Il dibattito sull’autonomia differenziata in Consiglio regionale

È stato un dibattito molto acceso, quello avvenuto in Consiglio regionale sull’autonomia differenziata. Un confronto che si è concluso con l’approvazione del documento proposto dalla maggioranza di centrodestra – e a cui la minoranza ha votato contro – in cui viene rilevata la necessità di una «preventiva analisi d’impatto anche sulle materie escluse dalla determinazione dei Lep. Senza questo indispensabile approfondimento nessuna intesa Stato-Regioni potrà essere formalizzata sull’Autonomia differenziata».

Ad aprire il dibattito il vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Iacucci: «state firmando una cambiale mortale per la Calabria e di questo ne dovrete dare conto prima o poi», ha detto, rimproverando il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di aver fatto credere ai calabresi che sarebbe stato lui a condurre le trattative per strappare le migliori condizioni per la Calabria.

«Con la complicità di certa stampa – ha detto – ci ha fatto credere che c’era persino una contromossa di Forza Italia a difesa del Sud e della Calabria Tutto inutile, tutto, in ogni caso politicamente senza alcun senso, perché la Lega ed il ministro Calderoli andranno all’incasso sull’autonomia differenziata e ci andranno consentendo a Salvini di esibire in campagna elettorale europea lo scalpo del Sud al tavolo del grande Nord».

«Inutile prendere ancora in giro tutti noi – ha concluso – lei il totale dei Lep finanziati alla Calabria non li avrà mai in mano, prima dell’approvazione della riforma, per la semplice ragione che non ci sono i soldi assegnati alla legge e alla Calabria. Esattamente il contrario di quello che va dicendo. Presidente ci risparmi la sua ennesima lezione di populismo e supponenza. Non ne sentiamo il bisogno».

Giacomo Crinò, di Forza Azzurri, ha rilevato come «persiste ancora in certa opposizione una posizione ancora ideologica», ricordando come la riforma è stata avviata nel 2018 dal Governo Gentiloni, «oggi migliorata anche per il lavoro svolto dalle opposizioni che conteneva vincoli pregiudiziali per il Mezzogiorno, che sono stati affinati».

Davide Tavernise, del M5S, calcolando l’ammontare dei fondi messi a disposizione a bilancio dallo Stato e quanti soldi servono per finanziare i Lep, ha evidenziato come «il finanziamento dei Lep costerebbe almeno 82 miliardi di euro, il totale delle ultime quattro manovre di bilancio del governo. I soldi dunque non ci sono e ogni discussione è solo un distrattore dell’opinione pubblica».

Giuseppe Gelardi, della Lega, ha definito il dibattito sull’autonomia differenziata una grande opportunità di cambiamento per il Sud e la Calabria. Il consigliere ha ricordato che il Ddl stabilisce che gli accordi tra lo Stato e le regioni possono avere un massimo di durata di dieci anni e che al termine l’intesa si rinnova autonomamente, a meno che la regione faccia una diversa richiesta.

Gelardi, poi, ha sottolineato «il ruolo determinante ed unico che sarà affidato a questa Amministrazione nello stabilire l’intesa con lo Stato. L’autonomia differenziata può produrre effetti benefici nella riduzione dei divari; basti esaminare l’esempio della Spagna, in cui sono presenti forme di regionalismo asimmetrico o differenziato tra le Comunità autonome, da cui è derivata una significativa riduzione delle sperequazioni in precedenza esistenti».

Il consigliere Antonio Lo Schiavo (Misto), ha rilevato come «quando vengono assegnate 23 nuove funzioni alle Regioni ed il 30% del Bilancio dello Stato viene sottratto per darlo alle Autonomie locali, si determina un cambio radicale del sistema istituzionale di questo Paese».

Michele Comito (Fi) ha detto: «noi ci siamo resi conto che non era più possibile stare fermi, perché finora il nostro Stato che era a gestione centralista ha dimostrato di avere cittadini di serie A e di serie B. C’è dunque necessità di cambiare, rispetto alla quale il presidente Occhiuto non è affatto in difficoltà. Ha invece dimostrato una posizione netta e precisa che ha consentito di stravolgere in positivo il testo in discussione in parlamento».

Ferdinando Laghi (Lista De Magistris) si è soffermato sul tema dell’istruzione, «cardine fondamentale di uno Stato unitario, uguale e paritario in tutto il Paese», ma anche sul sistema sanitario e sull’ambiente: «sulla sanità esistono, e lo sappiamo benissimo, diversi livelli e bisogna lavorare per renderli omogenei, mentre l’autonomia differenziata renderebbe strutturali queste priorità».

Giuseppe Neri (FdI) ha chiesto chiarezza rispetto alle posizioni emerse nella minoranza, tra chi ritiene che l’autonomia differenziata così come è stata costruita non si può fare e tra chi ritiene che comunque sia costruita non va fatta.

Per Domenico Giannetta (FI), «è ovvio che nessuno di noi – ha affermato – è un fan del decreto Calderoli, nemmeno, in quest’Aula, coloro che sono della Lega. E dunque dobbiamo cercare di esercitare quello che è il nostro legittimo mandato guardando a quello che può dare il Ddl sull’autonomia differenziata».

 

Il consigliere Lo Schiavo: Netta contrarietà a legge truffa che condanna la Calabria

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo ha evidenziato come nel dibattito sull’autonomia in Consiglio regionale siano emerse «ontraddizioni tutte interne ad una maggioranza nella quale sono in molti a vivere con disagio il processo di approvazione del Disegno di legge Calderoli».

«A cominciare dallo stesso presidente, Roberto Occhiuto, che si è sforzato, in questi mesi – ha detto – di assumere una terza posizione tra chi, come gli alleati del partito di cui è vice coordinatore nazionale, è assolutamente favorevole e chi invece è nettamente contrario. Ma una posizione terza è difficilmente sostenibile in questo caso: l’Autonomia differenziata è un danno, è una legge truffa, è una partita truccata in partenza dalla quale non può derivare nulla di buono per i territori che sono rimasti indietro in questo Paese. E in molti l’hanno ormai capito anche nel centrodestra».

«Qui c’è solo una posizione da sostenere – ha proseguito – quella di netta contrarietà rispetto ad un disegno che cristallizzerà le disuguaglianze tra le regioni ricche e quelle più svantaggiate del Paese. È ovvio che in ballo c’è il sistema istituzionale del Paese e i diritti stessi dei cittadini. Commercio estero, fiscalità sulle attività produttive, sistemi scolastici differenti: sono solo alcune delle 33 funzioni che si pensa di poter assegnare alle Regioni e di finanziarle con i gettiti fiscali che ciascuna di esse produce. Ancora più grave è però pensare di minare alle basi il principio che questa non sia più una Nazione solidale ma bensì un Paese in cui ciascuno utilizza i gettiti fiscali che produce. Rompere l’unità nazionale, in una fase in cui gli Stati nazionali sono minacciati dal capitalismo delle big company, è assolutamente pericoloso e rende ancor più debole lo Stato unitario».

«Quando ci sono gravi emergenze, com’è accaduto con la pandemia – ha ribadito –, lo Stato è più forte se è unito, compatto e solidale. Ho quindi chiesto al presidente Occhiuto di volare alto, di prescindere dall’indirizzo dei partiti nazionali e di difendere gli interessi dei cittadini della nostra regione».

«Interessi che vanno in solo senso: quello di dire “No” alla secessione delle regioni ricche – ha concluso – di dire “No” ad una riforma che porterà a 20 sistemi scolastici, a 20 sistemi sanitari e ad un sistema in cui le Regioni più povere, come la nostra, non potranno competere e soccomberanno». (rrc)

Giovedì si riunisce il Consiglio regionale: All’odg il dibattito sull’autonomia

Giovedì 18 aprile, alle 10, si riunisce il Consiglio regionale della Calabria.  Sette i punti all’ordine del giorno e, tra questi, il dibattito sull’autonomia differenziata.

La discussione sul dl Calderoli era stata proposta dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, nella scorsa seduta dell’Assemblea.

Gli altri punti all’odg sono: Proposta di provvedimento amministrativo n. 156/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Programma Regionale ponte per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali anno 2024” – (Relatore: Consigliere Gentile); Proposta di Provvedimento Amministrativo n.158/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Calabria (Aterp Calabria)” – (Relatore: Consigliere Montuoro); Proposta di Provvedimento Amministrativo n. 159/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: ” Bilancio di previsione 2024 – 2026 dell’Azienda Regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (Arsac) ” – (Relatore: Consigliere Montuoro); Proposta di Provvedimento Amministrativo n. 160/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: ” Rendiconto esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Lavoro” – (Relatore: Consigliere Montuoro).

E, ancora: Proposta di provvedimento amministrativo n. 161/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica schema-tipo di convenzione tra la Regione Calabria e i Gruppi appartamento per l’erogazione di servizi socio-assistenziali” – (Relatore: Consigliere Straface);Proposta di Legge n. 273/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni” – (Relatore: Consigliere Straface).  (rrc)

Bevacqua (PD): Polemica interna al cdx su Consorzio di Bonifica dimostra che avevamo ragione

Il consigliere regionale del Pd, Mimmo Bevacqua, ha evidenziato come «la polemica interna alla maggioranza», tra la presidente della Commissione Agricoltura Katya Gentile e l’assessore al ramo Gianluca Gallo, in ordine alla riforma sul Consorzio unico di bonifica e alle modalità con le quali è stata approvata, «dimostra come le nostre denunce sul modo di operare del Governo regionale avevano colto nel segno».

«Siamo contenti – ha proseguito Bevacqua – che sia proprio un’esponente della maggioranza, oggi in transito da Fi e Lega stando alle indiscrezioni della stampa, a criticare una riforma approvata ‘a colpi di leggi omnibus’ e senza il rispetto del ruolo delle Commissioni. Come gruppo del Pd abbiamo denunciato tale prassi in più occasioni e in riferimento a numerose riforme e leggi approvate durante questa legislatura, appellandoci anche al presidente del Consiglio, Filippo Mancuso, senza però ottenere alcun risultato».

«Lo scontro interno al centrodestra adesso dimostra che avevamo ragione e che il Consiglio regionale – ha concluso – deve al più presto tornare ad operare nel rispetto dei regolamenti e delle prerogative di consiglieri e Commissioni e che le denunce formulate dal Pd e dalla minoranza erano legittime e fondate. Ci auguriamo, adesso, che nella maggioranza e in chi dovrebbe garantire l’imparzialità e il funzionamento del Consiglio regionale, prevalga il buon senso e il rispetto verso chi è stato delegato dai cittadini calabresi a rappresentarli e esercitare al meglio il potere legislativo». (rrc)

Il presidente Mancuso sottopone al Sottosegretario Ostellari la “Questione Carceri” in Calabria

«Problemi come il sovraffollamento, le carenze di organico della Polizia penitenziaria e il moltiplicarsi di eventi critici in tutti i 12 istituti penitenziari, richiedono un tempestivo intervento». È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, sottoponendo la Questione carceri al Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari.

Un appello rivolto in quanto si è «consapevoli che la tutela dei diritti delle persone detenute e il benessere dell’intera comunità penitenziaria necessitano in Calabria di energie e risorse al fine di poter essere garantiti ed attuati», ha spiegato Mancuso che ha consegnato al Sottosegretario la lettera sulle condizioni delle carceri calabresi di recente inviata – congiuntamente al Garante regionale dei detenuti Luca Muglia – al ministro Carlo Nordio e al capo del “Dap” Russo.

Il sottosegretario Ostellari ha assicurato «l’attenzione del Ministero» e ha ricordato come «le carceri italiane accolgono e custodiscono donne e uomini privati della libertà, ma non della loro dignità. Il compito del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è collaborare al loro pieno recupero e al successivo reinserimento».

«Auspico che – ha aggiunto – oltre alla soluzione di problemi annosi su cui stiamo intervenendo, per concretizzare le previsioni dell’articolo 27 della Costituzione, si possano coinvolgere altri attori: imprese e aziende italiane, che scelgano di formare e avviare al lavoro detenuti e persone sottoposte a misure restrittive».

«Di recente è stato siglato un protocollo d’intesa (“Mi riscatto per il futuro”) tra gruppo Fs e Ministero della Giustizia – ha concluso – per il reinserimento sociale dei detenuti. Alle iniziative che anche in Calabria sono state avviate in questa direzione, come il Laboratorio di pasticceria nel carcere Ugo Caridi di Catanzaro, occorre dare il sostegno di cui abbisognano». (rrc)

Il presidente Mancuso: Scongiurare cancellazione del Liceo Classico dei Salesiani di Soverato

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha ribadito la necessità di «scongiurare la cancellazione dello storico e prestigioso Liceo classico dell’Istituto Salesiano di Soverato».

«Alle Istituzioni competenti – ha aggiunto – pur consapevoli delle difficoltà connesse al numero di iscritti e alle rette scolastiche, la responsabilità di mettere in atto ogni strumento e mezzo per garantire, sperimentando le soluzioni più opportune, la presenza e la regolare prosecuzione di un corso di studi che dà lustro alla città di Soverato e al comprensorio».

«In una fase in cui, per affrontare le sfide dello sviluppo e dare prospettive di futuro ai nostri giovani – ha proseguito – è indispensabile puntare sulla conoscenza, la ricerca e la produzione creativa, la Calabria non può permettersi la dispersione di un vasto patrimonio di cultura che va avanti da oltre un secolo, in coerenza con gli insegnamenti di don Bosco, finalizzati ad  assicurare ai giovani un ambiente che incoraggia a dare il meglio di sé nel riconoscimento delle proprie attitudini e dei propri limiti». (rrc)

Via libera dal Consiglio regionale all’istituzione dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali

Il Consiglio regionale ha dato il via libera all’istituzione dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali e per l’attrazione degli investimenti, uno strumento «fondamentale per rafforzare il sistema produttivo, favorire gli investimenti e gli insediamenti, aumentare la competitività delle imprese che operano o vorranno operare in Calabria», ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì.

«Grazie all’istituzione dell’Arsai – ha continuato Varì – la Regione potrà nuovamente sfruttare le opportunità incentivanti offerte da diversi strumenti nazionali per valorizzare le aree industriali presenti sul territorio e aumentare e qualificare l’offerta insediativa».

Entrando nel merito del provvedimento legislativo approvato, l’assessore Varì ha poi sottolineato che «l’Agenzia svolgerà un duplice compito: per un verso si occuperà della gestione delle aree industriali, e quindi, ad esempio, di manutenzione, di infrastrutturazione, di rilancio e valorizzazione delle aree; di vendita, assegnazione e concessione alle imprese di lotti in aree attrezzate; di determinazione e riscossione dei corrispettivi dovuti dalle imprese insediate».

«Si occuperà, altresì – ha aggiunto – di predisposizione di strumenti di semplificazione per l’insediamento e lo sviluppo delle imprese; di progettazione e gestione di uno sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese; di ideazione, programmazione, progettazione, regolamentazione, realizzazione e gestione di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (Apea)».

«Per altro verso – ha evidenziato Varì – eserciterà la funzione di attrazione investimenti e di assistenza agli investitori nel loro insediamento e nello sviluppo di progetti, supportandoli per tutta la durata del ciclo di vita dell’investimento” in tale ambito l’Arsai sosterrà l’attrattività del contesto territoriale, anche con riferimento alle aree Zes».

Nel disegno di legge approvato dalla Giunta saranno organi dell’Agenzia il Presidente, il direttore ed il Revisore Unico dei Conti: il primo si occuperà di “attrazione”, per l’insediamento di impianti produttivi da parte di imprese non ancora presenti sul territorio regionale; di “reshoring”, per il reinsediamento sul territorio regionale di imprese che hanno in precedenza delocalizzato in altre regioni o all’estero; di “retention” per ulteriori insediamenti ad opera di imprese già presenti in Calabria che intendano realizzare un nuovo investimento per diversificare funzionalmente la produzione esistente.

Il direttore avrà la rappresentanza legale ed eserciterà le funzioni di direzione dell’ente, mentre il Revisore dei conti avrà ovviamente le funzioni di controllo e verifica della regolarità amministrativa, contabile, finanziaria ed economica degli atti e di vigilanza sull’osservanza delle leggi e dello statuto.

La Regione svolgerà compiti di indirizzo, vigilanza e controllo e la Giunta regionale approverà gli atti fondamentali del nuovo ente pubblico economico, tra i quali lo Statuto, la dotazione organica, il piano industriale triennale, il bilancio. Il personale dipendente a tempo indeterminato del Corap connesso alle funzioni di gestione e sviluppo delle aree industriali verrà trasferito all’Agenzia e manterrà il trattamento giuridico ed economico fondamentale e accessorio, limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto al momento del trasferimento, nonché l’inquadramento previdenziale.

Per lo svolgimento delle attività attribuite all’Agenzia e riconducibili alle funzioni di rilevanza e utilità pubblica, al solo fine di assicurarne l’espletamento nella fase di avvio, la Regione riconosce ad Arsai 2,7 mln di euro per il 2024 e 2,6 per il 2025.

In conclusione, secondo Varì, «con l’istituzione dell’Arsai si attua un’altra riforma fondamentale per la nostra Regione, particolarmente significativa per il settore produttivo calabrese, in quanto l’azione dell’Agenzia determinerà la creazione di un contesto favorevole agli insediamenti, con aree riqualificate e dotate di servizi adeguati alle sfide ed alle opportunità della transizione verde e digitale e servirà ad elevare e qualificare l’offerta insediativa; per altro verso, misure di semplificazione per l’insediamento, di promozione delle aree e di accompagnamento delle imprese per tutta la durata del processo insediativo determineranno una forte attrazione degli investimenti».(rcz)

Il presidente Mancuso e il Garante Muglia scrivono al ministro Nordio: Servono interventi tempestivi su sistema carcerario

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e il Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia, hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, per denunciare «il progressivo sovraffollamento, le gravi carenze di organico e il moltiplicarsi di eventi critici nei 12 istituti penitenziari della  Calabria» e per chiedere interventi tempestivi.

La lettera è stata inviata, anche, per conoscenza trasmessa anche al vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ai sottosegretari del Ministero Andrea Ostellari e Andrea Del Mastro delle Vedove e al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Felice Maurizio D’Ettore.

Mancuso e Muglia hanno rilevato che «allo stato, quasi tutti i 12 istituti penitenziari registrano fenomeni di progressivo sovraffollamento, con valori elevati nella Casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà (+ 98), Cosenza (+ 57), Crotone (+ 44) e la Casa di reclusione di Rossano (+ 52). In alcuni istituti, peraltro, sono presenti camere detentive (dotate di letti a castello) che ospitano fino a 6/8 persone detenute».

È stata richiesta, infatti, attenzione sulle «condizioni strutturali di alcuni istituti, datati nel tempo e privi di manutenzione, sull’inadeguatezza di molte camere detentive (con schermature di pannelli opachi in plexiglass alle finestre o, addirittura, prive di docce) e sull’insufficienza delle aree adibite alla socialità, ai passeggi ed ai colloqui».

«Le carenze di organico riscontrate nei 12 istituti penitenziari calabresi – hanno rilevato Mancuso e Muglia – sono assai pesanti. Il deficit del personale di Polizia penitenziaria raggiunge, in alcuni casi, livelli allarmanti (-100 Catanzaro; -70 Vibo Valentia; -42 Rossano; -37 Palmi; -36 Reggio C. Arghillà). L’assenza di un numero adeguato di Polizia penitenziaria genera effetti a catena che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza ed a richiedere sforzi sovrumani del personale in servizio».

È stata sottolineata inoltre la «carenza complessiva di funzionari giuridico–pedagogici che è pari a 10 unità (al momento gli istituti di Paola e Palmi hanno solo 1/2 educatori in servizio). In pratica, è presente mediamente un educatore ogni 100 detenuti. Tale pesante carenza riverbera, evidentemente  conseguenze negative sia sotto il profilo trattamentale e rieducativo sia sul fronte dell’accesso alle misure alternative».

Non sono mancati riferimenti «all’elevata percentuale di detenuti stranieri, che in alcune carceri calabresi appartengono a 20 nazionalità diverse, mentre i mediatori linguistico-culturali presenti sono pochissimi (solo in 3 istituti). Si considerino, a titolo esemplificativo, le difficoltà che incontrano le Aree sanitarie in occasione della visita medica di primo ingresso dei detenuti extracomunitari».

Il Presidente dell’Assemblea legislativa e il Garante regionale hanno segnalato, inoltre, che «nel corso del 2023 in Calabria si sono verificati 150 tentativi di suicidi e 4 suicidi. Nel 2024 c’è già stato un nuovo decesso per suicidio. Tra l’ultimo dello scorso anno e il primo di quello in corso è trascorso solo un mese. Ma v’è di più».

«Dal 1° gennaio 2024 al 20 marzo 2024 (in soli due mesi e mezzo) si sono registrati in Calabria 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria. Sono dati – hanno scritto – davvero inquietanti. Per cui, alla luce di tutto ciò, “corre l’obbligo di chiedere un tempestivo intervento del Ministro e del Capo del Dipartimento, consapevoli che la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà e il benessere dell’intera comunità penitenziaria necessitano in Calabria di energie e risorse urgenti al fine di poter essere garantiti ed attuati». (rrc)

Rete ospedaliera, Occhiuto: Sarà diluita diminuzione delle unità complesse

«Con il Ministero della Salute abbiamo ottenuto l’adesione ad una proposta di ridurre di meno le Unità operative complesse (Uoc) presenti sul territorio e di diluire questa diminuzione nel prossimo quinquennio». È quanto ha reso noto il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, nel corso dell’informativa sulla rete ospedaliera in Consiglio regionale.

Il Governatore ha ricordato come «è vero che il Decreto ministeriale 70 ha dei vincoli, ma è anche vero che c’è una specificità che appartiene alla Calabria, secondo anche quanto ha affermato la Corte Costituzionale che a proposito del Commissariamento della sanità Calabria e, quindi, ha bisogno di risposte eccezionali»

«E queste possibilità eccezionali dovevano risiedere anche in una ipotesi di nuova rete ospedaliera», ha aggiunto Occhiuto, ripercorrendo gli effetti – che ha definito ‘nefasti’ – che il lungo commissariamento ha prodotto sulle sorti della Calabria, ed ha ricordato che nella definizione delle reti ospedaliere anche le Regioni non commissariate sono sottoposte alla valutazione del Ministero della Salute e del Ministero di Economia e Finanza, ministeri affiancanti secondo i criteri fissati dal Dm 70.

Il governatore, poi, ha parlato dei nuovi ospedali, ricordando di aver aperto «una vertenza con il Governo nazionale e cerco di essere un presidente autorevole, presentandomi né con il cappello in mano, né con una azione che non sia nell’interesse di questa regione» che, come ha ricordato ancora, non è nelle stesse condizioni delle altre regioni «non solo a causa del Commissariamento, ma anche per il deficit che ha” e ha ricordato che “abbiamo ereditato circa 350 milioni di euro non spesi proprio sull’art. 20».

Con la nuova organizzazione, è stata inserita una Uoc di Cardiologia Pediatrica a Catanzaro, nella prospettiva di potenziare la pediatria in Calabria, anche in collaborazione con il Bambin Gesù di Roma.

«Ad aprile è previsto un tavolo sul Dm 70. Spero che anche il Mef – ha riferito– tenga conto di queste obiezioni», assicurando come «se non lo farà avrò lo stesso atteggiamento che ho verso il governo quando ritengo che non si faccia carico delle ragioni della Calabria. Ma, state certi, che se il Commissario non fosse stato anche il presidente della Giunta regionale in carica, avremmo da subito perso 35 unità operative complesse».

Il presidente, poi, ha espresso il desiderio di fare «un dibattito sulla sanità in Consiglio regionale, e su cosa è stato nei 14 anni prima di me e negli ultimi due anni».

«Io per primo sono cosciente che quanto fatto in questi due anni è pochissimo, ma fate la contabilità di quello che è stato fatto negli ultimi 20 anni e negli ultimi 2 anni. Si diceva che la sanità calabrese una contabilità orale, ma abbiamo fatto la ricognizione dei debiti, dimostrando che non c’è un debito mostruoso, abbiamo pagato tutti i debiti tranne gli extrabudget perché vogliamo capire quello che è successo: anche questo è in annuncio o un fatto? Per me è un fatto», ha detto Occhiuto, ripercorrendo tutte le polemiche in merito ai suoi annunci sulla sanità.

Il Governatore, infatti, vorrebbe «stimoli dall’opposizione ma anche onestà intellettuale», oltre che «un dibattito ma che sia un’operazione verità».

Infine, Occhiuto ha informato che i tre grandi ospedali, ossia quelli della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana si faranno. I primi due, inoltre, saranno conclusi «entro la fine della mia legislatura, quello della Piano di Gioia Tauro vedrà le fondamenta nel mio auspicio il prima possibile». (rrc)

Autonomia, il Pd Calabria ne ottiene la discussione al prossimo Consiglio regionale

Il gruppo Pd in Consiglio regionale ha ottenuto l’inserimento, alla prossima seduta del Consiglio regionale, della discussione dell’autonomia differenziata.

Una proposta avanzata dal presidente dell’Assemblea, Filippo Mancuso, «per fare in modo che sul tema dell’autonomia differenziata ci possa essere un confronto ampio, a 360 gradi, in maniera tale che ognuno di noi si assuma le proprie responsabilità davanti ai calabresi», ha spiegato il capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, ricordando come «la discussione sul tema è urgente anche in considerazione della forte preoccupazione che arriva dalla società calabrese e rilanciata dal fermo monito della Conferenza episcopale della Calabria».

«Non si tratta di mettere bandierine – ha spiegato – né di strumentalizzare il documento dei Vescovi calabresi che invita alla mobilitazione contro la ‘secessione dei ricchi’, ma soltanto di fare in modo che il Consiglio regionale affronti un tema di vitale importanza per il futuro della Calabria e dell’intero Mezzogiorno».

«Se dovesse essere approvata l’autonomia differenziata – ha proseguito – senza il finanziamento dei Lep, ci sarebbero conseguenze devastanti in settori fondamentali, a partire dalla sanità come ha avuto modo di sottolineare da ultimo anche la fondazione Gimbe. Confidiamo che alla fine, nonostante il clima da campagna elettorale, prevalga il buon senso e il senso di responsabilità e che, unitariamente, si provi a bloccare una proposta che divide il Paese e spazza via ogni forma di solidarietà».

«Ci auguriamo, inoltre, che il presidente Occhiuto – ha concluso – sia coerente con lo slogan che spesso ripete affermando che il suo compito primario è quello di difendere i calabresi e loro diritti». (rrc)