La consigliera regionale e leader dell’opposizione, Amalia Bruni, ha depositato il disegno di legge sullo Smart working per contrastare lo spopolamento nei piccoli comuni calabresi, redatto dal prof. Francesco Maria Spanò, presso l’Ufficio Legislativo del Consiglio Regionale.
«Uno dei problemi che maggiormente assillano il Sud e la Calabria – ha spiegato Amalia Bruni – secondo analisi e dati precisi, è quello dello spopolamento delle aree interne, una questione che rischia di compromettere per sempre la rinascita di questa terra. Già nella scorsa campagna elettorale avevo ben presente quanto fosse importante per queste zone trovare una soluzione che ponesse rimedio alla desertificazione dei nostri borghi. Ecco perché, lunedì 11 aprile, abbiamo fatto una lunga e proficua riunione operativa organizzata con Francesco Liotti, Presidente dell’Associazione Calabria Condivisa, e con il professore Francesco Maria Spanò».
«Per maggiore informazione – ha aggiunto – nell’incontro a cui hanno preso parte anche Ernesto Mancini, Andrea Casile, Guerino Nisticò e i tecnici della mia struttura, si è discusso articolo per articolo la norma proposta dall’Associazione a tutti i consiglieri, valutando anche le opportune modifiche/integrazioni con l’intento di migliorare il testo in relazione al contesto ed alla normativa regionale, così da poter concretizzare la possibilità di realizzare le attività in essa contenute».
«Siamo stati tutti d’accordo – ha proseguito – nel considerare l’implementazione dello smart working come strumento utile per una valorizzazione delle aree interne e per un contrasto efficace dello spopolamento di queste aree che rappresentano una parte importante del territorio calabrese. La misura, potrebbe sicuramente rappresentare un’ulteriore occasione di stimolo per potenziare tutte le infrastrutture, in particolare quelle che riguardano la connessione digitale, inserendosi all’interno di una programmazione più ampia che prevede diversi canali di finanziamento già in corso quali il Pnrr, il Por, i fondi della Snai (Strategia Nazionale delle Aree Interne), oltre agli altri Fondi Europei Diretti».
«In questa prospettiva, come più volte sottolineato – ha concluso – è fondamentale il pieno coinvolgimento dei sindaci (tramite l’Anci), delle comunità locali e di tutti gli stakeholders che potrebbero essere interessati, a vario titolo, e per i quali potrebbero essere previste delle premialità o incentivi. Nei prossimi giorni abbiamo già previsto altri incontri con l’intento di promuovere una riflessione quanto più possibile condivisa». (rrc)