di bisogni e servizi: ora inizia un’epoca, certamente compromessa dal punto di vista economico e dagli effetti perversi della pandemia, ma proprio per questo in una scala di priorità dei bisogni dobbiamo parlare di diritti e responsabilità. (gl)

[Il prof. Guido Leone è stato dirigente tecnico dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria]

Exit mobile version