Tutti uniti per la Statale 106, per il diritto alla mobilità e la sicurezza. E, soprattutto, ammodernare la strada della morte. È sulla scia di queste rivendicazioni che Cgil, Cisl e Uil Calabria si sono ritrovati a Bianco, Locri, Crosia e Torre Melissa, per chiedere di fare «tutte le procedure che servono per completare la statale 106 a partire da Rossano verso Crotone, da Catanzaro verso Roccella jonica e così via».
Ma, cosa più importante, ha evidenziato Enzo Scalese, segretario generale di Cgil Area Vasta, «il nostro ruolo è sensibilizzare soprattutto la Regione Calabria, Anas e Governo affinché finanzino questi 15 miliardi per servono per completare la Statale 106».
«Le situazioni che portano sviluppo e lavoro – ha aggiunto Scalese – sono riconducibili soprattutto alle infrastrutture: qui abbiamo da fare la statale 106 e completare l’elettrificazione della ferrovia ionica. Perché, altrimenti, è inutile fare i mega progetti. Soprattutto diciamo che bisogna mettere in sicurezza questa strada perché non è più possibile che qui ogni giorno si registrino vittime».
La Statale 106, come rimarcato da Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, è «un pezzo importante del territorio» che, se completata, significa intanto bloccare questa carneficina di vite umane, significa creare occasioni di crescita e di sviluppo per questo territorio per toglierlo dall’isolamento, per cercare di collegare opere infrastrutturali importanti, penso all’aeroporto di Crotone e penso al nascente ponte sullo Stretto di Messina».
«Se non completiamo la statale 106 – ha spiegato – queste opere saranno cattedrali nel deserto. È un’opera che adesso la stessa Europa riconosce nel tragitto di Ten-T e quindi va completata. Proprio per questo stamattina abbiamo concentrato le manifestazioni in questi lotti dove langue la progettazione o manca la copertura finanziaria, perché già dalla programmazione del prossimo documento di programmazione economica e finanziaria del Governo si incomincino a destinare le ulteriori risorse che servono».
Santo Biondo, segretario generale di Uil Calabria, ha chiesto al Governo non solo di sollecitare Anas per presentare il progetto dell’intera opera entro il 2024, ma anche di indicare «una data anche per il completamento di questa strada strategica per la viabilità calabrese e dell’intero Mezzogiorno».
Una manifestazione, quella della triplice sindacale, con cui «poniamo al Governo il tema complessivo dell’infrastrutturazione del Mezzogiorno – ha spiegato Biondo –. Altro che regionalismo differenziato, il Sud ha bisogno di infrastrutture moderne ed efficienti e, per vederle realizzate, servono investimenti importanti e sicuri».
« Il ministro Salvini la smetta di “spottegiare” – ha aggiunto – e dia risposte infrastrutturali al Mezzogiorno che, per i ritardi nelle connessioni stradali e ferroviarie, vede compromesse le sue prospettive di crescita economica e sociale». Per Biondo «senza finanziamenti, infatti, non si possono aprire i cantieri e realizzare le opere. Lo avevamo detto, in tempi non sospetti, per l’Alta velocità ferroviaria, quando in perfetta solitudine avevamo denunciato il fatto che le coperture per portare questa infrastruttura da Salerno a Reggio Calabria non esistevano».
«Allora, il nostro allarme non venne ascoltato e, oggi – ha detto ancora – ci troviamo di fronte al fatto compiuto: con i fondi a disposizione l’Alta velocità difficilmente valicherà il Pollino e si penalizzeranno così le speranze di crescita del porto di Gioia Tauro, riducendo le possibilità che questo hub possa diventare il più importante del Mediterraneo».
«Il governo e, in particolare, il ministro Salvini smettano di fare campagna elettorale – ha concluso – e ci dicano, senza giri di parole, quanti soldi hanno intenzione realmente di mettere per aiutare il Mezzogiorno a superare il suo pensante gap infrastrutturale». (rkr)