di SANTO STRATI – Nella nostra terra è molto facile, ahimè, passare dalla parte del torto pur avendo ragione, ma anche nel resto del Paese. Nel caso di Crotone e dei veleni che una folle e indisturbata industrializzazione altamente inquinante ha lasciato, nell’indifferenza e nel colpevole silenzio di tanti, c’è una vittima sacrificale che non merita tutto questo. Anzi le vittime sono due: una è il commissario del Sin di Crotone, Cassano e Cerchiara, il generale della GdF Emilio Errigo che si trova tutti contro, l’altra è la popolazione della bella Crotone che subisce una nuova ferita difficilmente curabile.
Il commissario Errigo ha dato un’accelerata agli interventi di bonifica dei terreni avvelenati dei tre Sin (siti di interesse nazionale) guardando esclusivamente agli interessi dei cittadini e del territorio, ma continua a trovare un inspiegabile muro di gomma che non solo vanifica ogni pur lodevole iniziativa, presa esclusivamente nell’unico interesse delle città contaminate e dei suoi cittadini, ma addirittura prova a minare autorevolezza e credibilità. E questo, ci sia consentito di affermarlo a gran voce, non è accettabile.
I trascorsi del generale della Finanza Errigo che ha combattuto in prima persona contro la mafia nel Palermitano, fianco a fianco con Giovanni Falcone, e rischiando più volte la propria vita, non consentono alcuna indulgenza alle ostilità che il Commissario Straordinario continua a trovare sul suo percorso di risanamento. Tanto da venire additato come nemico dei crotonesi, in un ossimoro di gratuite valutazioni che capovolgono la realtà, quando è sotto gli occhi di tutti il costante impegno dell’alto ufficiale per risanare le contaminazioni e ridare speranza di vita a una popolazione che, d’improvviso, si è scoperta debole e indifesa contro i veleni che l’ex Stalingrado del Sud ha prodotto negli anni.
Errigo, generale in riserva della Finanza, docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare, quando venne nominato qualche anno fa dal Presidente Occhiuto commissario all’Arpacal (la società in house regionale per la difesa ambientale) mostrò subito determinazione e assoluta risolutezza nell’affrontare anni di trascuratezze e inefficienze. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e oggi l’Arpacal continua a seguire, con eccellenti risultati, il percorso avviato dal gen. Errigo.
Chiamato e nominato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con Dpcm del 14 settembre 2023, a Errigo è stato chiesto di coordinare, accelerare e promuovere gli interventi di bonifica del Sin di Crotone-Cassano e Cerchiara di Calabria, tre territori che, a norma delle attuali leggi, sono stati considerati “siti contaminati” di interesse nazional (Sin). L’impegno e la serietà con cui il gen. Errigo ha affrontato tale impegno gli hanno creato non pochi nemici, anche a livello istituzionale. Nonostante il rigore e la passione profusi (Errigo è profondamente innamorato della sua terra) il suo “decisionismo” (dopo anni di colpevole inerzia) ha cominciato a dare fastidio. Eppure, basterebbe solo considerare come, dopo silenzi e abbandono, il caso di Crotone sia esploso grazie al suo lavoro, dove emergono la competenza ambientale e il rigore militare, uniti a una straordinaria attenzione e sensibilità ai valori umani. I cittadini prima di tutto e la loro salute e quella delle generazioni che verranno su cui pesano preoccupanti timori di contaminazione ambientale.
La scelta di “mandare fuori” della Regione i rifiuti tossici (ma solo una minima parte è stata fino a oggi considerata) appare più un’operazione di immagine che produce consenso, piuttosto che una vera soluzione al problema della contaminazione, spaventosamente grande, del territorio. Le indicazioni del generale Errigo di voler trattare i rifiuti nel territorio stesso rispondono proprio alla necessità di esporre la popolazione a nuovi disagi e rischi di ulteriore contaminazione derivanti da un trasporto su gomma e un trasbordo su navi decisamente pericolosi. Sarebbero migliaia i tir impegnati a riempire navi-spazzatura destinate a sversare i rifiuti tossici in Svezia o altrove per il loro smaltimento
Di fatto, c’è una incontrovertibile verità: dopo oltre 25 anni di sostanziale inerzia amministrativa, pur volendo riconoscere meriti a tutti i soggetti politici e amministrativi cooperanti, il Commissario Errigo, ha avviato serie proposte di bonifica del territorio, forte della sua determinazione e altissimo senso del dovere istituzionale. Un’operazione all’inizio della tanto attesa bonifica delle discariche fronte mare di Crotone, contenenti rifiuti pericolosi e non pericolosi, per un totale stimato di oltre un milione di tonnellate. Rimangono ancora giacenti e ci auguriamo non dormienti ancora per altri 25 anni, le altre rimanenti diverse centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti e sedimenti, sversati in mare e sotterrati ovunque si siano trovati spazi idonei al fine dello smaltimento, nella città e provincia di Crotone e in diversi altri luoghi della Calabria (come Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria).
Rimane da sottolineare il prezioso e insostituibile apporto concreto assicurato da tutti i Comandi territoriali e Reparti Specializzati Ambientali e Forestali dall’Arma dei Carabinieri, per individuare le soluzioni più idonee allo smaltimento, in totale sicurezza, dei rifiuti tossici. Ma il gen. Errigo non può essere messo da parte, né lasciato in solitudine a combattere i mulini a vento della burocrazia regionale. Dalla sua, Errigo, pur avendo trovato sponda presso il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) Gilberto Pichetto Fratin che ha posto la massima attenzione ai tre Sin calabresi, non può essere il bersaglio di un inspiegabile “fuoco amico”. Crotone e il suo territorio chiedono soluzioni rapide ed efficaci: per il bene della Calabria, “salviamo il soldato” Errigo! (s)
