Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, si è recato nella struttura di Villa Bianca di Catanzaro per avere chiarimenti in merito alla mancata consegna dei locali, da utilizzare per l’emergenza covid.
Spirlì, infatti, ha informato che «sono cinque mesi che stiamo aspettando che l’Azienda “Mater Domini” consegni i locali della struttura sanitaria Villa Bianca che, tra l’altro, assieme alla Protezione civile, abbiamo provveduto a mettere in attività per riaprire questo grande “reparto Covid” nella zona centrale della Calabria. La stima è di 100 posti, ma ancora non ci sono stati consegnati. Vogliamo sapere chi blocca questa operazione, perché finora siamo stati collaborativi, da oggi in poi non lo saremo più».
«Siamo venuti qui con il generale Pirro dell’Esercito e il dirigente regionale Varone della Protezione Civile, per sapere – ha proseguito il presidente – chi sta bloccando questa operazione e per quale motivo. Abbiamo un bisogno assoluto di questi posti letto. Il ministero della Difesa e l’Esercito continuano a supportarci in questa battaglia contro il virus, però ora basta, la pazienza è arrivata al limite. Dei 100 posti stimati, pare che si sia arrivati a 10. Non veniamo a fare passerelle, ma voglio avere la consegna immediata di questo plesso. Oggi ognuno si assume le proprie responsabilità».
Sulle carenze di personale in Calabria, il presidente ha poi voluto precisare che «la Regione finora ha dato molte risorse, ma le Asp e le aziende ospedaliere non stanno assumendo: devono dirci perché. Tutto quello che bisognava fare è stato fatto, carte alla mano».
«Oggi – ha concluso Spirlì – rendiamo nota un’altra vergogna. Ho avuto la conferma che ci sono 23mila vaccinazioni somministrate e non ancora riportate sulla piattaforma nazionale. Ci sono le schede tutte regolarmente registrate sul cartaceo, ma dal cartaceo al computer, da settimane, non vengono trasferite. Quindi, il 78% non è reale e non è vero che in Calabria si va così male in percentuale di immunizzazione. Stiamo approfondendo per capire e sapere i nomi delle persone che non stanno facendo il loro lavoro, perché devono essere mandate a casa». (rcz)