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A REGGIO, TUTTI INFURIATI PER I RIFIUTI
QUI UN PROBLEMA, ALTROVE UNA RISORSA

Rifiuti a Reggio Calabria

La situazione rifiuti a Reggio Calabria è arrivata al limite: i cittadini sono infuriati, esasperati, non accettano più le rassicurazioni del primo cittadini. Il problema, ormai, è diventato di una cronicità irrisolvibile che la Città dello Stretto non può più sopportare: mentre altrove dai rifiuti si ricavano energia o concime per l’agricoltura, ovvero risorse importanti per il territorio, a Reggio sono solamente una desolante realtà, un nauseabondo problema a cui non si riesce a trovare una soluzione seria e definitiva. Inutile accusare, come ha fatto in molte occasioni, il sindaco Giuseppe Falcomatà i cosiddetti lordazzi (ovvero i cittadini che buttano la spazzatura dove capita) che accatastano rifiuti su rifiuti, incuranti del comportamento incivile che però nessuno sanziona in maniera pesante, quando non incendiano i cumuli di spazzatura, provocando fumi di diossina che non sono certo un toccasana per i polmoni dei residenti.

Sono state annunciate troppe volte le aperture di nuove discariche, si è mandata la spazzatura raccolta in altri siti extraregionali (a costi che fanno paura) ma non si è mai considerata l’idea di trasformare radicalmente la raccolta dei rifiuti in qualcosa di intelligente e utile per la Città. Togliere i cassonetti senza offrire un adeguato servizio di raccolta è stata una scelta infelice: Reggio è l’unica città del mondo dove i i rifiuti nei loro miseri mastelli vengono esposti fuori dei cancelli nei condomini, quasi fossero qualcosa di cui vantarsi. Ci sono professionalità locali in grado di suggerire soluzioni adeguate (vedi quello che è successo a Bagnara Calabra e a Cittanova) ma non vengono nemmeno convocate per ascoltare qualche proposta; c’è l’esempio della Fattoria della Piana, a Candidoni, a poche decine di chilometri dal capoluogo dove è in funzione un termovalorizzatore che trasforma in energia i rifiuti organici e in compost per concimare i campi il resto. Non solo produce energia sufficiente a gestire l’intera fabbrica di latticini e i preziosi allevamenti, ma riesce persino a fornire (a pagamento) energia ad altre zone vicine.

Il problema dei rifiuti non è solo di Reggio, sia ben chiaro, andrà affrontato e risolto a livello regionale e sarà una brutta patata bollente per la nuova Giunta e l’assessore all’Ambiente: bisognerà smettere di dire sempre no a soluzioni di tecnologia e innovazione per il trattamento rifiuti e individuare sistemi di smaltimento (in loco) che siano in grado non solo di assicurare igiene ambientale e pulizia, ma trasformare i rifiuti in ricchezza, come avviene ormai in gran parte del Nord Italia e in quasi tutta l’Europa.

Basta solo uno sbiadito ricordo a far arrabbiare ancora di più i reggini: ai tempi di Falcomatà padre, c’erano autobotti che all’acqua aggiungevano gocce di essenza di bergamotto, per irrorare le strade e renderle profumate. I lavoratori della “nettezza urbana” (non si chiamavano ancora operatori ecologici, titolo che oggi fa ghignare pensando ai disastri ambientali visibili in ogni angolo della città) lavoravano con dedizione e passione e il sindaco Falcomatà (padre) già ai primi esperimenti di “profumare la città” scendeva in vestaglia da casa (alle prime ore del mattino era già tutto splendente) per prendere un caffè con questi lavoratori, che ci tenevano al decoro e alla pulizia della loro città: per loro stessi, per i propri figli, per tutti i cittadini. Non è leggenda, è tutto vero. Ma l’attuale sindaco (Falcomatà figlio) forse non lo ricorda o non ha voglia di ricordarlo, e sa solo chieder scusa ai cittadini. Atteggiamento apprezzabile, ma non sufficiente a placare gli animi. Così si fa montare la rabbia e si fa un danno serio alla città e al suo futuro. Naturalmente, l’opposizione con questa situazione ci va a nozze per attaccare il sindaco, ma al di là dei ripetuti inviti ad andarsene e mollare, occorre precisare, per onestà intellettuale, che non vengono indicazioni, idee e progetti (però stamattina si riuniscono gli esponenti di centrodestra per formulare “proposte e soluzioni”). Gli errori sono vistosi e sotto gli occhi (e il naso) di chi è costretto a vivere in mezzo a montagne di spazzatura, ma ora serve una decisa virata. Certo, gli stop imposti dal Tar, la burocrazia e l’assurdo “impiastro di complicazioni” che sono diventate le gare d’appalto non aiutano, però non possono essere la giustificazione per non aver, fino a oggi, saputo affrontare e risolvere il problema. (s)

Gli attacchi al Sindaco

«Sindaco Falcomatà, lei non si deve permette di dire ai Cittadini che dobbiamo tenere duro e continuare a soffrire per altri mesi». È quanto ha dichiarato Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, in un duro attacco contro il primo cittadino che, nei giorni scorsi, ha chiesto ai reggini di «tenere duro» a seguito della decisione del Tar di sospendere il bando per l’aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria. Una decisione, quella del Tar, che rischia di lasciare la città senza qualcuno che gestisca il servizi rifiuti, «un dramma, un disastro assoluto» ha commentato il primo cittadino, che ha sottolineato come si tratta di «una situazione che dobbiamo e vogliamo evitare in tutti i modi.

«Nonostante la buona volontà di Falcomatà a cercare di risolvere la questione cercando di «avere una pronuncia del Consiglio di Stato prima del 15 dicembre», data in cui è fissata l’udienza, questo nuovo “caso” è goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha dimostrato, ancora una volta, l’inadeguatezza della Giunta comunale e di un sindaco che «non assolve neanche ai suoi doveri di Presidente Ato – ha detto Pizzimenti – e che non sa stabilire le priorità, perseverando intenzionalmente nei suoi errori, addossandone poi le conseguenze alla popolazione, a nostro avviso, deve chiedere scusa e rimettere il mandato a causa della incapacità politica, tenendo in debita considerazione anche la sconfitta politica alle ultime elezioni Regionali, che l’hanno visto sconfitto anche con il candidato che ha sostenuto.

«Il sindaco Falcomatà, non può e non deve dire che i Cittadini devono soffrire a causa delle sue scelte sbagliate, poiché va ricordato, che, essi pagano la tasse sui rifiuti, a fronte della quale non ricevono un buon servizio di raccolta e, pertanto, vanno risarciti» ha detto ancora il presidente di Cittadini per il Cambiamento, che ha chiesto di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria su tutto il territorio comunale, e di chiedere l’intervento dell’Esercito per pulire la città.

A chiedere a gran voce le dimissioni del sindaco, anche il consigliere comunale e Metropolitano Antonino Minicuci, che ha dichiarato che «sono certo che Falcomatà ami Reggio Calabria, e nutra un sentimento di sincero affetto per la città. È arrivato però il momento di dimostrarlo con i fatti: il sindaco prenda atto che è finita, che sta mortificando Reggio Calabria da sette lunghissimi anni».

«Nei mesi scorsi – ha spiegato – io e tutta l’opposizione in consiglio comunale abbiamo condiviso l’invito del sindaco Falcomatà ad una sorta di ‘pacificazione’, fatta di toni più pacati e una maggiore collaborazione per il bene della città. Alla luce di quanto emerso in relazione alla gestione dei rifiuti però, mi appare inevitabile esternare  una grande amarezza, pari solo al disagio nel vedere Reggio Calabria ridotta in queste condizioni, che potrebbero addirittura peggiorare nelle prossime settimane. Il sindaco Falcomatà, in campagna elettorale, aveva rassicurato i reggini, garantendo che avrebbe risolto il problema rifiuti entro il primo novembre del 2020.

«In occasione di uno dei confronti diretti avuti davanti alle telecamere – ha proseguito Minicuci – con parole forti ma eloquenti avevo ricordato a Falcomatà come per anni non si fosse fatto nulla, e che mancavano del tutto le strategie e le competenze per risolvere la problematica rifiuti. Il sindaco però, oltre a puntare l’indice verso la Regione Calabria alla ricerca di colpevoli, si abbandonava alle solite promesse da Pinocchio.

«In occasione di uno dei confronti diretti avuti davanti alle telecamere – ha detto Minicuci – con parole forti ma eloquenti avevo ricordato a Falcomatà come per anni non si fosse fatto nulla, e che mancavano del tutto le strategie e le competenze per risolvere la problematica rifiuti. Il sindaco però, oltre a puntare l’indice verso la Regione Calabria alla ricerca di colpevoli, si abbandonava alle solite promesse da Pinocchio».

A ribadire che «Reggio Calabria non merita  di essere presa a calci, pugni e schiaffi dalla cronica e incorreggibile incapacità amministrativa di un sindaco e dei suoi sodali, leali a lui, sleali nei confronti della città» sono state Angela MarcianòFilomena Iatì, rispettivamente presidente e consigliere comunale di “Impegno e Identità”, per nulla disposte a raccogliere le sconce lacrime di coccodrillo del primo cittadino.

«Alle gravi disfunzioni amministrative – hanno detto – alle inchieste giudiziarie, alla carenza di erogazione di acqua potabile, alle pessime condizioni del manto stradale, alla mancata raccolta dei rifiuti solidi urbani protrattasi ormai da tempo, si aggiunge ora questo ennesimo intoppo che potrebbe determinare, per i mesi a venire, un ulteriore, ancor più grave, situazione emergenziale già conclamata nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella nostra città».

«Il rischio serio che per mesi si protragga questa situazione emergenziale è la rappresentazione plastica dell’indefinibile modo di gestire le sorti della collettività da parte del sindaco e della sua striminzita cerchia di adepti a Palazzo San Giorgio» hanno proseguito Marcianò e Iatì, sottolineando che «sono mesi che, in un’altalena di dichiarazioni e richiesta di tempo, il sindaco, rivolgendosi alla cittadinanza, ha assicurato una soluzione della problematica».

«Dopo aver preso in giro i reggini con la giuridicamente impossibile internalizzazione del servizio rifiuti – hanno detto ancora – per il tramite di un bando di affidamento del servizio a Castore, siamo arrivati al punto di non ritorno: dal 31 ottobre, data di scadenza dell’ennesima proroga illegittima in capo ad Avr, – è il rilievo mosso con risolutezza dalla docente universitaria e dall’avvocato – le strade continueranno ad essere invase selvaggiamente da distese sterminate di spazzatura».

«Insistiamo – hanno proseguito – sul delicato profilo di illegittimità, sia perché esso è stato da noi denunciato con puntualità alle autorità preposte competenti, oltre che denunziate nell’Aula del Consiglio comunale. Contestazioni al pari di quello che riguarda le proroghe riguardanti il servizio idrico gestito da Idrorhegion. L’internalizzazione dei servizi tanto decantata, pertanto, non ha sortito alcun effetto benefico se non quello del puro annuncio propagandistico- elettorale».

«Questo sfacelo, sono gli avvenimenti a certificarlo – hanno evidenziato – è figlio legittimo di un’Amministrazione Falcomatà, una brigata sbrindellata di sodali addestrati ad obbedire alle ossessioni maniacali del loro nocchiero. Essi, pavidi e conniventi, hanno sempre consentito, senza mai abdicare al loro ruolo compiacente, venissero calpestate le regole elementari della programmazione, basti pensare al contenuto del Dup (Documento Unico di Programmazione) e le basi minime della pianificazione».

«Una città che continua a vivere nell’emergenza che si è celata – hanno detto ancora Marcianò e Iatì – dietro, a loro dire, concordati interventi da parte del Prefetto a cui pure ci siamo rivolti ma senza trovare il supporto che merita una comunità distrutta da fallimenti conclamati di questa portata. Quello stesso Prefetto a cui  Falcomatà ora ricorre elemosinando un contributo atto a scongiurare il peggio che ha creato con le sue stesse mani grondanti lentezze, frutto di incompetenze e inettitudini».

«È questo il quadro peggiore – hanno concluso – nel quale un apparato burocratico amministrativo agisce, anch’esso accondiscendente, nel vuoto di un indirizzo politico qualificato e credibile, con la conseguenza che  tutti i settori si ritrovano oggi ancor più allo sbando con la qualità dei servizi che a Reggio Calabria scava ormai nelle viscere più profonde dello scandalo». 

«Ma quale altro misfatto deve commettere il signor sindaco, affinché capisca che è ora di dimettersi e di lasciare la città nelle mani di qualcuno più esperto, più maturo e soprattutto più capace?» ha chiesto il consigliere comunale di opposizione, di Coraggio Italia, Massimo Ripepi, che ha evidenziato come i giudici del tar abbiano bocciato «i tre super esperti nominati da Falcomatà e costati ai cittadini 30 mila euro».

«Era necessario pagare profumatamente i tecnici in questione, per scegliere una ditta priva delle competenze necessarie e dei mezzi per ottemperare alle richieste del bando stesso?» ha chiesto Ripepi, che ha evidenziato come «non ne possiamo più di subire angherie e atti di arroganza politica perpetrata da amministratori incapaci che, con la presunzione di sapere tutto, abusano della fiducia dei reggini che nel frattempo annegano nel disagio quotidiano. Il sindaco chiede di “soffrire insieme” ma meriterebbe di pagare pegno da solo lasciando il timone di questa città, che di sofferenze ne ha già subite abbastanza» ha concluso. (rrm)

 

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