Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria, in una intervista a Adnkronos, ha reso noto di aver chiesto lo stato di calamità per la siccità in Calabria.
«La situazione è drammatica – ha spiegato –. Nello scorcio di inverno e per tutta la primavera non è piovuto. In sostanza per tutto il 2022 non abbiamo avuto fenomeni di pioggia. Le campagne hanno necessità di acqua e purtroppo non ce n’è».
«A causa della siccità – ha osservato Statti – le falde si sono abbassate, per cui avremo sicuramente minore produzione. Sui cereali, ed esempio, stiamo riscontrando una diminuzione del 40%, in alcuni casi del 50%. Una situazione assolutamente drammatica. È vero che ci sono prezzi di vendita superiori, per esempio sul grano, ma è anche vero che le produzioni sono dimezzate. A tutto ciò vanno aggiunti i costi di carburanti, fertilizzanti, energia e così via. Ma il problema numero uno è l’acqua, che mancherà anche nel periodo estivo».
«In Calabria, nei prossimi giorni – ha proseguito – ci aspettiamo temperature che supereranno abbondantemente il 40°, e non avere acqua significa mettere in crisi le colture, che andranno inevitabilmente in stress, di conseguenza ci saranno problemi sensibili, anche per il settore della zootecnia. Tutto il sistema produttivo calabrese subirà penalizzazioni non indifferenti».
Quindi, si è reso necessario chiedere lo stato di calamità, «perché purtroppo oggi non possiamo fare a meno di avere anche il sostegno da parte del governo. Siamo di fronte a un fatto eccezionale. Ci sono stati anche altri periodi di siccità in Calabria, ma uscire da un inverno così siccitoso non era mai capitato».