Il Commissario Errigo chiede al ministero della Difesa al sopralluogo tecnico nelle aree del Sin Crotone

Il commissario straordinario per la Bonifica del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, Emilio Errigo, ha chiesto al ministero della Difesa un sopralluogo tecnico-conoscitivo congiunto nelle aree contaminate del SIN di Crotone-Cassano e Cerchiara.

L’obiettivo, infatti, è quello di informare puntualmente, con profondo senso di responsabilità e trasparenza, rispettando fedelmente il proprio dovere istituzionale cittadini e abitanti la Città di e Provincia di Crotone, per condividere l’impegno del commissario Errigo per la realizzazione degli interventi di bonifica e recupero del danno ambientale nel Sito contaminato di Interesse Nazionale di Crotone – Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria.

La prima fase conoscitiva – organizzativa, partita già negli ultimi giorni di ottobre 2023, subito dopo la pubblicazione del decreto di nomina (il DPCM 14 Settembre 2023), nato da una serie di incontri preliminari intercorsi tra il gen. Errigo e il Ministero, ha avuto come obiettivo quello di costruire una solida base di partenza per la successiva fase tecnico-operativa.

Riprendere il lavoro interrotto nel luglio 2018 dalla precedente gestione commissariale ha necessariamente impegnato il Commissario Errigo e la sua struttura alla costante ricerca e opportuna conoscenza di atti, relazioni tecniche e studi sul campo di quanto effettivamente è stato già svolto dal precedente commissario.

Essere a conoscenza di tutte le attività che i vari attori istituzionali e non, coinvolti nella bonifica e nel risanamento ambientale del Sin di Crotone, hanno eseguito durante gli anni precedenti, è la condicio sine qua non per poter passare alla fase successiva in cui è intenzione del Commissario Straordinario, intraprendere quanto necessario per rispettare il dettato normativo presente all’interno del Dpcm.

Accelerare e promuovere la bonifica del sito contaminato crotonese non è una semplice norma contenuta del Dpcm del 14 Settembre 2023 ma è un imperativo che il commissario vuole mettere in atto nei suoi due anni di lavoro.

Conoscenza dei luoghi, degli attori coinvolti a vario titolo, cosa è stato fatto e cosa si deve fare, posizionando in ordine di urgenza e priorità le azioni da svolgere nei prossimi mesi.

Questo lavoro preparatorio è iniziato con le interlocuzioni che il Gen. Errigo ha avuto, già all’indomani della nomina, con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e il dirigente del Dipartimento Territorio e Ambiente Ing. Salvatore Siviglia; successivamente, il Commissario ha avuto modo di confrontarsi in modo costruttivo e collaborativo, con il Prefetto di Crotone, dott.ssa Franca Ferraro, con il Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe Capoccia, con il Presidente della Provincia di Crotone, dott. Sergio Ferrari, con il Sindaco di Crotone, Vincenzo Voce.

Sono seguite poi strette interlocuzioni con il Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, il dott. Pietro Falbo e numerosi incontri con le altre associazioni imprenditoriali, ambientaliste e con i rappresentanti dei pescatori.

Scopo delle prime interlocuzioni è stato quello di poter preparare, in modo adeguato, la richiesta di sopralluogo nell’area SIN; tale richiesta, inviata all’Amministratore Delegato di Eni Rewind, dott. Paolo Grossi, ha visto una fattiva collaborazione da parte della società milanese ed ha portato ad un incontro pubblico che si è tenuto all’interno dello stabilimento Ex Pertusola il 23 Novembre 2023 alla presenza di autorità politiche, istituzionali, Forze dell’Ordine e realtà associative e consortili della città.

Successivamente, l’azione commissariale si è spostata, sempre seguendo il dettato normativo del Dpcm di nomina, alla doverosa organizzazione di una struttura che fosse in grado di svolgere al meglio e supportare l’azione del Commissario Straordinario.

La facoltà di potersi avvalere di società specializzate a capitale pubblico per la gestione tecnico amministrativa della struttura ha visto la stipula, in data 28 Dicembre 2023, di un accordo quadro con la Sogesid, società di ingegneria “in house providing” del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT). L’accordo, firmato dal Commissario Errigo e dall’Amministratore Delegato Sogesid, Ing. Errico Stravato, sottolinea il ruolo di Sogesid quale struttura di supporto tecnico specialistico all’azione commissariale tramite funzioni di progettazione, studi di fattibilità, affidamento ed esecuzione dei lavori con attività di carattere ingegneristico, amministrativo, contabile e legale.

Lo stesso art.3 comma 3 del Dpcm consente l’avvalimento delle Forze Armate e di Polizia; il Generale Errigo, per preparare questa eventualità, ha chiesto ed ottenuto in data 29 dicembre 2023 un incontro con il Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, il Generale C.A. Giovanni Maria Iannucci.

Durante questo cordiale incontro, il Commissario Errigo ha formulato la richiesta di potersi avvalere di unità altamente specializzate dell’Esercito chiamate a analizzare e bonificare le aree ricadenti nel SIN qualora ci fosse la necessità. In questa stessa occasione, è stato inoltre richiesto di poter utilizzare come base logistica, alcune strutture abitative di proprietà dell’Esercito presenti nella città di Cutro per ospitare le unità eventualmente utilizzate. 

A seguito di richiesta di avvalimento, è stata firmata il 4 Gennaio 2024, una convenzione per il supporto tecnico specialistico con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal). All’interno della convenzione firmata congiuntamente con il Commissario Straordinario di Arpacal, il prof. Michelangelo Iannone, si è data possibilità ad Arpacal di potersi dotare di personale tecnico esperto dedicato esclusivamente al Sin.

Grazie alla disponibilità del Prof. Iannone e al suo interesse fattivo, cooperante e costruttivo verso la problematica Sin, è stato concesso il trasferimento in posizione di comando ad alcune unità di personale esperto e qualificato che farà parte a tempo pieno della Struttura commissariale.

La stessa lettera di avvalimento è stata inviata nei giorni scorsi al Provveditorato Opere Pubbliche Interregionale della Sicilia e Calabria e all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) al fine di poter utilizzare tutto il know out possibile per svolgere al meglio il compito assegnato dal Presidente del Consiglio dei Ministri al Generale (ris) Emilio Errigo.

Per completezza di informazioni, nella settimana appena conclusa, il Generale Errigo ha incontrato, il 17 gennaio presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il Dirigente della Direzione Generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche  – divisione III– bonifica dei siti di interesse nazionale, Luciana Distaso con alcuni collaboratori e tecnici del Mase e il giorno dopo, presso la sede Sogesid, alcuni tecnici dell’Ispra che negli anni scorsi si sono occupati, a vario titolo, del Sin di Crotone.

Nello stesso giorno, la seria problematica relativa alla preclusione delle attività di pesca marittima nelle acque adiacenti il litorale delle discariche fronte mare di Crotone, vietata prima nel 2008 e poi  dal 2012,  con Ordinanze emesse dalla competente Autorità Marittima, Capitaneria di Porto Crotone,  ha formato oggetto di una relazione informativa da parte del Commissario Straordinario, presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare Italiana a Roma, alla presenza di del Capo di Gabinetto del Ministro delle Politiche del Mare e Protezione Civile, dott. Riccardo Rigillo, già Direttore Generale della Pesca, Autorità Civili, Militari e Rappresentanti delle Associazioni di Pescatori sportivi e professionali.

Infine, è partita la richiesta ufficiale al Ministero della Difesa, allo Stato Maggiore della Difesa, al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e al Comando Operativo di Vertice Interforze, per eseguire un sopralluogo congiunto di carattere tecnico presso le aree contaminate del Sin che comprenda anche personale della componente forestale dell’Arma dei Carabinieri, cui far seguire una riunione operativa.

«Il duro lavoro che ci attende, iniziato poco più di tre mesi fa, mi ha fatto capire che bisogna procedere in modo celere ma con le dovute cautele», ha commentato il Commissario Errigo.

«Sento il dovere morale e istituzionale, di esprimere gratitudine e riconoscenza, al Signor Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, al Signor Prefetto, al sindaco, al Presidente della Provincia, a tutte le forze politiche, sindacali e gli ordini professionali, nessuno escluso – ha evidenziato –. Il loro importantissimo contributo di pensiero, sostegno e vicinanza mi supporta nel non facile compito a me assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per assicurare il diritto alla salute, all’ambiente salubre e per migliorare la qualità della vita ai cittadini e abitanti delle città di Crotone, Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria». 

«Operare in modo trasparente per promuovere un risanamento globale e, ove fosse possibile – ha proseguito – promuovere il rilancio della intero territorio dal punto di vista mediatico ed economico condividendo i miei sforzi con più persone possibili: cittadini, giornalisti, pescatori, Forze dell’ordine, uomini di chiesa, alte cariche pubbliche rimanendo sempre in contatto diretto, con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che segue con particolare attenzione e interesse istituzionale la storica e attualissima problematica del Sin di Crotone – Cassano e Cerchiara, anche attraverso specifici incontri congiunti, promossi dal Direttore Generale Ing. Salvatore Siviglia, presso il Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria».

«È mia intenzione informare periodicamente sull’azione commissariale – ha concluso –; il mio lavoro potrà dirsi efficace se dentro ognuno di voi rinascerà la speranza, la voglia di non sottomettersi al destino e l’orgoglio di essere crotonesi. Crotone si dovrà svegliare con il sorriso; è questo il mio impegno, finché sarò Commissario Straordinario Delegato alla bonifica del danno ambientale». (rkr)

Arpacal: prosegue il commissariamento guidato dal gen. Emilio Errigo

di SANTO STRATI – Appena pochi giorni fa, il gen. Emilio Errigo aveva salutato l’efficientissima squadra dell’Arpacal di cui era commissario formalmente fino al 30 settembre. Ma il suo incarico rimane in piedi, visto che il Presidente Occhiuto ha revocato l’annunciata nomina del suo successore (Carlo Maria Medaglia, finito ieri agli arresti con l’imputazione di truffa alla Stato). Una buona notizia per la Calabria, che continua a poter contare su una personalità di altissimo profilo e di assoluto senso dello Stato (ha lavorato anche con il giudice Falcone) che nei mesi del suo commissariamento ha saputo ridare entusiasmo e voglia di operare a un gruppo di lavoro efficace, ma utilizzato in precedenza poco e male.

I risultati del commissariamento di Emilio Errigo sono sotto gli occhi di tutti  e non si capisce la scelta del Presidente Occhiuto di nominare un successore dopo la nomina dello stesso Errigo a commissario ministeriale per il risanamento dei siti inquinati di Crotone, Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria, incarico che aveva accettato a titolo gratuito e per niente in conflitto con la guida commissariale dell’Arpacal.

Il Presidente Occhiuto, grazie al lavoro del generale della Guardia di Finanza (a.r) Emilio Errigo, può vantare ottimi risultati nella lotta all’inquinamento marino e terrestre, con un controllo serrato degli scarichi a mare e la qualità delle acque. La squadra di Arpacal ha mostrato capacità e messo grande impegno per ottenere i lusinghieri risultati ottenuti nella protezione ambientale della regione.

A sorpresa, giusto un paio di giorni fa, Occhiuto aveva annunciato la nomina del successore, il docente universitario Carlo Maria Medaglia, della Link University, di Roma, ma ieri mattina è arrivata la notizia del suo arresto con una grave imputazione che riguarda finanziamenti e crediti d’imposta “irregolari” a un Consorzio di cui faceva parte.

La revoca del provvedimento (peraltro non ancora protocollato) è stata, ovviamente, immediata e il gen Errigo si è trovato a continuare a guidare il commissariamento fino alla nuova nomina del suo (eventuale) successore.

La domanda che viene lecito farsi è: chi è che suggerisce le nomine al Presidente Occhiuto (che ha portato obiettivamente una ventata di aria fresca nella gestione regionale)?  Perché è evidente la predilezione (che non gli appartiene) per persone e personaggi che vivono fuori della Calabria, come se l’essere nati nella regione o essere figli di questa terra fosse un elemento discriminante.

Guardiamo bene le ultime nomine: alla Sacal è arrivato Marco Franchini, un manager pugliese di aeroporti – era a capo dello scalo di Catania; alla Zes Calabria ha chiamato un ottimo avvocato, Giose Romano, (partenopeo) che però è a mezzo servizio con la Zes Campania – con gli immaginabili e inevitabili conflitti d’interesse tra le due regioni –, poi Marcello Minenna, chiacchierato capo delle Dogane,  nominato assessore all’Ambiente (che un provvedimento della magistratura penale ha stoppato nell’incarico) e ora il prof. Medaglia (romano) con alle spalle pesanti accuse che ci auguriamo si rivelino inconsistenti in giudizio – che, per la verità non si è mai occupato di ambiente.

Ma in Calabria non ci sono manager e professionisti in grado di offrire capacità e competenze alla propria terra? Ce ne sono, ce ne sono. Anzi, ce ne sono tanti che se li contendono le regioni del Nord, facendo trionfare in pieno la regola del nemo propheta in patria.

Allora, Presidente, non vogliamo sapere chi è che le suggerisce nomi “chiacchierati” che le fanno fare brutte figure e gaffes imperdonabili (vista la buona due diligence che ha imposto alla Regione), ma ci permettiamo di suggerirle una maggiore accortezza nella scelta delle future nomine. Soprattutto per quelle che dovrà assegnare (ci sono deleghe pesanti che ha trattenuto per sé e, obiettivamente, non può seguire visti gli innumerevoli impegni da Presidente). Per una volta si dimentichi di scelte esterne alla regione e affidi a calabresi – in presenza di competenza e capacità – gli incarichi che servono a far ripartire la Calabria. È un peccato sottovalutare le capacità presenti in Regione (abbiamo tre Atenei che sfiorano l’eccellenza) e personalità calabresi che vivono altrove ma sarebbero pronte a tornare per servire la propria terra.

La sua intelligenza – crediamo – è in grado di bypassare la logica correntizia e delle “cambialette” post elettorali da “onorare”: scelga basandosi sul merito e riacquisterà pieno consenso, quello che viene continuamente minacciato da scivoloni in cui la fanno finire cattivi consiglieri.  (s)

Emilio Errigo è il nuovo commissario Arpacal

Prestigioso incarico per il generale della Guardia di Finanza Emilio Errigo, che è stato nominato commissario di Arpacal, succedendo a Domenico Pappaterra. La nomina è stata fatta dalla Giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto. Il mandato è di otto mesi, per varare una riforma complessiva del sistema Arpacal.

Il congedo di Pappaterra

Mi congedo con la convinzione che l’intenso lavoro di rilancio e di riorganizzazione possa tornare utile per le sfide future che attendono l’Agenzia. A seguito della nomina del nuovo Commissario Straordinario da parte della Giunta Regionale si è conclusa la mia esperienza di Direttore Generale/Commissario Straordinario alla guida dell’Arpacal, un lavoro triennale svolto con passione e massimo impegno che spero torni utile per favorire la definitiva opera di rilancio e di riorganizzazione dell’Agenzia.

Al termine di questa esperienza che mi ha arricchito sul piano umano e professionale, avverto il dovere di ringraziare l’ex Presidente Mario Oliverio che mi ha nominato, la compianta Presidente Jole Santelli che in forza del nostro rapporto personale e di fiducia mi ha confermato nell’incarico e l’attuale Presidente Roberto Occhiuto che mi ha consentito di portare a termine il lavoro contrattualizzato.

Nel mio messaggio di fine anno avevo già voluto ringraziare tutto il personale dell’Agenzia per la collaborazione ed il sostegno ricevuto in questi anni di lavoro non senza difficoltà, nel pieno dell’emergenza Covid e con scarsissime risorse finanziarie ed umane a disposizione.

È doveroso farlo anche in questa occasione per esprimere un sentimento di profonda gratitudine che meritano i circa 250 dipendenti dell’Arpacal che anche nelle fasi emergenziali non sono mai venuti meno al loro dovere e soprattutto al senso di appartenenza all’Ente. Mi auguro che nei prossimi anni le tante professionalità di cui l’Agenzia dispone possano ricevere dalla Regione segnali di maggiore fiducia che gioverebbero molto anche al fine di affermare la centralità dell’Arpacal nelle attività di monitoraggio e controllo che quotidianamente svolge al servizio delle istituzioni, dei cittadini e delle forze dell’ordine impegnate a combattere e reprimere i reati ambientali. Un capitale umano di prim’ordine che se valorizzato e rispettato appieno può costituire il vero punto di forza delle politiche di governance ambientale della Regione Calabria.

La mia personale esperienza è stata anche una straordinaria occasione per instaurare rapporti di collaborazione con i più alti rappresentanti delle istituzioni e del mondo associativo a diverso titolo coinvolte nel comune lavoro a partire dai colleghi del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa), i Prefetti delle province calabresi, i Procuratori della Repubblica dei territori coinvolti nell’attività di controllo delle acque di balneazione, i Comandanti Regionali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto, i Sindaci ed i Presidenti delle Province, il Presidente del Consiglio Regionale e tutti i Consiglieri Regionali, il Presidente della Giunta e gli assessori Regionali, i Direttori dei Dipartimenti con particolare riferimento a quelli con i quali abbiamo interagito quotidianamente, ovvero Ambiente, Bilancio e Salute, oltre naturalmente ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste che svolgono in Calabria un ruolo di controllo severo, ma necessario per migliorare le condizioni ambientali della nostra terra.

Queste relazioni ed in particolare quelle con i colleghi Direttori Generali delle Arpa delle altre regioni hanno consentito all’Arpacal di aumentare la propria credibilità istituzionale a livello nazionale culminata con il mio riconoscimento quale vicepresidente di Assoarpa

Tornando a parlare di Arpacal, grazie al nuovo Regolamento di Organizzazione approvato dalla Giunta Regionale si è consegnato all’Agenzia un assetto organizzativo fortemente unitario ma sensibile alle diverse specificità territoriali per costruire un sistema di responsabilità diffuse sia per le diverse strutture dirigenziali ma anche per gli incarichi di funzione del personale del comparto.

La grande operazione di revamping di tutte le attrezzature dei cinque dipartimenti provinciali, dei centri specialistici e della rete laboratoristica, ha consentito di dotarli di strumentazioni all’avanguardia necessarie per le attività di monitoraggio e controllo di tutte le matrici ambientali.

Gli investimenti poderosi sulle sedi di proprietà dell’Agenzia sono stati un altro tassello importante dell’azione di questi anni. A Catanzaro a seguito dell’incendio del luglio 2109 sono stati ristrutturati i laboratori, adesso si dovrà intervenire sulle sedi di Crotone, di Vibo Valentia e Reggio Calabria e si procederà allo spostamento della dorsale laboratoristica di Cosenza a Castrolibero per poi completare gli interventi alle sedi.

Ovviamente la sfida del rilancio definitivo la si potrà vincere ad una sola condizione, ovvero quella dell’incremento della dotazione finanziaria dell’Agenzia che per legge dovrebbe essere l’1% del fondo sanitario regionale ed oggi sfiora solo lo 0,45%. Da oltre dieci anni viene trasferito un contributo omnicomprensivo di 15 milioni di euro quando in realtà ad oggi all’Arpacal spetterebbero quasi 36 milioni di euro. Queste risorse aggiuntive sono necessarie per colmare il vuoto di organico che, negli ultimi anni, è passato dai circa 400 dipendenti previsti in pianta organica agli attuali 250. Nonostante questa nota carenza di personale ad oggi l’Agenzia non è mai venuta meno ai suoi compiti istituzionali garantendo sempre le prestazioni ed i servizi richiesti o derivanti da precisi obblighi di legge.

Avverto il dovere infine di esprimere al nuovo Commissario Straordinario, il Generale Emilio Errigo che incontrerò nei prossimi giorni per il passaggio delle consegne, un sincero augurio di buon lavoro; sono certo che sua esperienza professionale tornerà utile per il rafforzamento di uno dei più importanti Enti Strumentali della Regione Calabria. (rcz)

CRESCERÀ IL RISCHIO DI DISCRIMINAZIONI
SE SI VIOLANO IN CALABRIA I DIRITTI UMANI

di EMILIO ERRIGOSiamo sicuri e certi, che i trenta articoli, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in vigore a decorrere del 10 dicembre 1948, siano osservati e fatti osservare in Calabria? Vi invito a leggere e riflettere liberamente e autonomamente, sui contenuti nell’articolato e valori umani espressi in ogni singola norma giuridica di diritto internazionale, scritti nella Dichiarazione Universale.

Già dalla prima lettura integrale interpretativa, si rimane senza parole.

Esistono estese aree territoriali in Calabria, dove alcuni dei tanti diritti umani cosiddetti “Civili”, parrebbero a una prima analisi e attenta lettura del testo giuridico internazionale, non garantiti.

Ove solo si pensi, alla sicurezza delle reti viarie, assicurata nella maggior parte del territorio nazionale italiano , e la sicurezza negata o comunque affievolita, in danno di quanti Calabresi e non, percorrono la strada statale 106, c’è veramente da rabbrividire.

Questa strada pericolosissima, denominata “la strada della morte” , oltre 480 chilometri, di pericoli e rischi d’incidenti mortali a catena , ogni ora del giorno e della notte, mettono a dura prova i conducenti e passeggeri degli autoveicoli e mezzi pesanti, i quali da Reggio Calabria, si avventurano via Strada Jonica fino a Taranto.

Non ne parliamo per non disturbare il sonno, di coloro che ancora non hanno realizzato il completamento e ammodernamento, sia della necessaria elettrificazione della rete ferroviaria, (lumaca), che della tante volte promesso potenziamento della rete ferroviaria.

L’ammodernamento e potenziamento della rete ferroviaria Jonica, sicuramente da considerarsi strategica, sotto il plurimi motivi di una moderna Logistica Intermodale, oltre a favorire logisticamente tutte le PMI, attualmente presenti nei Comuni jonici, della Città Metropolitana, migliorerebbe di tanto, la fruizione del vettore ferroviario, assicurano una paritetica qualità della vita e sicurezza dei trasporti, agli oltre 400.000, persone residenti (in estate più del doppio), i quali dalla Stazione di Reggio Calabria Centrale, potrebbero giungere agevolmente e velocemente, fino a Taranto, seguendo la molto suggestiva, panoramica e bellissima configurazione costiera del Mare Jonio.

Pensate per un momento ai benefici logistici dei quali godrebbero sia il Porto Commerciale e ci auguriamo in un prossimo futuro anche RO-RO e Crocieristico, di Saline Joniche, sia le aree industriali contermini del Polo Multifunzionale di Saline Montebello Jonico (ex Grandi Officine delle Ferrovie dello Stato), ora da molti anni inutilizzate.

Perché il diritto umano alla salute e cure mediche dei Cittadini dei Comuni jonici, lo considerate pari a quello che viene garantito alle aree delle Regioni Campania, Puglia, Lazio , Toscana e altre Regioni del Centro e Nord ?

Forse il diritto umano e costituzionale di libertà è garantito in Calabria?

Libertà di agire nel rispetto delle leggi, libertà dell’iniziativa privata, libertà d’impresa, libertà di domicilio, libertà personale, libertà famigliare, libertà di vita relazionale, libertà di movimento, libertà di associazione, di comunicazione, libertà di circolazione, libertà di respirare, libertà di passeggiare in un giardino o parco pubblico, di sedersi sul lungomare a guardare il mare, esistono e sono salvaguardate queste libertà e diritti umani universali?

La Calabria e i circa 600 mila abitanti, nei 97 Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, non possono godersi liberamente e senza alcuna interferenza, moltissimi di questi diritti umani, anche se rafforzati da norme previste dalla non tanto amata e non fatta osservare Costituzione della Repubblica Italiana.

È proprio tanto difficile, vivere liberamente e convivere pacificamente, con molte realtà territoriali, esistenti nei Comuni jonici e tirrenici della Provincia di Reggio Calabria, ora Città Metropolitana.

La costituita Zona Economica Speciale della Regione Calabria , ancora non è riuscita ad attrarre gli investimenti attesi e vedere realizzare le opere di interconnessione viarie veloci e sicure, necessarie per consentire ad eventuali investitori di localizzare insediamenti industriali alimentari o delocalizzare rami d’azienda, all’interno delle aree territoriali, aeroportuali e portuali, dove sono presenti agevolazioni amministrative, fiscali e finanziarie.

La dignità di un Uomo, non deve essere mai e poi mai calpestata e violata.

Perché in Calabria tutto o quasi è sempre impossible realizzarlo?

Io sono stato e sono geneticamente ottimista, amo la Calabria e il diritto nazionale e internazionale, più di me stesso.

Non posso comunque esimermi dal rappresentare i bisogni umani della mia Gente, che in Calabria, non riesco a comprende il perché e le vere cause, di queste enormi difficoltà che devono affrontare sia i Cittadini della Calabria dello Jonio e forse un po’ di meno, quelli abitanti nei Comuni tirrenici della mia bellissima Regione Calabria.

Ci auguriamo e ci dobbiamo dare da fare tutti, nessuno escluso, al raggiungimento del fine, prefissato e riverberata al mondo, che vorrebbe, la “Calabria Terra dei Padri”, rinascere, riproporsi e riaffermarsi, come una terra di benessere psicofisico, economico e sociale, dove la giustizia sociale sia un valore universale garantito ad ogni essere vivente, in quella che viene considerata la Regione più ricca di risorse umane, energetiche, ambientali, minerarie e naturali al mondo. 

[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria.
Docente di Diritto Internazionale presso Università della Tuscia, è Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Il caso Arenella di Reggio, un bene storico dimenticato

di EMILIO ERRIGO – Roba da non credere! Veramente strana questa mia Calabria.
A San Gregorio di Reggio Calabria, esiste su oltre 20000 metri quadrati, (2 ettari di territorio), una storica fabbrica denominata Arenella, un vero gioiello di architettura industriale e ambientale, a due passi, anzi a circa 20 metri dalla riva del mare, guarda caso e non si capisce proprio perché è abbandonata al lento degrado economico, urbanistico e ambientale.

Deve essere svaluta per qualche operazione finanziaria? Palazzi, Villette, Residence, Parco Giochi, Centro Riabilitativo Politraumatizzati, o cosa altro si ha in mente di realizzare in questo angolo di paradiso dimenticato?
Cittadini Calabresi, Politici, Amministratori  Regionali, Metropolitani e Comunali, visitate questa realtà urbanistica in crescente degrado, poi  visto che vi trovate in piena c.d. Zona Industriale di San Gregorio, Mortara e San Leo, svoltate verso la Via del Mare, proseguite lungo la Via delle Fabbriche, chiamata così per via delle tante Fabbriche costruite negli anni Settanta a seguire, ora quasi tutte, abbandonate al loro triste degrado e nella maggior parte inutilizzate.

Ricordo quelle belle realtà economiche imprenditoriali, che davano lavoro a migliaia di giovani provenienti dai Comuni della Provincia di Reggio Calabria, tecnici, operai specializzati,  diplomati  e laureati lavoravano presso: Acem, Ascioti, Dana Confenzioni, Temesa, Centrale  del latte Opera Sila, Nucera Componenti e Contenitori, Pastificio De Gregorio, Caseificio Falcone, Lam Flex, fabbrica materassi, cuscini e tanti altri arredi per la casa, ristoranti, pizzerie, case alloggio, chic bar, Booking, nota Falegnameria artigianale Pepè Gattuso, ed altro ancora che non ho più chiaro il  ricordo.

Ora a San Gregorio, Mortara, San Leo e dintorni, rimangono tante aree agricole sventrate e abbruttite, da mega progetti Industriali e dalle diverse Grandi Opere Pubbliche incompiute, le quali hanno preso il sopravvento e distrutto, diverse decine di migliaia di piante di bergamotto, arance, mandarini, vaste coltivazioni di ortaggi e piante da frutta.

Era proprio piccola, bella e ricca mezzo secolo addietro la mia San Gregorio.
Per citare il vero ricordo ai lettori di Calabria.Live, la profumatissima fabbrica del Consorzio Nazionale del Bergamotto, che diffondeva il prezioso profumo fino a decine di kilometri di distanza, dal fiorente centro di produzione della preziosissima essenza dì Bergamotto.

Oggi rimane molto poco di quel benessere economico e sociale, solo disoccupazione, reddito di cittadinanza, solitudine, rifiuti lasciati marcire nel greto della fiumara, degrado e tanta  tristezza.

Chissà se il nuovo Presidente della Regione Calabria, on. Roberto Occhiuto, accompagnato dalla cara vicepresidente, indimenticabile, intraprendente e molto operativa, preside Giusi Princi, visiteranno il vistoso degrado dell’ex  “Aeroporto Militare e Civile, M.O.V.M. Tito Minniti”, per poi proseguire per l’incompleto Approdo Aliscafi e Navette Veloci, situato a pochi metri sul Mare  adiacente la nuovissima Stazione FS Aeroporto, a seguire, l’incompleto Mercato Comunale Ortofrutticolo della Città Metropolitana di Reggio Calabria e Zona Industriale di San Gregorio, Arenella, Consorzio del Bergamotto.

Sarebbe un gran bella azione politica e sociale, se Lei caro “Presidente di tutti i Calabresi”, trovasse il tempo necessario ( circa due ore) per visitare questa piccola  area periferica situata a  sud  dell’Aeroporto dello Stretto, contermine alla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Presidente, se la Sua Giunta e il Consiglio Regionale, deliberassero il completamento delle opere quasi ultimate, a partire dalla interconnessione superstradale  per i mezzi pesanti, che  dallo svincolo uscita San Gregorio, porta al costruendo Mercato Ortifrutticolo e Zona Industriale San Gregorio, Mortara e San Leo di Reggio Calabria, sarebbe un bel giorno per noi dimenticati Cittadini Calabresi di Reggio Calabria Jonica, non sempre considerati appartenenti alla Regione Calabria. (ee)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario e consigliere giuridico economico-finanziario internazionale]

TROPPA PRODUZIONE DI IDEE AMBIZIOSE
SERVONO OPERE FINANZIATE E REALIZZATE

di EMILIO ERRIGO – Vendesi al miglior offerente migliaia di idee e progetti per la Calabria.  Sarebbe meglio aggiungere che  di idee e progetti, le prime pure molto dettagliate e secondi circostanziati, probabilmente  ne sono piene la mente dei calabresi e colmi gli armadi di molti uffici della pubblica amministrazione, anche in Calabria. 

Quello che mancano sono le opere ideate, progettate, programmate, magari pure in parte finanziate e poi in moltissimi casi, lontani dall’essere ultimate e finalmente vederle realizzate. 

Sarebbe molto bello e interessante, avere piena contezza del numero delle opere approvate, finanziate e incompiute, presenti in Calabria. 

Ci sarà mai qualcuno che si farà carico di approfondire tale interessante ricerca amministrativa?

Sono in tanti gli amministratori pubblici, titolari di importanti incarichi nella Pubblica Amministrazione, a prescindere dal ruolo e responsabilità amministrativa, in alcuni casi anche a rilevanza nazionale, regionale e locale, i quali partono con tanta buona e sana volontà di fare e fare bene, poi strada amministrativa percorrendo, vuoi per un motivo o per un impedimento, si perdono nei meandri del non riuscire a fare ciò che di buono e giusto, si erano prefissati di voler fare.

Si sa che lo zucchero non guasta bevanda, considerando che mille o cinquemila idee, non arrecano danni ad alcuno, tanto che si è soliti dire non solo in Calabria, che le idee e progetti irrealizzati, non risulta che abbiano lasciato feriti e periti sul campo.

Quello che più mi irritano e non poco in verità, sono le opere incompiute. 

Non si può più accettare che una, dieci o cento opere pubbliche iniziate, non trovino compimento in Calabria.

Un mirato monitoraggio potrebbe aiutare a programmare e pianificare le spese pubbliche ritenute necessarie e urgenti per la realizzazione delle opere.

Quanto idee affumicate dall’aria fritta, vengono sospinte dai venti dell’inconsistenza e incapacità amministrativa. 

Su queste pagine ho scritto e ripetuto più volte, quante vecchie e recenti  infrastrutture  pubbliche, sono state lasciate  aggredire dalla pioggia e dal vento tanto distruttivi. Nessuno vede, nessuno interviene, proprio nessuno, perché?

Forse si attende che il rigore della legge arrivi  a destinazione e tenti di contenere per quanto possibile, i comportamenti amministrativamente o penalmenti rilevanti, chiedendo ai presunti responsabili, conto e ragione dei propri comportamenti illegali?

Non si dica che è sempre colpa delle mafie dominanti, tanto oramai in Calabria non ci crede più nessuno.  

Se non si procederà in tale direzione, riaffermando il valore della legalità e la Corte dei Conti non sanzionerà coloro i quali vengono giudicati responsabili di danno erariale, a mia opinione, non avranno mai termine né i comportamenti dannosi per l’erario, né si vedranno ultimate le opere pubbliche ancora incompiute presenti  in Calabria. 

Basta con la produzione di idee ambiziose  ed economicamente irrealizzabili, perché la maggior parte dei calabresi non ne possono più e non portano alcun giovamento economico, occupazionale e civile alla Calabria. (er)

[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente universitario, e consulente giuridico economico finanziario internazionale]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Alla Calabria negato il diritto di pregare a Firenze

di EMILIO ERRIGOMediterraneo Frontiera di Pace. Questo è il titolo della cinque  giorni di preghiera e fede, che si terrà a Firenze, dal 23 al 27 febbraio 2022.

Dicono i bene informati che è assicurata la presenza pure di Papa Francesco.
Peccato che parrebbe che a questa Conferenza di Pace tra le adiacenti  Frontiere che dovrebbero unire almeno le Diocesi d’Italia, parrebbe che ancora( forse per una svista del Cerimoniale della Santa Sede), non siano stati invitati i Vescovi della Regione Calabria.

Se è così, qualcuno dei tanti accreditati alla Santa Sede, può spiegare al Popolo Calabrese perché?
Alla Calabria e ai Calabresi, possono essere negati o non riconosciuti, tutti i paritetici diritti civili, ma non il diritto di preghiera.
Almeno il diritto di pregare assieme ai Fratelli e Sorelle del Mediterraneo, gli sia riconosciuto.

Può anche andar bene avere pazienza per vedere le autostrade a due corsie  da Salerno a Reggio Calabria e solo la stragista SS 106, a una sola corsia disomogenea, può andare pure bene un solo aereo al giorno da Milano o da Roma a Reggio Calabria, ma non negateci pure  il diritto alla preghiera.
Per favore vi prego non fatelo! (er)

[Emilio Errigo è nato in Calabria, Cattolico e Docente Universitario]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Vorrei gridare ad altissima voce “forza Calabria”

di EMILIO ERRIGO – Ho sempre provato delle forti sensazioni positive, quando in contesti nazionali ed esteri, per rendere più chiara una idea, un pensiero, convinzione, a sostegno di una o più  tesi, citavo detti, proverbi e metafore in lingua Calabrese.
Proverbi, detti e metafore questi, tradotti in real time, in lingua  italiana, se mi trovavo sul territorio nazionale o in lingua straniera,  se la relazione avveniva in Stati esteri. Ho iniziato in Calabria, da giovane  scrivere  e poi cantare, accompagnato dalla mia chitarra, i testi letterari delle  canzoni in “Lingua Calabrese”.
Successivamente, dopo aver sostenuti gli esami in (lingua italiana), in Viale della Letteratura n.30, a Roma-Eur, quale “Autore di Parte Letteraria melodista non trascrittore”, e ottenuta l’iscrizione nell’apposito Albo,  al n.43222, della Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae), sono ritornato a scrivere i testi delle mie poesie e canzoni in lingua Calabrese.
Per chi scrive, parlare la lingua Calabrese, perché di una vera e propria  lingua si tratta, è stato da sempre un vero e fascinoso piacere, anche se fa più comodo a molti, far passare la nostra lingua regionale,  parlata generalmente in famiglia e tra  amici, sia in Calabria che in ogni parte del mondo dove vivono i Calabresi, come una lingua tipica dialettale.
I Meridionali  se sono Campani, parlano la “Lingua Napoletana”, i Siciliani, la “Lingua Siciliana”, aggiungendo delle varianti e cadenze linguistiche provinciali. In Calabria si parla  e scrive naturalmente, in lingua Calabrese, generalmente, in lingua Italiana, le e  lingue inglese, francese, spagnolo, tedesco, ecc., con i turisti stranieri , in hotel, ristoranti ed altri esercizi aperti al pubblico.
La scrittura e la lingua Calabrese, non è giovane, affonda le radici  linguistiche nella “Magna Grecia”, anche se sono presenti condizionamenti grammaticali, fonetici e ortografici, che fanno risalire alle diverse dominazioni territoriali che si sono succeduti nel corso dei secoli in Calabria.
È difficile assistere in Calabria e in ogni parte del mondo, un dialogo tra Calabresi in lingua italiana, non ne parliamo se la tensione  e divergenza di opinione, sale di decibel. La “Lingua Calabrese”, così come è giusto che sia, è la forma  espressiva di comunicazione  più ricorrente, intima, famigliare, amichevole,  sportiva, intellettuale, tradizionale, folkloristica, popolare, regionale e internazionale, parlata tra coloro che sono nati e cresciuti in Calabria o con genitori Calabresi.
Quando un tempo lontano, nelle antiche fiere, mercati rionali, piazze di paese, si doveva rendere pubblico un fatto, accadimento, partecipare alla popolazione residente un “Ordine dell’Autorità”, i “Bandiatori  mercatali” e “Banditori pubblici”, per farsi “sintiri”
(ascoltare),  da quante più persone possibili, alzavano il tono della voce, proponendo  agli astanti le proprie mercanzie, prodotti agricoli e alimentari, ricorrendo ai tanti “Bandiatori”, mentre se occorreva diffondere un “Avviso pubblico  o Ordine dell’Autorità”, nazionale, regionale o comunale, esistevano delle persone che svolgevano la professione di “Banditore”.
Nella prima e seconda attività lavorativa, si doveva dar fiato alle corde vocali, per gridare ad alta e altissima voce, si diceva e si dice ancora  oggi, ( iettari u bandu , bandiari), “Iettandu bbuci”.
Si “iettavano buci” (si gridava), per partecipare ai presenti un pensiero, si “iettavunu bbuci”, per consentire a chi non aveva voce, di farsi ascoltare (il Popolo), si “iettavunu bbuci”, per cercare un lavoro giornaliero, si “iettavunu bbuci”, per dissentire dalle opinioni altrui, si “iettavunu bbuci”, asserendo che ” lu dissuru li frati Greci”,(lo hanno detto i Fratelli o li Frati  Greci), si “Iettunu buci mi sentimi i Bronzi di Riaci”, ( si grida lasciando intendere metaforicamente, per farsi ascoltare dai finti sordi,  dalle facce di bronzo), “Iettu bbuci mi senti Jesu Cristu nta la cruci”, ( grido per farmi ascoltare dal buon Dio crocifisso sulla croce).
In assenza di megafoni e altri strumenti tecnologici che potessero amplificare la voce, si era soliti avvalersi di questi veri “Tenori del Popolo”, i quali previo giusto compenso economico, diffondevano ad alta e altissima voce, “gridando” o “iettandu bbuci”, messaggi vocali a pagamento al pubblico.
Al tempo, era molto difficile ascoltare “Bandiatori e Banditori”, esprimersi “iettari bbuci”( gridare ad alta voce),in lingua italiana, anche perché in Calabria la lingua più parlata, era e rimane, il ” Calabrese”, poi la lingua italiana e straniera  se ritenuta necessaria,  per fini commerciali o relazionali.
Forse è giunto il momento di ritornare indietro nei tempi che furono, formando dei “Giovani Tenori del Popolo”, per svolgere la professione di “Bandiatori e Banditori”, per gridare a tutti e in ogni dove, con quanta più alta voce umanamente possibile, per farsi ascoltare e capire, Forza Calabria.
Si carissimi Calabresi, occorre gridare e pure ad altissima voce, ripetendo “Forza Calabria”, per auto convincersi che la Calabria e i Calabresi, per vincere e avere la meglio, sul male che sembra incurabile, sull’indifferenza per i continui incidenti stradali e i tanti morti sulla SS 106, gridare per le  opere pubbliche incompiute,  per l’aeroporto di Reggio Calabria, da quarto mondo, alzare la voce per far valere i diritti di mobilità veloce negati ai Cittadini Calabresi, per la crescente disoccupazione, sul malaffare, devono gridare, sia in Calabria, che a Roma, in Piazza San Pietro, per farsi sentire dal caro Papa Francesco, a Piazza del Quirinale, per far giungere la voce al nostro carissimo amato Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Piazza Colonna, per ricordare l’esistenza dei Calabresi , al caro Presidente del Consiglio dei Ministri, a Piazza Madama, ai nostri cari Senatori,  in Piazza di Montecitorio, ai nostri cari Deputati  e ovunque in ogni parte del mondo, Forza Calabria!
[Emilio Errigo è nato in Calabria, Docente universitario  di Diritto Internazionale e del Mare, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]

Memoria storica: non dimentichiamo le antiche ferrovie locali in Calabria

di EMILIO ERRIGO – La naturale conformazione e configurazione della Regione Calabria, il clima, immersa nel Mar Mediterraneo per la maggior parte della sua estensione costiera marittima, per un totale di oltre 780 km, contornata dal mare per un’ampiezza pari dodici miglia marine (fronte mare), a partire dalla linea di normale (bassa marea) o dalle linee di base rette, consentono di disporre di una originalità geografica unica.

È bene ricordare per non perdere la memoria storica della nostra Regione Mediterranea, che dagli alberi di alto fusto, selezionati e tagliati, nei boschi della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte, e dalle risorse minerarie scoperte sul finire del Seicento, presenti in enorme quantità, nelle tante miniere di ferro e acciaio pregiato, estratto e lavorato in Calabria, (lo sanno veramente in pochi in Italia), che proveniva la grande risorsa di legname, il ferro e l’acciaio necessario, rispettivamente, sia per la costruzione  dei grandi bastimenti a vela, piroscafi, imbarcazioni da pesca, navi per la Regia Marina da Guerra, cannoni , fucili, armi corte e lunghe, baionette, armi bianche di varie misure e qualità (Antica Fonderia e Fabbrica Armi Mongiana), capannoni industriali, cantieri navali, compreso il ferro acciaioso di altissima qualità e restenza, occorrenti per realizzare ponti in ferro, i binari ferroviari, che per la fabbricazione delle milioni di traversine in legno, molto resistenti alle intemperie e forti sollecitazioni, sulle quali venivano posizionati i binari delle linee ferrate. 

La Calabria protagonista sin dal fine Settecento e dall’inizio Ottocento, nella costruzione delle prime Ferrovie del Regno Borbonico, realizzate in Italia, (Napoli-Portici 1836/1839), altre opere ferroviarie e industriali belliche, vennero realizzate durante Regno delle due Sicilie. 

La seconda rete ferroviaria, fu completata in Calabria, nel 1866, per collegare gli abitati costieri e montani, allora presenti, tra la Città di Reggio Calabria e la provincia Jonica , fino alla Stazione marittima di Lazzaro a sud di Reggio. 

Poi a seguire furono costruite le altre numerose tratte ferroviarie e stazioni ferroviarie, indispensabili per collegare via strada ferrata, le numerose località del Regno di Re Ferdinando II delle due Sicilie.

Prima di allora in Calabria o nelle Calabria, si arrivava solo via mare, via terra a piedi, percorrendo antichi sentieri, o a dorso di Mulo.

Le Ferrovie Calabro-Lucane, furono progettate a fine ottocento e realizzate a partire dal primo 900. 

La rete ferroviaria assicurava i collegamenti a scartamento ridotto (bassa e bassissima velocità), tra tutte le Comunità costiere, tirreniche, adriatiche e joniche, a sud di Napoli, transitando per Salerno, Potenza, Bari, Taranto e tantissime località situate all’interno della Basilicata, Puglia e Calabria. 

Le Maestranze molto esperte, sia nella lavorazione del legno, che del materiale ferroso-acciaioso, perni, viterie e bullonerie necessarie, vennero individuate in Calabria. 

Pure dalla Calabria, proveniva in gran quantità, il carbone di faggio, utile per il funzionamento delle fornaci, cucine per i nobili e cucine per le mense delle Caserme Militari, delle macchine (motori), locomotive a vapore, fonderie e acciaerie del tempo.

Oggi molte o quasi tutte le tratte ferroviarie regionali e delle Ferrovie Calabro-Lucane e brevi tratte a gestione privata industriale, sono state dismesse e abbandonate sui luoghi, vera e propria offesa all’ambiente e alle popolazioni vicine.

Una rivalutazione e rivalorizzazione del trasporto leggero su ferro, riutilizzando e ammodernando gli antichi percorsi ferroviari, non sarebbe cosa inutile alla tanto auspicata e benefica, “Transizione Ecologica e Mobilità Sostenibile”, in Calabria, Basilicata e Puglia, a totale beneficio per le casse dell’erario, ambiente, turismo, salute pubblica, occupazione, ordine e sicurezza pubblica, delle Regioni Meridionali interessate.

La Calabria potrebbe beneficiare sia del trasporto locale marittimo porto-porto, che delle esistenti interconnessioni ferroviarie pubbliche e private, già Calabrò-Lucane, un beneficio in tutti i sensi e sotto ogni aspetto economico-finanziario-occupazionale e sociale.

Le esistenti reti ferroviarie tirreniche, alcune delle quali seguono la configurazione costiera marittima, che partendo da Napoli, giungono fino a Reggio Calabria e si interconnettono e proseguono, con la spettacolare rete ferroviaria Jonica, costituiscono una delle più belle osservazioni paesaggistiche costiere litoranee del mondo. 

Provate a visitare la Calabria ionica, scoprirete come si rimane incantati dalle più uniche che rare, bellezze paesaggistiche marittime e costiere della Calabria e dalla non meno bella e luccicante fascia costiera marittima della Sicilia. 

Cosi facendo, in attesa  che le mille e cinquecento promesse politiche si avverino, intanto, ci godiamo assieme alle amiche e amici turisti italiani e stranieri sempre più numerosi, (grazie a Dio) il mare, le spiagge e le realtà costiere, percorrendo via ferrovia leggera (Metropolitana Litoranea), tutta la costa e territorio interno della Calabria, poi se e quando, saranno mai realizzati l’alta è altissima velocità su ferro, nuovi e più funzionanti collegamenti via aerea, autostradali e costruito (?), il fantomatico Ponte sullo Stretto, noi cerchiamo di continuare a campare (vivere) di aria pura, buon vino e cibi genuini, sapientemente cucinati in Calabria. 

(Emilio Errigo è nato in Calabria, docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate)

L’OPINIONE / Basta con la criminalizzazione generalizzata della Calabria

di EMILIO ERRIGO – Che in Calabria sia presente la malavita credo che sia evidente e che nessuno dei Calabresi vuole negare l’esistenza.
La mia ultraquarantennale attività professionale, svolta prevalentemente in Italia e per alcuni anni, anche in territorio estero, mi consentono di poter affermare con cognizione di causa, che la mala gente e la malavita, sono presenti e non da oggi, ma da millenni, sia al Sud, al Centro, al Nord dell’Italia e in molti degli Stati dei territori esteri.
Non voglio lasciare intendere al lettore, che il “mal comune è mezzo gaudio”, ma è mia intenzione di ricercarne, capirne e rappresentare in estrema sintesi, le possibili cause che hanno originato e fatto emergere questo recrudescente fenomeno oramai divenuta una triste realtà sociale, con la quale occorre purtroppo dover convivere, sino a quando il male sociale non sarà guarito definitivamente.
La genesi della malavita calabrese, affonda le possenti radici nel passato remoto, quando la prepotenza dei ricchi baroni, proprietari e assegnatari di terrieri demaniali , in uno e in accordo, con gli affaristi e violenti del tempo, dominavano e controllavano popoli e i territori con metodi e mezzi molto cruenti.
La cronistoria degli eventi è scritta e chi desidera leggerla o studiarla, per saperne molto più di quanto io vada scrivendo, lo può fare liberamente recandosi in una delle tante librerie italiane ed estere.
Non mancano monografie di buona fattura e grafica, ne in formato e composizione digitale, che forniscono una enorme quantità di informazioni.
Ora volendo limitare la mia ricerca delle cause e concause, che hanno favorito la nascita, la crescita e il propagarsi del mal di vivere in Calabria, negli ultimi 70 anni, occorre soffermare il pensiero e ragionare attentamente su quanto deve essere stata dura superare le conseguenze economiche negative, della II guerra mondiale e le reiterate alluvioni degli anni cinquanta, che hanno portato morti e distruzioni in Calabria.
Era molto dura la vita al Sud negli anni post bellici, post alluvioni e post terremoti.
Il tentativo di industrializzazione della Calabria, con enormi benefici economici per le grosse aziende e industrie del nord, iniziato nei primi anni settanta, dopo i noti Moti popolari di Reggio Calabria, ha portato solo sofferenze, lutti e opere inutili, vasti espropri di terreni agricoli, incompiute cattedrali nel deserto, fabbriche rimaste in vita produttiva solo per pochissimi anni, successiva crescente disoccupazione e inoccupazione, persone sbandate, confuse, arrabbiate, risentite e la tanta brava gente, (la maggioranza) , rassegnata in attesa di una vita migliore che non è arrivata mai.
Rimaneva solo da studiare e lavorare così come si poteva alla giornata, nei campi, al mare e nelle piccole imprese artigiane, per aiutare la propria numerosa famiglia a sopravvivere alle avversità economiche che hanno caratterizzato e sono ancora presenti in Calabria.
Le attività artigianali e le prestazioni di lavoro giornaliero, da sole non assicuravano una condizione di vita famigliare adeguata ai reali bisogni umani.
Dopo la prima ondata di migrazione di intere famiglie verso il nord o verso l’estero, in cerca di qualsiasi tipo di lavoro da svolgere pur di mantenere onestamente il proprio nucleo famigliare, seguita da una emigrazione culturale dei giovani diplomati e laureati, hanno segnato per sempre le sorti economiche depressive della già provata economia agricola e artigianale calabrese.
Coloro i quali sono stati indotti o costretti loro malgrado, a rimanere in Calabria, per l’età , per altre plausibili motivazioni famigliari e comprensibili ragioni, si sono dovuti accontentare di quel poco che gli veniva loro offerto, dai benestanti proprietari terrieri, i quali vivendo in maggior parte a Napoli o Roma, facevano amministrare i propri beni, attraverso fiduciari, arroganti, ben retribuiti e trattati, i quali continuavano a far coltivare le loro terre da braccianti agricoli sotto pagati e molto sfruttati.
Venne il periodo storico socialmente ed economicamente più negativo e socialmente malavitoso, per i Calabresi, i soggiorni obbligati per motivi di sicurezza pubblica, in varie regioni di confine, con la delocalizzazione degli irriducibili delinquenti nelle Isole.
Iniziarono i sequestri di persona a scopo estorsivo in Calabria, dei ricchi possidenti e benestanti e in altre regioni d’Italia, nei confronti di industriali.
L’Intervento umanitario della Chiesa Calabrese e del Papa, non sortirono alcuno degli effetti sperati.
Molti di queste persone sequestrate non fecero più ritorno nelle loro case.
La paura e in terrore, incalzavano i ricchi proprietari terrieri e i loro sodali politici protettori.
Arresti e omicidi di malavitosi e criminali, riempirono le pagine dei giornali, le carceri e i cimiteri.
Lo Stato si fece sentire con determinazione allora, affermando la forza del diritto e il valore della legalità ovunque.
Dove la Repubblica non riuscì a fare quanto occorreva fare con altrettanta e decisa determinazione, e ancora non si comprende il perché non riesce a fare molto, è nell’assicurare al “Popolo Calabrese”, un altro fondamentale diritto, solennemente affermato e previsto dalla nostra Costituzione , quello di prevedere e consentire per i Calabresi, un lavoro onesto e dignitoso.
La Scuola dell’obbligo, la frequenza sempre maggiore, degli Istituti di Istruzione Superiori e delle diverse Università, esistenti in Calabria, hanno migliorato sicuramente la cultura e la qualità della vita civile dei giovani.
Ora manca l’ultimo sforzo dello Stato, garantire lavoro, tutelare e salvaguardare dalla malavita, l’iniziativa privata e favorire la libertà d’impresa per coloro che vogliono investire o ritornare a investire i propri o altrui capitali in Calabria.
La legislazione d’urgenza e la costituzione delle Zone Economiche Speciali nelle Regioni del Sud Italia, sembrerebbe che allo stato, non hanno portato alcun concreto beneficio occupazionale ed economico alle Regioni interessate.
Se il Governo così come più volte ha promesso e manifestato per voce autorevole del Presidente del Consiglio in carica, creerà le giuste opportunità di lavoro nelle Regioni del Sud, ad iniziare dalla Calabria, la regione considerata la più fragile e depressa, socialmente ed economicamente, sono fermamente convinto che la malavita e la criminalità, dovranno necessariamente passare, prima che sia troppo tardi per i loro sporchi affari e traffici illeciti internazionali, alla manovra di ritirata e consentire di far risorgere il bene pubblico, favorendo concretamente la crescita del benessere economico, proteggere il lavoro onesto e dignitoso, elementi essenziali questi, dei quali c’è tanto, tanto bisogno in Calabria.
Di contro, se le promesse e le reiterate manifestazioni di buona volontà dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri e precedenti Governi, rimarranno solo esternazioni di buoni propositi e intendimenti politici, senza nulla o poco di fatto, la Calabria e i Calabresi, da soli non ce la faranno mai e la criminalità economica e organizzata, continueranno a imperare e condizionare fortemente e chissà per quanti decenni ancora, ogni iniziativa economica, bloccando la libertà d’impresa, la possibilità di una vita migliore dei giovani e quindi il definitivo riscatto sociale positivo del popolo onesto Calabrese.
In assenza di “interventi controllati” dal Governo Nazionale e Regionale, sono convinto che continuare a criminalizzare la Calabria e i Calabresi, generalizzando e non differenziando, tra buona e mala gente, a mia opinione, si arreca solo un gran danno alla già debole economia regionale.
Da parte Sua il Presidente della Regione Calabria, deve agire nella consapevolezza che sono maturi i tempi e presenti i presupposti sociali, giuridici e politici, per chiedere più cooperazione a somma positiva, a tutti gli Assessori e Consiglieri Regionali, Sindaci , Assessori e Consiglieri Comunali, nominati e eletti dal popolo, chiedendo il massimo loro impegno professionale, a tutti i Dirigenti, Funzionari, Impiegati e Operai. Uno sforzo generale di cooperazione attiva per la Calabria, facendo capire a ognuno di loro che non c’è alcuna volontà del Governatore di attuare inutili discriminazioni politiche di appartenenza alla maggioranza o all’opposizione, che poco o nulla importa, quando una Regione, affonda nella malavita economica e sociale.
(Emilio Errigo è nato in Calabria, Docente titolare di Diritto Internazionale e del Mare e di Management delle Attività Portuali, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate)