I sindacati a Occhiuto: Non trascuri impegni presi su Vertenza Calabria

«Il governatore Roberto Occhiuto non trascuri gli impegni assunti con le lavoratrici e i lavoratori calabresi in merito alle questioni ancora aperte della Vertenza Calabria». È quanto hanno chiesto i segretari generali di Cgil Calabria, Cisl Calabria e Uil Calabria, rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Mariaelena Senese, sottolineando come «ad oggi, infatti, non abbiamo riscontro del promesso incontro con il ministro per l’esame e la risoluzione della vertenza Abramo ricacciando i mille operatori ed operatrici del call center, insieme alle loro famiglie, in uno stato di totale incertezza rispetto al proprio futuro. Un futuro che ancora oggi, dopo anni di attese, risulta contrassegnato da insostenibili incertezze».

«Nessuna risposta, poi – hanno proseguito i sindacalisti – abbiamo ricevuto per quanto riguarda il prossimo futuro dei tirocinanti di inclusione sociale per i quali avevamo chiesto l’attivazione di tavoli di confronto a Roma con un’attenzione mirata su queste vicende, nella convinzione che non si possa continuare con le proroghe, dobbiamo avviare la contrattualizzazione per la quale servono 60 milioni di euro, 5 non bastano».

«Torniamo a ribadirlo – hanno aggiunto – se non si trovano risposte anzitutto sui tavoli nazionali, avremo un’emergenza che si chiama emergenza occupazionale perché parliamo di un bacino di quasi 6.000 lavoratori.
Sul tavolo della Cittadella, però, sono rimaste aperte altre problematiche: da quella legata alla bonifica del Sin di Crotone a quella inerente il trasporto pubblico locale».

«E proprio quello del ritardo infrastrutturale – hanno proseguito – vero e propria tara che pesa sulle spalle dei calabresi e delle loro richieste di mobilitò, potrebbe diventare un freno allo sviluppo della Calabria ed un’arma a doppio taglio per una stagione turistica che si prevede di grande respiro per il territorio regionale».

«Quando, però, per giorni la Calabria rimane isolata lungo la tratta ferroviaria rispetto al resto del Paese – hanno detto ancora – quando gli aeroporti stentano a decollare e quelli che si sono aperti a nuove esperienze trasportistiche appaiono frenate per il rincaro dei prezzi dei biglietti, quello che pare concretizzarsi è il rischio di isolare questa regione finendo per assestarle un colpo mortale economico e sociale. Non vorremmo che, in questo settore, il passaggio di deleghe in giunta possa rappresentare un rallentamento sul piano pratico e degli interventi programmati».

«Un mese è passato dall’ultimo incontro a Catanzaro – hanno concluso –, un mese durante il quale le lavoratrici ed i lavoratori calabresi interessati da vertenze senza fine sono ricaduti, in maniera inaccettabile, nel limbo delle incertezze. Il tempo delle proroghe non è procrastinabile, adesso è giunto il momento di dare risposte concrete a questi lavoratori e alle loro famiglie al fine di evitare l’esplosione di una vera e propria bomba sociale». (rcz)

Nidil-Felsa-Uiltem: Convocare tavolo ministeriale per i tirocinanti calabresi

È necessario un tavolo ministeriale per i tirocinanti calabresi, «che possa dare attuazione alle norme sin qui approvate, soprattutto con il reperimento di fondi sufficienti alla contrattualizzazione dell’intera platea». È quanto hanno chiesto Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e UiltempUil, ripetendo «non più proroghe di sussidi ma lavoro vero, tramite una contrattualizzazione che riconosca la vera natura dell’attività svolta dai 4200 tirocinanti nelle amministrazioni che li ospitano da ormai oltre un decennio».

«È infatti noto a tutti – si legge in una nota – che l’attuale disponibilità di 5 milioni sui 65 necessari rende di fatto irrealizzabile quanto contenuto nell’emendamento approvato col decreto Milleproroghe stante la difficile situazione economica degli enti pubblici calabresi, Comuni e Province in primis. A questo problema si può ovviare rintracciando finanziamenti ad hoc da approvare in appositi provvedimenti legislativi».

«Il governatore Occhiuto ha concordato con tutte le osservazioni sindacali – hanno continuato – ribadendo tutta l’intenzione di affrontare e risolvere la vicenda dei tirocinanti calabresi, e rilanciando la possibilità di attingere ai diversi Fondi nazionali ed europei, che spesso non vengono completamente spesi, e che invece potrebbero dare dignità a tante migliaia di famiglie. Il Presidente si è impegnato ad organizzare rapidamente un incontro presso il ministero della Funzione Pubblica, competente per le modalità di contrattualizzazione dell’apparato statale, compresi gli enti locali che ospitano i tirocinanti. All’incontro parteciperanno la Regione Calabria, le organizzazioni sindacali e l’Anci, che rappresenta i Comuni che ospitano circa il 90% dei tirocinanti».

«Nell’attesa dei progressi concreti e delle azioni necessarie per concludere positivamente la vertenza attraverso le procedure di contrattualizzazione – hanno concluso i sindacati – ci auguriamo che gli impegni presi si traducano in misure effettive che migliorino la situazione dei tirocinanti e risolvano definitivamente le questioni ancora irrisolte.

I sindacati: Contrattualizzare a tempo determinato i tirocinanti

Per i segretari generali di Nidil Cgil Calabria, FelSa Cisl Calabria e Uiltemp Calabria, rispettivamente Ivan FerraroGianni Tripoli e Oreste Valente, «l’unica strada percorribile per questo bacino di precari rimane la  contrattualizzazione a tempo determinato a 18 ore e per 18 mesi già prevista dalla legge approvata con  l’ultimo decreto Milleproroghe, come primo passo per una futura stabilizzazione».

I sindacalisti, «ritenendo che una vertenza che coinvolge 4200 famiglie debba assumere centralità nel dibattito  politico regionale e nazionale», hanno avvisato che, «se non dovesse esserci una convocazione a tempi  brevissimi, saremo obbligati a tornare in piazza con una forte mobilitazione dell’intero bacino prima  della scadenza dello stesso assestamento di bilancio statale prevista per la fine del mese di giugno».

«Durante l’incontro in Regione Calabria alla presenza del Presidente della Giunta Regionale, Occhiuto,  una delle emergenze affrontate riguardava la vertenza sui Tis, per la quale, da parte sindacale è stata  riproposta la piattaforma ormai sostenuta da mesi con le varie iniziative messe in campo», hanno riferito i sindacalisti, ribadendo come «non  sosteniamo la riproposizione di una ulteriore proroga del tirocinio, ma crediamo che le risorse possano  essere meglio impegnate nella compartecipazione della spesa assieme agli stanziamenti statali».

«L’impegno preso dal Presidente Roberto Occhiuto – hanno detto – è stato quello chiedere la convocazione di un tavolo tecnico  ministeriale, alla presenza anche dell’Anci e delle Organizzazioni Sindacali per superare l’attuale stallo  economico che, ad oggi, ruota attorno ai soliti 5 mln di euro a fronte dei 70 mln circa annui necessari  oltre a trovare strumenti per favorire la fuoruscita di chi è prossimo alla pensione».

«Impegno che dovrà essere portato a termine – hanno sottolineato – coinvolgendo anche la deputazione parlamentare calabrese al fine di presentare nelle sedi preposte atti concreti che dovranno tramutarsi in emendamenti per il  reperimento delle risorse e per l’adeguamento normativo per recuperare i tirocinanti presenti nel bacino  attualmente esclusi dalle procedure». (rcz)

 

A Cosenza il sit-in di Cgil e Uil: Un protocollo per legalità e sicurezza

È necessario «farsi portavoce con il governo nazionale per potenziare l’organico nell’Ispettorato del lavoro e nelle aziende sanitarie perché è necessario che gli organi ispettivi lavorino in sinergia per aumentare i controlli». È quanto hanno ribadito Angelo SposatoMaria Elena Senese, rispettivamente segretari generali di Cgil e Uil Calabria, nel corso dell’incontro con il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, avvenuto durante la manifestazione di Cosenza per rivendicare maggiore sicurezza sul lavoro e meno precarietà.

Sono stati incontrati, anche, il capo di Gabinetto della Prefettura Giuseppe Di Martino e il funzionario Gianfranco Rovito. Nell’occasione, è stato chiesto ai vertici della Prefettura «di farsi portavoce dell’esigenza di un protocollo per la legalità e sicurezza e di misure di tracciabilità sulla spesa dei fondi comunitari e Pnrrr con la Regione».

«Nel settore dell’edilizia e dell’agricoltura – ha detto Maria Elena Senese – si registrano maggiormente infortuni mortali e per questi settori bisognerebbe prevedere organi ispettivi dedicati, con tecnici specializzati. La Calabria ha un triste primato, da noi c’è un problema di lavoro sommerso importante che si annida specialmente nei subappalti a cascata. Dobbiamo provare a fare un’inversione di marcia ma non solo da parte da nostra, abbiamo bisogno di tutti, lavoratori, istituzioni e aziende».

«Aver precarizzato il lavoro in questi anni, rendendolo più debole, sottopagato e sfruttato – ha aggiunto Sposato – ha creato una cultura del disvalore del lavoro e quando c’è disvalore anche la sicurezza viene meno. Abbiamo bisogno di norme che creino deterrenza contro chi vuole utilizzare il lavoro sfruttato e mettere in pericolo la vita dei lavoratori, serve introdurre il reato penale di omicidio sul lavoro e selezionare le imprese attraverso la patente a punti».

«Abbiamo chiesto alla prefetta di interfacciarsi con il presidente della Regione – ha spiegato – e segnalare che è necessario, sui venti miliardi di spesa che ci saranno su Pnrr e sulla programmazione comunitaria, di fare dei protocolli di legalità e rintracciabilità della spesa».

«Gli interventi devono essere selettivi – ha concluso – e dare premialità solo alle imprese che investono sulla sicurezza del lavoro, perché abbiamo visto che laddove sono stati fatti i protocolli di legalità, anche in grandi opere pubbliche, gli incidenti sul lavoro sono diminuiti».

Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, ha, invece, chiesto di sollecitare da subito alla Regione un’ordinanza per il lavoro durante le giornate più calde.

Da parte della Prefettura abbiamo avuto la disponibilità a veicolare le istanze a livello nazionale e regionale. (rcs)

Tirocinanti, i sindacati chiedono l’intervento del Governo

Le Segreterie Regionali Nidil Cgil, Felsa Cisl ,Uiltemp, Usb Fds hanno chiesto l’intervento del Governo per la vertenza dei tirocinanti calabresi, in quanto nel Dl Milleproroghe manca la dotazione finanziaria, valutabile in circa 60 milioni di euro annui.

I sindacati, poi, hanno reso noto che riproporranno l’azione sindacale nei confronti dell’Anci Calabria, nella persona della presidente Rosaria Succurro, «della quale si è potuto apprezzare uno spirito collaborativo, mancante nelle precedenti gestioni».

Quella dei tirocinanti, infatti, è una delle vertenze «più importanti – si legge in una nota – per il mondo del lavoro in Calabria con più di 4.000 lavoratori coinvolti, distribuiti in circa 450 amministrazioni pubbliche»

Il dl Milleproroghe, infatti, accoglie le deroghe normative affinché gli enti possano procedere alle assunzioni. Dopo la sua approvazione è seguito un confronto sui territori tra le quattro sigle sindacali e i lavoratori «per dare piena consapevolezza non solo di quanto conquistato, ma anche del difficile percorso di quanto ancora è necessario ottenere per poter davvero superare la fase dei tirocini formativi e approdare ad un lavoro vero e tutelato».

«Manca, infatti, la parte economica – hanno evidenziato i sindacati – ossia quella dotazione finanziaria valutabile in circa 60 milioni di euro annui, perché gli Enti, in particolare i Comuni – notoriamente in gravi difficoltà finanziarie – possano procedere a concretizzare la norma che, altrimenti, rischia di restare lettera morta».

«Nel valutare quindi – hanno detto i sindacati – la mancata capacità della maggioranza degli Enti comunali di tradurre le norme in posti di lavoro per via della loro situazione economico – finanziaria, ribadiamo che l’unica soluzione per garantire un contratto a tutti i tirocinanti sia un intervento da parte del governo con il riconoscimento di un contributo al quale affiancare eventualmente altre risorse da parte della Regione Calabria».

«I prossimi mesi, dunque – hanno proseguito – saranno importanti anche alla luce dei provvedimenti normativi che saranno presentati al Parlamento e che dovranno effettivamente rendere la norma appena approvata accessibile a tutti gli enti utilizzatori per permettere di trasformare le parole in fatti. Continuiamo a pensare, infatti, che su una vertenza che coinvolge un così grande numero di famiglie calabresi non si possa pensare né a fughe in avanti solo per fini elettorali e nemmeno a facili scarica barili».

«Tutti i soggetti coinvolti a livello nazionale e regionale – hanno concluso le Segreterie – assieme alle parti sociali, devono remare nella stessa direzione. Richiameremo tutti alle proprie responsabilità anche attraverso mobilitazioni di piazza che decideremo assieme ai lavoratori». (rcz)

 

Sorveglianza idraulica, i sindacati: Calabria Verde convoca tavolo con chi non ha firmato il contratto

Fp Cgil Calabria, Cisl Fp Calabria, UIl Fpl Calabria, Cisal Csa hanno denunciato e trovato «incomprensibile» come Calabria Verde ha convocato un tavolo tecnico sulla retribuzione dei lavoratori della sorveglianza idraulica del comparto del pubblico impiego «con una organizzazione sindacale non firmataria di Contratto, quindi, non legittimata a sedersi a quel tavolo» e di come, invece, siano state escluse le sigle firmatarie.

«Si rimane sconcertati –  hanno evidenziato Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, Luciana Giordano, segretaria generale Cisl Fp Calabria, Walter Bloise, segretario Uil Fp Calabria e i dirigenti sindacali Cisal-Csa, Gianluca Tedesco e Giuseppe Campanaro – dalla violazione delle elementari regole del confronto sindacale e dei rapporti tra datore di lavoro e legittimi rappresentanti dei lavoratori. Pertanto, le scriventi O.S., uniche legittimate alla contrattazione decentrata nell’ambito del Ccnl Funzioni Locali, chiedono la convocazione entro cinque giorni di un tavolo di confronto sulla vertenza del personale addetto alla sorveglianza idraulica».

«In caso di mancata convocazione nei termini di cui sopra – hanno concluso – si provvederà a tutelare le ragioni dei propri iscritti nelle opportune sedi giudiziarie, proponendo, se del caso, apposito ricorso ex art. 28 L. 300/1970». (rcz)

Sanità, i sindacati ottengono tavoli permanenti di confronto e concertazione

Ogni mese saranno convocate le Confederazioni regionali per il tavolo permanente regionale sulla sanità, ma non solo. Previsti, anche, tavoli tecnico-contrattuali, ad opera del dipartimento regionale della Tutela alla Salute e dell’Azienda Zero per dare attuazione agli istituti contrattuali del personale di Comparto e dell’Area Medica.

È l’importante risultato a cui Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno ottenuto dopo aver incontrato il presidente della Regione e commissario ad Acta, Roberto Occhiuto,, assieme ai responsabili regionali delle rispettive categorie della Funzione Pubblica, dell’Area Medica e dei Pensionati. Presenti anche i responsabili di Azienda Zero, del dipartimento regionale Tutela della Salute, delle Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende Ospedaliere.

I sindacati, esprimendo una forte preoccupazione per il Sistema Sanitario Nazionale rispetto alla grave carenza di risorse legata a responsabilità del governo, alle lacune della medicina del territorio e della rete ospedaliera, hanno ribadito l’urgenza del rilancio della sanità pubblica, precisando che quella privata ne deve essere un’integrazione e non una sostituzione. Le organizzazioni hanno poi denunciato la mancata condivisione del tetto di spesa per le assunzioni e per la Contrattazione e la grave condizione del Commissariamento che dura da più di 12 anni, rilanciando la necessità di un confronto improntato sulla trasparenza a partire dal Pnrr con la necessità di acquisire informazioni sugli effettivi flussi di spesa e i relativi benefici.

Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito, inoltre, la necessità di affrontare le condizioni socio-sanitarie sull’invecchiamento, sulla disabilità e sulla non autosufficienza; di procedere alla verifica e alla revisione delle politiche di accreditamento a partire dal controllo delle applicazioni dei Ccnl; di recuperare la grave assenza dell’azione politica sulla sanità registrata durante il periodo della pandemia, con una carente azione commissariale nello stesso periodo.

Rimangono irrisolti i problemi del personale, a partire dallo sblocco delle assunzioni e dalla necessità di procedere alle stabilizzazioni del precariato esistente, al completamento dei Piani del Fabbisogno 2022, allo scorrimento delle graduatorie esistenti e a rendere le future procedure concorsuali più performanti rispetto a quelle finora esperite.

Per le sigle sindacali è determinante risolvere i problemi di accesso degli anziani ai servizi dei Cup, con particolare riferimento alle prenotazioni d’urgenza, ed intervenire sulla mobilità passiva e le liste d’attesa con soluzioni diverse da quelle delle prestazioni in intramoenia che rappresentano la mortificazione del diritto universale alle prestazioni sanitarie.

I sindacati hanno richiesto, tra l’altro, l’avvio di tavoli di confronto sulla vertenza sanità per la programmazione, pianificazione e con  tavoli tematici sulla non autosufficienza, la disabilità e accordi regionali a partire dalle linee guida per la contrattazione  che, tra l’altro assicurino l’impegno dell’omogeneità nell’applicazione degli istituti contrattuali nelle varie Aziende Sanitarie ed Ospedaliere e con obbligo allo svolgimento della Contrattazione decentrata e alla relativa attuazione. (rcz)

Venerdì 8 marzo a Catanzaro lo sciopero e manifestazione per la Vertenza Enel

Venerdì 8 marzo è in programma, ai Giardini Monsignore Durante, davanti alla Prefettura di Catanzaro, alle 10, lo sciopero e la manifestazione regionale per la Vertenza Enel.

Lo hanno reso noto le Segreterie regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, sottolineando come «le numerose e partecipate assemblee del gruppo Enel tenute nel mese di febbraio sui luoghi di lavoro in tutta la regione, hanno evidenziato in modo inequivocabile la contrarietà e le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori verso le scelte aziendali che minano il futuro, non solo dei lavoratori interessati ma della tenuta del servizio elettrico nel Paese ed in particolare in Calabria».

«Questa vertenza – hanno ricordato le OO.SS di categoria – nasce per contrastare con determinazione la decisione di Enel di voler esternalizzare massivamente attività esclusive e distintive, modifiche unilaterali dell’orario e tagli sugli investimenti lungo tutta la filiera elettrica Produzione, Rete e Mercato/EnelX indebolendo un portato industriale e di competenze rappresentato e garantito dai lavoratori».

«Le decisioni di Enel sono profondamente sbagliate – viene ribadito –. In assenza di iniziative concrete verso la riconversione ecologica e di governo della transizione energetica, si rischiano gravi ricadute occupazionali sull’intero territorio e sull’indotto. Come è sbagliata ed inaccettabile, da parte del colosso energetico, la rinuncia alla realizzazione del progetto per la produzione di idrogeno green, con fondi Pnrr per circa 15 mln di euro, presso l’ex sito produttivo della dismessa centrale Enel che insiste nel comune di Corigliano-Rossano».

«Occorre, quindi – hanno sottolineato le Segreterie – accelerare in direzione delle energie rinnovabili. La transizione green, continuano le organizzazioni sindacali, non può essere gestita senza un adeguato piano di investimenti e di immissioni di personale necessari alla Calabria per rendere efficiente una rete inadeguata e vetusta che la pone, per qualità del servizio elettrico, una tra le regioni fanalino di coda d’Italia. Questione questa che riguarda tutti i cittadini calabresi ma che non fa registrare alcun interesse da parte del governo regionale».

«Allarmante, è la visione del gruppo Enel che sta rivisitando l’organizzazione del lavoro in un’ottica anacronistica e di austerità – viene spiegato –. In conclusione Filctem- Flaei e Uiltec ribadiscono che appare evidente come Enel abbia intrapreso una ingiustificata azione esclusivamente finanziaria, finalizzata alla riduzione dei costi, che provocherà gravi difficoltà nell’organizzazione del lavoro e nell’operatività quotidiana, snaturando di fatto l’Enel dall’essere un’azienda partecipata dallo Stato che gestisce una concessione e dalla vocazione di azienda industriale e strategica per la nazione».

«Siamo convinti che, per governare i profondi cambiamenti in corso relativi alla transizione ambientale, industriale e energetica – hanno concluso – sia decisivo il ruolo e l’apporto delle partecipate pubbliche». (rcz)

Il sindaco di RC Falcomatà a confronto coi sindacati sul futuro del comparto idrico

Si è parlato del futuro del comparto idrico nel confronto avvenuto, a Palazzo San Giorgio di Reggio, tra il sindaco Giuseppe Falcomatà e i rappresentanti sindacali di Uiltrasporti e Fisascat Cisl e le rsa della società per i servizi pubblici locali della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, Castore.

All’incontro erano presenti il vice sindaco Paolo Brunetti, l’assessore con delega al Personale Domenico Battaglia, il direttore generale Demetrio Barreca, il consigliere Filippo Burrone, l’amministratore delegato di Castore, Stefano Sofi e Luigi Cassio per Sorical.

Al centro dell’incontro il passaggio della società reggina, le valutazioni sul personale e la programmazione, alla luce anche della prossima istituzione di un tavolo tecnico sugli stessi temi. Nelle more del trasferimento delle competenze, l’Amministrazione comunale si è posta come obiettivo prioritario la tutela del personale sia a tempo indeterminato e sia a tempo determinato.

Dopo aver ascoltato le istanze dei sindacati, il sindaco Falcomatà ha chiarito: «Continueremo a seguire questa fase e le eventuali criticità che potrebbero presentarsi. I fatti di questi anni dimostrano che l’indirizzo politico dell’Amministrazione deve essere garanzia per il mantenimento dei livelli occupazionali. La nostra storia politica – ha aggiunto – dimostra che non solo abbiamo a cuore la tutela del lavoratori, ma anche quando sono state eliminate le sacche di disoccupazione, abbiamo continuato a lavorare per migliorare la continuità e la stabilità dei nostri lavoratori».

«L’ultimo passaggio in ordine di tempo – ha spiegato – è quello relativo alla stabilizzazione degli Lsu Lpu che sono passati da 15, a 26 e, infine, a 36 ore. Nessuno se ne è mai lavato le mani: una volta raggiunti i primi risultati abbiamo continuato a combattere per aumentare il monte orario e adesso abbiamo conseguito il risultato».

«La storia di Castore – ha evidenziato il primo cittadino – è una sfida difficile che la nostra Amministrazione ha raccolto dal 2014 per garantire un futuro diverso ai lavoratori da quello che sarebbe stato con il fallimento della ex Multiservizi. E oggi sono lavoratori formati, così come previsto per un servizio la cui continuità è garantita per legge e che, in casi come questo, deve tutelare le maestranze già formate, che conoscono il territorio e le sue esigenze in termini di manutenzione e cura dei beni comuni. Una continuità dietro alla quale c’è una volontà politica precisa che dimostra il nostro impegno, come di recente accaduto anche per IdroRhegion».

Il vicesindaco Brunetti ha ripercorso le attività degli ultimi mesi: «Non era scontato il passaggio del personale alla nuova società; va riconosciuto alla società l’impegno e lo stesso per l’Amministrazione comunale che si è fatta trovare all’altezza del compito e che non si trova in condizione di dover ricollocare i lavoratori».

1Ora Castore dovrà dare il centouno per cento – ha aggiunto Brunetti – perché l’Amministrazione ha fatto il massimo e possiamo essere apripista per altri comuni. Naturalmente la nostra attenzione è massima per ciò che riguarda le maestranze, ma anche per la continuità e la qualità del servizio, che deve continuare sulla strada intrapresa ed essere ulteriormente migliorato, in un settore strategico come è quello del comparto idrico nella nostra città».

Anche l’assessore Battaglia ha evidenziato l’attività svolta dal Comune di Reggio Calabria rispetto alla quale Sorical ha dato disponibilità a procedere con le pratiche il prima possibile in modo da superare in fretta questa fase transitoria. (rrc)

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Cosenza: Riconoscere quanto dovuto ai lavoratori forestali

«I lavoratori meritano il giusto riconoscimento per la fondamentale attività che svolgono a presidio del territorio e contrasto al dissesto idrogeologico», per cui si chiede «un immediato cambio di passo, risposte ed atti concreti da politica, istituzioni ed enti competenti». È quanto hanno chiesto Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil della provincia di Cosenza, nel corso dell’assemblea unitaria a San Giovanni in Fiore, a cui hanno partecipato oltre 300 lavoratori di Calabria Verde, per discutere sull’andamento del confronto con Regione Calabria e Calabria Verde su tematiche fondamentali per il settore forestale.

«Non chiediamo altro che veder riconosciuti i nostri diritti», hanno sottolineato i lavoratori, ribadendo come  «la certezza è che non è più possibile attendere oltre, in caso contrario saremo pronti a mobilitarci con rivendicazioni e azioni di protesta».

Un esempio è l’attesa del rinnovo del Contratto integrativo regionale, scaduto da 12 anni, «un vero e proprio diritto negato, che continua a causare una progressiva perdita di reddito in considerazione dell’aumento del costo della vita».

Altro tema fortemente discusso è stato quello della riqualificazione del personale che «continua ad andare a rilento e si annuncia contingentata, così come sono rimaste disattese altre questioni di carattere economico, previste invece dal Contratto Collettivo Nazionale, aspetti di natura organizzativa, che non possono essere oltremisura sopportati, come la gestione del riconoscimento di quanto previsto dall’art.9 del Contatto Integrativo».

«Il lavoro forestale, in un territorio a forte rischio idraulico come il nostro è essenziale – hanno ribadito i sindacati – pertanto dovrebbe essere rinvigorito e rinnovato. Il cantiere forestale di San Giovanni, pur essendo il più grande del territorio calabrese, si sta progressivamente svuotando di personale. Una emergenza che si concretizza in una minore salvaguardia del patrimonio boschivo e difesa del territorio».

«La sola immissione di un contingente di lavoratori ex L.R. n.15/2008, a tempo determinato – hanno concluso –, seppur apprezzabile, certamente è cosa insufficiente, così come è necessario l’immediato avvio dei lavoratori della cosiddetta legge 15 per migliorare efficienza e programmazione degli interventi». (rcs)