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Triennale di Milano: I Bronzi di Riace un modello di bellezza maschile senza tempo

Triennale di Milano: I Bronzi di Riace un modello di bellezza maschile senza tempo

I Bronzi di Riace un modello di bellezza maschile senza tempo. È quanto è scaturito dall’importante convegno svoltosi nei giorni scorsi alla Triennale di Milano, organizzato in occasione dei 50 anni dal loro ritrovamento.

Un convegno ricco di interventi di rilievo della Direttrice Generale di Triennale Milano Carla Morogallo, di Daniele Castrizio, Professore Associato di Numismatica Medievale presso l’Università di Messina, di Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà di Roma e di Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public Program di Triennale Milano.

Titolo del convegno, Archeologie future, il valore dell’antico nella contemporaneità, finanziato dall’Assessorato alla Cultura  della Regione Calabria e promosso dalla Calabria Film Commission, che ha visto analizzare l’impatto odierno dei due capolavori scultorei sul mondo dell’arte contemporanea, decretandone una loro sensuale attualità, mai offuscata dal passare dei secoli.

Quella andata in scena a Milano è stata una riflessione su come l’antico possa ancora perfettamente integrarsi nel linguaggio moderno caratterizza l’intervento del Vicepresidente della Regione Calabria, Giusi Princi: «È motivo d’orgoglio per la Regione Calabria essere ospitati alla Triennale Milano, che va a rappresentare il cuore della Cultura per eccellenza».

«Queste collaborazioni virtuose – ha aggiunto – ci permettono di trovare occasioni uniche di valorizzazione del nostro enorme patrimonio culturale. In questo caso specifico dei Bronzi di Riace, simboli universali della Magna Graecia, che raccontano di una Calabria al centro del Mediterraneo, della storia. E da un polo internazionale senza eguali, come appunto Milano, vogliamo lanciare proprio questo messaggio di Calabria baricentrica nelle geografie della cultura internazionale, allora come oggi».

«Ci inorgoglisce, inoltre, – ha concluso Princi – che il Direttore della Triennale sia una calabrese doc, a cui affidiamo il racconto di una Calabria fatta di gente talentuosa e sempre orgogliosa delle proprie origini».

Ma sono proprio le parole del Commissario Straordinario della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, a focalizzare l’attenzione dallo splendore artistico dei due guerrieri al concetto di  nuovi Sex Symbol maschili: «Se per modello di bellezza si è sempre utilizzato il fascino degli attori da Valentino a Clark Gable, a Marlon Brando, a James Dean prima, da Brad Pitt a Leonardo di Caprio dopo, fino a Damiano dei Màneskin e all’influencer spagnolo Manu Rios oggi, non possiamo tralasciare l’impatto visivo e seduttivo della perfezione e dell’eleganza dei corpi statuari dei Bronzi di Riace».

«Due figure maschili eroiche alte circa due metri – ha aggiunto – con elementi propri di una bellezza tutta moderna, come i riccioli e la barba spettinata così amata oggi dalle star di Hollywood, dalla dentatura perfetta, da una muscolatura plastica e da uno sguardo reso ancora più accattivante dall’avorio degli occhi».

«Statue, – ha concluso il Commissario Grande – che ci svelano quel concetto di bellezza maschile dell’antica Grecia che si identificava, proprio come oggi, con l’armonia di un corpo muscoloso, di un fisico atletico come quello di Marcel Jacobs, che esprime forza, vigore, salute». (rrm)

 

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