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Al Festival del Sud si parla di come governare l’incertezza

Al Festival del Sud si parla di come governare l'incertezza

di ROSANNA DE LORENZO – In un periodo di grandi incertezze per il susseguirsi di profonde crisi e per il moltiplicarsi di esigenze legate a vecchi e nuovi bisogni sociali, sorge imperante la necessità di pensare a nuovi modelli di sviluppo sostenibile tarati sulle risorse esistenti e funzionali ad una crescita reale e diffusa.

Di come questo si è anche parlato nella giornata conclusiva del Festival del Sud a Vibo Valentia lo scorso 10 maggio, partendo proprio dal volume “Governare l’incertezza-Percorsi di innovazione sociale per nuovi partenariati pubblico-privato” di cui è coautore Marco De Giorgi, professore all’Università Luiss Guido Carli di Roma, nonché consigliere della presidenza del Consiglio dei Ministri e capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il servizio civile universale.

Al dibattito con l’autore ha preso parte il segretario generale della Camera di commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia Bruno Calvetta, già professore a contratto della Luiss Business school, che cogliendo la sfida insita nella tematica oggetto di discussione, ha portato le sue considerazioni e proposte. Al confronto ha preso parte anche il segretario generale del Comune capoluogo Domenico Scuglia.

Le premesse sono quelle evidenziate da De Giorgi nel suo volume e nel suo intervento, in estrema sintesi: «l’importanza dell’innovazione sociale come nuovo paradigma nella creazione di valore pubblico, riconosciuta a livello internazionale ed europeo, non solo per migliorare la risposta ai bisogni sociali emergenti ma anche per guidare nuovi percorsi di crescita economica, modelli di business e creazione di posti di lavoro; la necessità di misurazione dell’impatto sociale degli interventi, ossia massimizzare il ritorno economico dell’investimento con obiettivi di natura sociale per migliorare la risposta ai bisogni emergenti; la necessità di far leva su nuove forme di partenariato pubblico-privato per creare sviluppo sostenibile, rompendo la dicotomia profit e no-profit, sul presupposto che la pubblica amministrazione non può restare l’unica interprete e finanziatrice dei bisogni sociali».

A tal proposito, il segretario generale Bruno Calvetta, portando anche sue varie e specifiche esperienze dirigenziali nella pubblica amministrazione, ha evidenziato «la necessità di creare dei centri di competenza per il monitoraggio delle attività e la misurazione dell’impatto sociale da mettere a disposizione di tutte le realtà territoriali, creando anche collegamenti e partnership con il sistema dell’Alta formazione per definire percorsi accademici volti a formare esperti sul tema dell’impatto sociale e sulla valutazione, in linea con iniziative già in atto nel sistema camerale–riferendosi in particolare all’ente camerale di Torino. Ancora una volta – ha precisato Calvetta – il sistema camerale si è mostrato al passo coi tempi, spesso anche anticipando metodi e strategie utili al mondo delle imprese come ad uno sviluppo complessivo ed integrato. Questo volume dà occasione di riflettere su aspetti di grande interesse che è auspicabile diventino patrimonio comune di tutti, come dei dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, per far sì che la cultura dell’innovazione sociale diventi pratica quotidiana per chi, appunto, oggi deve sviluppare politiche in grado di favorire gli ecosistemi locali e governare processi particolarmente complessi e influenti sulle evoluzioni socio-economiche future». (rvv)

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