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VERSO LA RINASCITA DEL PORTO DI SALINE
AL VIA I PRIMI INTERVENTI DI RIPRISTINO

Il Porto di Saline Joniche (RC)

di FRANCESCO CANGEMI – Spiragli di futuro per l’abbandonato Porto di Saline Joniche. Si avvia, infatti, verso la fase operativa l’importante azione di programmazione e progettazione condotta dalla Autorità di Sistema portuale dello Stretto (Adsp), in collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, per la messa in sicurezza del porto di Saline Joniche e la realizzazione dei primi interventi di ripristino della funzionalità dell’infrastruttura.

Nei mesi scorsi l’idea progettuale per una parziale rifunzionalizzazione è stata sottoposta all’esame del Consiglio superiore dei lavori pubblici che ha ritenuto gli interventi eseguibili, sia pur in assenza di un Piano regolatore portuale di cui il porto non è mai stato dotato, in quanto finalizzati ad una prima messa in sicurezza dell’infrastruttura che altrimenti rischia un progressivo totale declino.

Nei giorni scorsi il dipartimento Diceam, sulla scorta della convenzione stipulata con l’Autorità di sistema portuale dello Stretto, ha consegnato gli elaborati definitivi degli studi meteomarini al largo e sotto costa per il porto di Saline Joniche, finalizzati al ripristino della funzionalità del porto stesso e della gestione dei sedimenti, elaborati da un gruppo di ricerca sotto la guida del prof. Felice Arena.

«Questi studi hanno consentito alla società Wevenergy.it Srl di Reggio Calabria, incaricata dalla stessa Adsp dello Stretto della prima fase di progettazione, di completare il progetto di fattibilità tecnico economica che ora è pronto per l’esame in conferenza di servizi al fine di ottenere l’acquisizione di tutti i pareri necessari. Si procederà poi con la verifica finale e l’indizione della gara di appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori».

Il progetto prevede i seguenti interventi: il dragaggio per il ripristino parziale del canale di accesso dell’imboccatura portuale; il rifacimento del cassone cellulare con messa in sicurezza della testata del molo di sopraflutto e collocazione di fanale di segnalazione; la realizzazione di un pennello “trappola” con massi artificiali per bloccare il trasporto di materiale solido che causa l’insabbiatura portuale; il rifacimento dell’impianto elettrico di alimentazione fanale e di illuminazione del molo di sopraflutto; la collocazione di un fanale di segnalazione sul molo di sottoflutto e di mede elastiche di segnalazione del canale di accesso portuale; la predisposizione di impianti per l’erogazione di acqua alla radice del molo di sopraflutto.

Attraverso tali interventi si otterrà un miglioramento strutturale, ambientale e una nuova operatività seppur parziale del porto fermo da oltre dieci anni ed in stato di abbandono totale. Il dragaggio parziale dell’imboccatura, infatti, consentirà di dare nuova operatività alla struttura portuale consentendo l’accesso ad imbarcazioni da diporto e similari che potranno essere ormeggiate, a ridosso del molo di sopraflutto, in appositi pontili galleggianti che saranno realizzati da uno o più concessionari che l’Adsp individuerà a lavori ultimati.

Un’altra importante previsione del progetto è il riutilizzo del materiale dragato (stimato in circa 110.000 metri cubi di sabbie), previa verifica della compatibilità ambientale ed a seguito delle necessarie autorizzazioni, per ripascimenti puntuali lungo la costa reggina finalizzati a contrastare l’erosione costiera in siti da individuare d’intesa con la Città metropolitana e con la collaborazione dei Comuni interessati.

Il costo stimato è di 11.000.000 di euro con fondi che potrebbero derivare da specifici finanziamenti regionali o statali, che potranno essere individuati una volta attestata l’immediata cantierabilità dei lavori, ovvero da risorse proprie dell’Adsp.

Il presidente della Adsp dello Stretto, Mario Mega, ha così commentato la conclusione di questa prima fase di progettazione e l’avvio della conferenza di servizi: «Non è stato un percorso facile perché era necessario prima aggiornare tutti gli studi meteomarini e verificare l’efficacia degli interventi ipotizzati per non correre il rischio di realizzare interventi destinati ad essere compromessi da nuovi insabbiamenti. Gli studi condotti dall’Università di Reggio Calabria e le valutazioni positive del Consiglio superiore dei lavori pubblici ci confortano, confermando che ci sono tutte le condizioni per mantenere in piena operatività l’imboccatura che sarà parzialmente ripristinata».

«Ovviamente questo è solo il primo passo perché, non appena sarà approvato definitivamente il Dpss – ha continuato – si potrà avviare anche per il porto di Saline la redazione del nuovo Piano regolatore portuale che è la condizione posta dal Consiglio superiore dei lavori pubblici per realizzare tutti gli altri interventi di recupero delle infrastrutture di protezione e di banchina che sono state compromesse negli anni».

«In più potremo dare una prima risposta ai diportisti ed ai pescatori del territorio assicurando ormeggi che, a regime, – ha concluso —saranno comunque conservati sia pure in altra zona del bacino, atteso che l’obiettivo primario resta quello di recuperare il porto soprattutto per la funzione commerciale per lo sviluppo di traffici di merci alla rinfusa, in colli e su rotabili». (fc)

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