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Vaccinazione anticovid: in Calabria protezione civile in ritardo su personale e siringhe

Vaccinazione anticovid

C’è una certa irritazione negli ambienti medici per la mancata informativa necessaria a illustrare le procedure per la vaccinazione anticovid. Delle oltre 15 mila dosi arrivate in Calabria il 31 dicembre, sono state iniettate solo 480 a medici e personale sanitario, il 3,5% della disponibilità del farmaco. C’è la Lombardia che non è da meno (ha usato solo il 3% delle disponibilità) ma non può essere consolante.

La vaccinazione è un tassello fondamentale nel contrasto alla pandemia e, in vista dei prossimi arrivi, è lecito non notare che ancora una volta ci si trova davanti all’assoluta impreparazione di chi deve decidere. Mentre per il personale sanitario la vaccinazione diventa routine (i medici si iniettano reciprocamente il vaccino, per infermieri e tecnici si tratta solo di stabilire i turni di somministrazione del farmaco) cosa succederà appena il vaccino dovrà essere distribuito prioritariamente nelle RSA e ai soggetti con patologie a rischio?

Non è chiaro chi dovrà organizzare il piano di vaccinazione che – risulta evidente – non c’è ancora e le informazioni sono molto scarse: mancano le direttive e, a quanto pare, è in ritardo la Protezione Civile che si è fatta carico di distribuire circa 15mila unità tra medici (3.000) e infermieri in tutt’Italia per affrontare la vaccinazione su larga scala. Manca il personale, mancano persino le siringhe – come denuncia qualche responsabile sanitario locale. In Calabria, grazie all’impegno dei medici e del personale paramedico la pandemia è stata affrontata con grande impegno e serietà, senza attendere istruzioni che tardavano ad arrivare.

Difetta, per la verità, non solo la comunicazione sul vaccino diretta alla popolazione, che dovrà capire l’importanza di non sottrarsi  alla vaccinazione, ma anche l’informativa necessaria a chi dovrà utilizzare le fiale. Intanto sono fiale non monodose: da ciascuna si possono ricavare sei vaccinazioni, ma non esistono sistemi di controllo visto che il farmaco viene aspirato dalla fialetta sigillata con una normalissima siringa, dove sta all’abilità del medico o dell’infermiere non sprecare farmaco, prendendono in un caso qualche goccia in più o nell’altro aspirando meno vaccino in siringa. Le attuali specifiche richiedono la presenza del medico e di uno o due infermieri: la vaccinazione può essere fatta da un infermiere (il medico serve solo in caso di reazioni del destinatario del vaccino: basti pensare a quanti hanno paura dell’ago fino a svenire). La boccetta del farmaco dev’essere estratta dal frigorifero a -80 gradi e occorre attendere la ricostituzione del farmaco per poterlo iniettare. La tempistica di attesa per l’utilizzo di ciascuno flaconcino è di circa mezz’ora: con una buona organizzazione si può procedere speditamente e utilizzare in tempi rapidissimi tutte le attuali scorte. (rrm)

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